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Moralia Blog

Etica teologica: ovvietà e problemi

«Veritatis splendor e Amoris laetitia non sono contraddittorie ma complementari. Come per ogni insegnamento magisteriale, dobbiamo leggere l’una alla luce dell’altra e in entrambi i sensi.

«Veritatis splendor e Amoris laetitia non sono contraddittorie ma complementari. Come per ogni insegnamento magisteriale, dobbiamo leggere l’una alla luce dell’altra e in entrambi i sensi. Ambedue i testi affrontano ciascuno un aspetto distinto della vita morale e dobbiamo riunirli in modo che la teologia morale possa camminare su entrambe le gambe».

Dilemmi: questo è il problema!

Questo passo per la penna del teologo francese Alain Thomasset, spigolato da uno tra i primissimi tentativi di spiegare cosa papa Francesco voglia o abbia voluto comunicare a tutta la comunità dei credenti (innanzitutto, ma non solo) con la pubblicazione di Amoris laetitia, quasi per automatismo attira l’attenzione su una dinamica interna alla riflessione morale: a volte si problematizza l’ovvio, e spesso si ovvia ai problemi.

Da qui un exploit di un dè jà vu interrogante: 

– dove va la morale oggi? 

– È una nuova morale?

– Sta nascendo un nuovo paradigma?

– Che cosa sta tramontando?

– La morale è un «che cosa dobbiamo fare» oppure un «chi voglio essere»?

L’ovvio non è un problema

Questo modo di affrontare i problemi morali problematizza l’ovvio, e l’ovvio consiste in questo: la morale non è un monolite, ragion per cui o è l’una cosa oppure l’altra. E per l’una e l’altra – per inciso – intendo che la morale non è o solo la riflessione che si concentra nella ricerca delle migliori vie metodologiche e argomentative per giungere alla formulazione delle norme oppure una riflessione di ampio respiro che si occupa di indicare dei principi di massima ispiranti le condotte; non è solo un discorso di natura pratico-pratica, ma anche un discorso a carattere teorico-pratico; quando il discorso morale si concentra sulle norme universali, può dimenticare che esistono le situazioni specifiche? Se si concentra ora sulle une ora sulle altre, cambia pelle? Oppure è sempre la sua stessa pelle?

Un problema non è mai ovvio

Alla problematizzazione dell’ovvio si concentrano così tante energie che non ci si accorge che il problema dell’ovvio scivola verso il rendere ovvio il problema: quale?

Si ovvia ai problemi, quelli veri, che non sono i «problemi morali» (ora aggettivati come nuovi, ora come urgenti, ora come più importanti, ora come più attuali, ecc.), bensì sono «i problemi della (riflessione) morale»!

Questo modo di non affrontare il «problema della morale» in quanto riflessione poliedrica e non monolitica è ovviare ai problemi e non affrontarli «in radice» attraverso una serie di domande che ci conducono alla domandona: 

– è l’attenzione alla situazione concreta una minaccia alla teoria dell’intrinsece malum?

– Esiste solo un modo per formulare le norme?

– In cosa consiste veramente il relativismo morale?

– C’è una differenza tra norme e principi?

– Cosa s’intende per coscienza e discernimento al centro?

– Tu, teologo moralista, – ed ecco la domandona – pensi che propositi del tipo: nuovo tentativo di trovare un’altra via attraverso la ricognizione più ampia dell’atto morale oppure migliore attenzione ai contesti esistenziali con maggiore sgonfiamento dell’enfasi normativa, possano pretendere di essere risposte risolutive senza una tua dichiarata e ben articolata teoria morale generale? 

Auspicio

Sarebbe auspicabile interrompere quella lettura secondo la quale papa Francesco avrebbe interrotto con il suo magistero la battaglia culturale ingaggiata dai suoi predecessori e cominciare a leggere il suo magistero, invece, come un’azione simile al «midrash»: ripresa, spiegazione, ampliamento, completamento, attualizzazione in un processo vivo che è la tradizione della comunità dei credenti che non tralascia nulla, ma che nel progredire approfondendo (e non solo nel senso moderno di progresso) genera discussione, che apre ad altre discussioni in forza del fatto che la buona novella è inesauribile.

E l’etica teologica è poliedrica nel linguaggio, nell’argomentazione e nel rapporto tra fede e morale.

 

Pietro Cognato insegna Teologia morale e bioetica presso la Facoltà teologica di Sicilia e l’Istituto di studi bioetici S. Privitera. Tra le sue opere Fede e morale tra tradizione e innovazione. Il rinnovamento della teologia morale (2012); Etica teologica. Persone e problemi morali nella cultura contemporanea (2015). Morale autonoma in contesto cristiano (2021). Ha curato inoltre diverse voci del Nuovo dizionario di teologia morale (2019).

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