Francesco e il mondo aperto di «Fratelli tutti»

L’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti, sulla fraternità e l’amicizia sociale, presenta una serie di spunti molto interessanti che meritano di essere letti e interiorizzati per sognare e progettare il cammino di «un’unica umanità» che affronti e superi alcune grandi difficoltà del nostro tempo.
Generare benevolenza
Di questo documento vorrei sottolineare, soprattutto, la proposta che emerge nel terzo capitolo – intitolato «Pensare e generare un mondo aperto» –, che mi sembra importante per affrontare le sfide dell’etica sociale contemporanea, chiamata a sviluppare un «nuovo» pensiero e un nuovo modo di pensar, per far (ri)nascere e sviluppare il bene.
In questo senso il papa esorta a fare «due salti» in alto e in avanti: quello della fede, riscoprendo la paternità di Dio da cui deriva la nostra identità di figli e fratelli, e il balzo dell’amore, della vera apertura all’altro, ricordando che «al primo posto c’è l’amore» e che «mai deve essere messo a rischio l’amore: il pericolo più grande è non amare» (n. 92).
Si evidenzia dunque una valorizzazione delle relazioni interpersonali (e fra i diversi popoli) incentrate sulla carità, cioè sul riconoscere – come diceva san Tommaso – che l’altro mi «è caro, vale a dire che lo considero di grande valore»: «Nessuno matura né raggiunge la propria pienezza isolandosi. Per sua stessa dinamica, l’amore esige una progressiva apertura, maggiore capacità di accogliere gli altri, in un’avventura mai finita che fa convergere tutte le periferie verso un pieno senso di reciproca appartenenza» (n. 95).
Infinita dignità
In questa direzione occorre superare da un lato il problema serio degli esclusi, gli esiliati occulti, riconoscendo a tutti e a ciascuno una pari dignità…infinita, e d’altra parte occorre superare le comprensioni inadeguate di un amore universale in cui «c’è un modello di globalizzazione che mira consapevolmente a un’uniformità unidimensionale e cerca di eliminare tutte le differenze e le tradizioni in una superficiale ricerca di unità. (…) Se una globalizzazione pretende di rendere tutti uguali, come se fosse una sfera, questa globalizzazione distrugge la peculiarità di ciascuna persona e di ciascun popolo» (n. 100).
Occorre piuttosto andare oltre un mondo di soci, vivendo l’Amore universale che promuove le persone. Risulta quindi essenziale nell’etica di papa Francesco Promuovere il bene morale, la profonda e reale bene-volentia, cioè «l’atteggiamento di volere il bene dell’altro»: «È un forte desiderio del bene, un’inclinazione verso tutto ciò che è buono ed eccellente, che ci spinge a colmare la vita degli altri di cose belle, sublimi, edificanti» (n. 112).
«In questa linea – prosegue il papa – torno a rilevare con dolore che già troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà, ed è arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialità ci è servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi. Volgiamoci a promuovere il bene, per noi stessi e per tutta l’umanità, e così cammineremo insieme verso una crescita genuina e integrale» (n. 113).
Per il ben-essere del mondo
Si tratta dunque di una proposta etica forte e controcorrente, che tuttavia si fonda sul bisogno dell’essere umano di «stare bene», di vivere integralmente bene, secondo quanto insegnato nella buona tradizione e nella teologia cristiana. La sfida è quella di comprendere oggi che cosa siano il bene e il bene comune che – secondo papa Francesco – devono coinvolgere non solo la totalità dell’individuo con le sue potenzialità e fragilità, ma tutta l’umanità, anche e soprattutto quella formata da persone deboli, povere, periferiche e marginali.
Emergono quindi, nell’etica sociale dell’enciclica, delle sfide antiche e radicali che coinvolgono la coscienza dell’individuo e della collettività, ma anche delle pro-vocazioni riguardanti priorità etiche ed emergenze antropologiche, per sviluppare insieme una progettualità e una creatività nuova – soprattutto nel campo dei valori e delle virtù –, che possano favorire il percorso di crescita verso la meta del vero ben-essere.
Tra questi valori, oltre alla benevolenza, il papa propone profeticamente l’idea dell’amicizia sociale, del dialogo in un mondo poliedrico, della solidarietà da unire alla sussidiarietà, della cura misericordiosa dell’altro e dell’ambiente in cui viviamo.
Da questi elementi semplici, ma essenziali oggi, agendo con un cuore aperto, si può pensare e generare non solo un mondo aperto, oltre le ombre del mondo chiuso, ma anche un mondo migliore in cui vivere come fratelli tutti.