Educare è più difficile oggi?
I giovani di oggi sono etichettati: spenti, fragili, dediti all’improvvisazione e alla reversibilità, privi di stile, voraci nel consumare, avidi nel possedere tutto e subito, pigri nel donare, incerti nel costruire. Si ricordano con nostalgia i «vecchi tempi», in cui i giovani erano educati, rispettosi, coscienziosi.
Può essere vero un giudizio del genere? O può essere più vera l’esortazione del libro del Qoelet: «Non dire “come mai i tempi antichi erano migliori del presente?”, perché una domanda simile non è ispirata a saggezza» (Qo 7,10)?
Per migliorare il mondo
Papa Francesco ha scritto nell’Evangelii gaudium: «Una fede autentica … implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra» (n. 183).
In un discorso agli scrittori de La Civiltà cattolica aggiunge alcune provocazioni forti: «Ecco la domanda che dobbiamo porci: abbiamo grandi visioni e slancio? Siamo audaci? Oppure siamo mediocri, e ci accontentiamo di riflessioni di laboratorio» (11 febbraio 2017).
Il profondo desiderio di migliorare il mondo che ci circonda è un anelito insito nella vocazione umana, ma da solo non basta, occorrono audacia e impegno. In diversi modi si può essere strumenti attraverso i quali viene seminato qualcosa di bello in questo mondo, e uno di questi è il ruolo educativo.
«Sulle spalle dei giganti»
Lo Spirito nel corso della storia ha suscitato diversi grandi educatori, il cui insegnamento è ancora forte e illuminante: Giovanni Bosco, Lorenzo Milani, Caterina Volpicelli, solo per citare alcuni.
Il metodo educativo di don Bosco, il sistema preventivo, ben esprime il senso del verbo educare. Egli era certo che in ogni persona c’è un punto accessibile al bene, l’educatore deve trovarlo e far leva su questo per tirare fuori tutto il bene che l’educando può fare. Ogni persona è chiamata a fare del bene sia come credente sia come cittadino; egli mirava a formare «buoni cristiani e onesti cittadini».
A volte può sembrare arduo formare onesti cittadini, ma la fede non colloca fuori della storia, della cultura: siamo popolo, certo popolo di Dio ma anche cittadini in questo mondo, e formando coscienze sane e mature possiamo contribuire a migliorare la nostra casa comune. Coscienze mature sono persone aperte al confronto, al dialogo e alla convivenza democratica, ma più di tutto persone libere e responsabili.
Educare la libertà
Educare è portare a maturazione la libertà dell’educando: formare persone capaci di scegliere con buon senso e intelligenza e fondate su solidi valori. Educare è formare alla vita virtuosa: la virtù è una convinzione divenuta principio interno e stabile dell’agire. La vita virtuosa costruisce la libertà, la fortifica, la educa, evita che la persona diventi schiava di inclinazioni compulsive, disumanizzanti e antisociali.
Uno degli aspetti più delicati nell’educazione è quello di rispettare, valorizzare e promuovere la libertà della persona. Il vero successo educativo è quando si sviluppa una libertà responsabile fondata su valori solidi, ricca di buon senso, intelligenza e capacità di scegliere.
Questo rimanda alla responsabilità nell’educazione morale. Il giovane di oggi vuole sapere qual è il bene che meriti la fatica di vivere, che senso ha spendersi per un valore. Non possono essere proposti sforzi o rinunce senza mostrare il bene che si può raggiungere (Amoris laetitia, n. 265).
Un consiglio interessante agli educatori viene da Pio X: «Gli educatori devono vedere tutto, rimproverare poco, perdonare molto». Dunque, aggiunge papa Francesco: «Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto, e amiamo l’umanità che lo abita, con tutti i suoi drammi e le sue stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, con i suoi valori e le sue fragilità» (Evangelii gaudium, n. 183). Spendiamoci con coraggio, educhiamo amando, con paziente fiducia (Amoris laetitia, n. 269), memori che – come suggerisce don Bosco – non si educa con le percosse ma con l’amore, perché l’educazione è cosa del cuore.
Filomena Sacco, è docente di Teologia morale presso l'Accademia Alfonsiana di Roma e Docente incaricata presso l'Istuituto teologico Leoniano di Anagni.