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Moralia Blog

Etica dell'attesa. Contraddizioni performative attorno a un'enciclica

Moralia ha dedicato il suo primo dossier ai temi dell'enciclica Laudato si', titolando "Aspettando l'enciclica sull'ecologia". Quando lo abbiamo pubblicato, però, ormai mesi fa, mai avremmo pensato che proprio essa si sarebbe trovata a essere oggetto di una violazione dell'embargo, che ha forzato i tempi dell'attesa con una pubblicazione anticipata decisamente in contrasto con ogni deontologia della professione giornalistica. Rimandiamo, però, per un commento da tale punto di vista all'incisivo intervento di Francesco Occhetta (tra l'altro socio ATISM) sul sito UCSI.

Qui ci limitiamo a segnalare che tale scorretta anticipazione ha dato luogo a un pullulare di commenti frettolosi, in cui si criticava papa Francesco per aver trascurato l'una o l'altra tematica (in realtà forse semplicemente sfuggita a letture cursorie troppo rapide). A noi interessa invece sottolineare un altro paradosso: un testo che disegna una figura di esistenza tutta intessuta di interconnessioni – personali, ecologiche, sociali, ecumeniche – viene accolto con una simile palese rottura di quelle regole che costituiscono condizione necessaria per una convivenza sensata. Una vera contraddizione performativa, dinanzi a un'enciclica che orienta invece al recupero di unitarietà, di coerenza, di una forma di vita personale e di cittadinanza essa stessa ecologica.

Moralia tornerà ampiamente nella prossime settimane sull'enciclica e sui suoi temi. Per oggi basti segnalare che chi ha saputo attendere non è rimasto deluso. Davvero, come auspicavamo nel dossier, il capitolo I offre prese di posizione forti e incisive su un tema critico come il mutamento climatico (e hanno suscitato le ire anticipate degli ambienti conservatori USA, che qualcuno indica come gli ispiratori della fuga di notizie cui accennavamo sopra). Davvero la Laudato si' presenta una ripresa ampia e comprensiva della teologia della creazione, quasi indicando in essa una prospettiva ermeneutica per rileggere la Scrittura e l'esperienza cristiana (si vedano i cc. II e VI). Davvero l'enciclica presenta buoni esempi di ragionamento morale, con l'indicazione  di alcuni nitidi principi, ma anche del lavoro di discernimento articolato necessario per le prese di decisione (specie nel c. V).

Le attese, dunque, sono state soddisfatte, e anzi, in modo sovrabbondante. La Laudato si' si presenta come testo culturalmente ricco: essa convoca una varietà di saperi (mai uno spazio così ampio in un enciclica per il portato della riflessione scientifica) a disegnare – specie nel c. IV – una figura di ecologia ampia, comprensiva, integrante. Si presenta come testo forte nel riprendere e rilanciare alcuni grandi temi della dottrina sociale della Chiesa – dalla critica di un sistema tecnico-economico asimmmetrico ed escludente, al riferimento alla destinazione universale dei beni della terra e al bene comune.

Ma è anche un testo appassionato, espressione dello sguardo ampio di Francesco sulla casa comune, sulla splendida biodiversità che la abita, sul volto sofferente dei poveri della terra, sulla ricchezza culturale in essa presente. È pure testo spiritualmente intenso, che invita a un percorso di "conversione ecologica" e di rinnovamento degli stili di vita, ma anche a un'esperienza di Dio come origine e fonte di questo mondo splendido e minacciato. La sua lettura lascia come un senso di gratitudine, per la ricchezza di contenuti, così come per l'intensità delle parole in essa presenti (forse non in tutte le sezioni: i c. IV e V hanno alcuni momenti decisamente più faticosi).

Ma per gustare tali buoni frutti, per cogliere davvero la trama sottesa alla varietà di temi e problemi affrontati dall'enciclica, occorre una lettura attenta, che esige tempo e impegno, senza scorciatoie. Come per tutti i buoni frutti, occorre attendere i tempi della maturazione per gustarne appieno il delicato sapore. 

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