Secondo natura? Neuroscienze e orientamento sessuale
Le riflessioni sul rapporto tra neuroscienze ed etica, riportate durante l’anno nel blog Moralia, hanno evidenziato le sfide che gli studi sul cervello umano pongono alla riflessione teologico-morale.
Che cosa può dirci tutto ciò riguardo all’annoso tema dell’orientamento sessuale? La riflessione magisteriale ci presenta le variabili alternative all’eterosessualità come «inclinazioni disordinate» le quali, indipendentemente dalla loro eziologia – genetica o culturale –, non sarebbero «secondo natura».
Al di là del binomio natura-cultura
Recentemente Andrea Ganna ha pubblicato, sulla nota rivista Science, una ricerca nella quale ha dimostrato che non esiste un singolo gene legato all’omosessualità, ma una serie di migliaia di varianti genetiche, ognuna delle quali ha un suo effetto sull’orientamento omosessuale. La genetica, pertanto, non spiegherebbe da sola la variabilità del comportamento sessuale umano.
Inoltre, secondo la teoria EBE (Exotic becomes erotic) di D.J. Bem,[1] esisterebbe una sorta di connessione «indiretta» tra fattori biologici – come il genotipo, gli ormoni prenatali e la neuroanatomia cerebrale – e il successivo orientamento sessuale di un individuo. Indiretta perché l’influenza del genotipo sarebbe da rintracciare sul temperamento infantile. Quando esso assume nel bambino/a comportamenti non conformi al ruolo di genere che la società attribuisce al maschio/femmina l’orientamento sessuale, nella maggior parte dei casi rilevati, approderebbe a forme alternative come, per esempio, l’omosessualità.
Certo, si tratta solo di alcune voci, ma sono sufficienti per porci l’interrogativo sulla genesi dell’orientamento sessuale: parliamo di un dato fissato una volta per tutte e per sempre o di una realtà più duttile – «totipotente» –, che partirebbe da una bisessualità di fondo e si orienterebbe successivamente in base al vissuto (nella maggior parte dei casi in senso eterosessuale, mentre in forma minoritaria verso altri orientamenti)?
Sembra quasi crollare il mantra del «contro natura». È difficile – e oserei dire contraddittorio – parlare del «dato naturale» della sessualità umana: nella genesi del comportamento sessuale, infatti, fattori genetici e biologici e fattori culturali sono così strettamente legati tra loro da rendere impercettibili i confini. La vecchia contrapposizione natura-cultura non ha più alcuna ragion d’essere.
Una nuova riflessione sull’orientamento omosessuale
Per questo motivo la questione omosessuale non può essere risolta troppo sbrigativamente, ricorrendo solo al concetto di legge naturale o a certe limitate interpretazioni della Scrittura o dell’antropologia cristiana che individuano nella dualità sessuale maschile e femminile l’unica forma in grado di realizzare le dimensioni essenziali (unitiva e procreativa) della relazione coniugale.
La relazione eterosessuale possiede certamente la capacità di realizzare in pienezza queste proprietà: «L’amore tra uomo e donna, nel quale corpo e anima concorrono inscindibilmente e all’essere umano si schiude una promessa di felicità che sembra irresistibile, emerge come archetipo di amore per eccellenza, al cui confronto, a prima vista, tutti gli altri tipi di amore sbiadiscono» (Deus caritas est, n. 2). Ma che si tratti di un archetipo non esclude a priori che altre forme di relazione – come quella omosessuale – possano presentare, seppur in modo «imperfetto», alcuni elementi di positività.
S’impone, pertanto, la necessità di una riflessione ad ampio raggio che, proprio partendo dagli studi sul cervello umano, sostenga le persone omosessuali nell’accettazione di sé e nella ricerca di una vita cristiana pienamente realizzata e integrata nella comunità ecclesiale. Il rischio – come annota lo stesso papa Francesco nell’esortazione apostolica Christus vivit – è che la morale sessuale continui a essere considerata «causa di incomprensione e di allontanamento dalla Chiesa, in quanto è percepita come uno spazio di giudizio e di condanna» (n. 81).
Roberto Massaro è docente di Teologia morale presso l’Istituto teologico «Regina Apuliae» della Facoltà teologica pugliese.
[1] Cf. D.J. Bem, «Exotic becomes erotic: a developmental theory of sexual orientation», in Psychological Review 103 (1996), 320-335.