Mission: etica applicata
L’etica nasce come riflessione votata alla prassi: un pensiero, quindi, per il quale l’applicazione è vitale.
Gli ultimi decenni del Novecento hanno visto però il sorgere di una domanda morale specifica in parecchie aree specialistiche. Il movimento ha preso origine da quella biomedica, ma ha trovato corrispondenza anche in campo ambientale, economico, della comunicazione e in numerosi altri.
Si è cominciato allora a parlare di etica applicata, per riferirsi a quella riflessione che esplora tali ambiti, ricercando che cosa significhi operare secondo giustizia in ognuno di essi. Non a caso anche alcune delle aree di Moralia corrispondono a tali ambiti.
Vi è però in Italia un soggetto che da trent’anni ha assunto la riflessione sull’etica applicata come sua specifica mission, cui ha dedicato incontri seminari e pubblicazioni, avvalendosi tra l’altro del contributo di autori come A. Autiero (attuale presidente del Comitato scientifico), A. Bondolfi, E. Berti, A. Da Re, G. De Rita, P.D. Guenzi, S. Zamagni. È la Fondazione Lanza, sorta nel 1988 a Padova da un’intuizione di mons. Franceschi in una fase in cui ancora pochi avevano preso in considerazione temi come la bioetica e l’etica ambientale.
Sono questi ultimi, in effetti, i due principali «progetti» di etica applicata in cui la Fondazione opera, con un’attenzione che nel corso degli anni ha pure potuto alimentarsi alla riflessione più fondamentale del progetto «Etica, Filosofia, Teologia».
Più di recente si è affiancato – a partire dall’esperienza della rivista «Etica per le professioni» - anche un approfondimento in quest’ultimo ambito. Da ricordare poi il percorso sull’Etica civile, che ha visto la Fondazione entrare in rete con numerosi altri soggetti per dare diffusione nazionale a tale prospettiva (www.forumeticacivile.com).
Tempo di bilancio
A trent’anni dall’avvio del suo percorso, un momento di bilancio s’impone: riprendere in mano i percorsi fatti, ma anche riconsiderare che significhi fare etica applicata. L’applicazione, infatti, non significa semplicemente traduzione in contesti specifici di principi elaborati altrove: si tratta di comprendere le coordinate morali dei singoli contesti e i valori che trovano espressione nelle relative pratiche. Solo così sarà possibile un discernimento competente finalizzato all’indicazione di percorsi eticamente sostenibili.
In questa direzione guardano i due momenti proposti per i giorni 29 novembre e 1° dicembre a Padova nella nuova sede della stessa Fondazione (V. del Seminario 5; www.abitareletica.it). Se nella prima occasione saranno L. Bressan e U. Bernardi a offrire due interventi che orienteranno un pomeriggio di riflessione, nella seconda – un’intera giornata dedicata ad «Abitare l’etica» – numerosi soggetti sono convocati per un ripensamento complessivo dell’intero percorso di ricerca.
Lo scopo è quello di offrire forza rinnovata a una prospettiva chiamata a declinarsi oggi in una fase di cambiamento tecnologico e sociale, di globalizzazione e di rinnovato pluralismo, culturale e etico. Chiamata, soprattutto, a disegnare ancora percorsi per comprendere e interpretare il tempo che abitiamo, nella convinzione che anche oggi la domanda morale costituisca un elemento qualificante dell’umano.