Il papa al G7: intelligenza artificiale e dignità umana
Dal primo gennaio 2024 l’Italia ha assunto la Presidenza del G7 e Giorgia Meloni ha annunciato la partecipazione di papa Francesco al vertice dei leader del G7, che si terrà in Puglia, a Borgo Egnazia, dal 13 al 15 giugno.
Partecipa il papa
L’evento vedrà la partecipazione dei capi di Stato e di Governo dei sette Stati membri, oltre al presidente del Consiglio europeo e alla presidente della Commissione europea in rappresentanza dell’Unione Europea.
È la prima volta nella storia che un pontefice partecipa ai lavori del G7, e papa Francesco vi parteciperà nella sessione «Outreach», aperta ai membri del Gruppo dei sette e ai paesi invitati.
I temi all’ordine del giorno sono numerosi ed eticamente sensibili, come quello dell’intelligenza artificiale, che se da una parte suscita meraviglia e stupore, dall’altra pone inquietanti interrogativi.
Su questo tema in particolare, che costituisce una sfida antropologica di grande rilievo, che coinvolge tutta la famiglia umana e incide inevitabilmente sugli equilibri mondiali, papa Francesco potrà offrire il suo prezioso contributo dal punto di vista umano, etico, culturale, spirituale.
Il papa infatti, indiscussa autorità morale e spirituale, ha anche scritto e inviato due messaggi sull’intelligenza artificiale: il primo intitolato Intelligenza artificiale e pace, in occasione della 57a Giornata mondiale della pace; il secondo Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana, in occasione della 58a Giornata mondiale delle comunicazioni sociali.
L’intelligenza artificiale tra promesse e rischi
L’intelligenza artificiale sta modificando in modo radicale l’informazione e la comunicazione, introducendo notevoli cambiamenti a livello sociale, culturale, comportamentale. Il fatto che le macchine siano in grado di svolgere attività un tempo riservate unicamente all’uomo genera un forte impatto sulla vita delle persone.
Tutto questo solleva numerosi interrogativi che trascendono l’ambito puramente tecnico-scientifico, perché riguardano il significato e il senso della vita umana, i processi fondamentali della conoscenza, la capacità della mente umana di raggiungere la verità e così via.
I considerevoli progressi delle nuove tecnologie dell’informazione, specialmente nella sfera digitale, presentano dunque entusiasmanti vantaggi e promesse ma anche inevitabili rischi.
I sistemi di intelligenza artificiale possono infatti memorizzare moltissimi dati e correlarli tra loro, facilitando lo scambio di informazioni tra popoli e generazioni diverse, ma al tempo stesso possono essere strumenti di «inquinamento cognitivo», di alterazione della realtà tramite false narrazioni che vengono proposte come fossero vere.
Si pensi alle fake news, che oggi si avvalgono del deep fake, cioè della creazione e diffusione di video e immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono falsi, o di messaggi audio che usano la voce di una persona dicendo cose che la stessa non ha mai detto.
Alcune persone sfortunatamente sono apparse in alcuni video nei quali sembravano pronunciare parole che in realtà non avevano mai pronunciato o compiere azioni che non avevano mai compiuto. «Tutte queste cose, e altre simili, sono certamente vergognose e, mentre guastano la civiltà umana, inquinano coloro che così si comportano più che quelli che le subiscono; e ledono grandemente l’onore del Creatore» (Gaudium et spes, n. 27).
Qualsiasi strumento posto nelle mani di una persona può essere usato per uno scopo benefico o malefico; molto dipende dalle intenzioni del suo cuore, dalla sua interiorità, se è ricca o povera di amore.
Pertanto, al fine di salvaguardare il bene comune e il bene integrale delle singole persone, è necessario regolamentare eticamente lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue varie forme e contrastare eventuali risvolti negativi che producono discriminazione, violenza e ingiustizia sociale.
Custodire l’interiorità
In un’epoca come la nostra, così ricca di tecnica ma povera di umanità, oggi più che mai è necessario salvaguardare la dignità della persona, custodendo la sua interiorità, la sua coscienza, il suo cuore. Nella visione biblica, il cuore indica la personalità umana, morale e spirituale, è la sede della conoscenza, della libertà, delle decisioni, è simbolo d’integrità, di unità, ma evoca anche gli affetti, i desideri, ed è soprattutto luogo interiore dell’incontro con Dio.
Lo sviluppo tecnologico, pertanto, se non vuole ledere la dignità della persona e ferire la sua interiorità, deve essere orientato dai valori umani, morali e spirituali, e accompagnato da un’adeguata formazione alla responsabilità.
Salvatore Cipressa è docente di Teologia morale presso l’Istituto teologico calabro e l’Istituto superiore di scienze religiose metropolitano di Lecce. Tra le sue ultime pubblicazioni Etica del vivere, Cittadella, Assisi 2023.