Chiesa dopo il virus: futuro plurale
I giorni dell’epidemia hanno suscitato in molti inquietudini profonde e interrogativi nuovi. Un tempo improvvisamente interrotto e sospeso, segnato da tanto dolore e dall’isolamento, ha generato pensieri, paure, ma ha anche risvegliato sogni e speranze in rapporto a quanto stiamo vivendo e nuove domande sul futuro possibile.
Tale interrogazione, unita al desiderio di confronto, ha condotto un piccolo gruppo composto di storici, filosofi, catecheti, liturgisti, teologi – accomunati da impegno di studio e sensibilità ecclesiale e politica – a confrontarsi, innanzitutto per condividere l’ascolto di quanto tale situazione sta generando nelle nostre vite, e poi per pensare insieme quale potrà essere un futuro sia per la Chiesa sia per la società nel passaggio di questa crisi globale.
Un’iniziativa di confronto e pensiero condiviso
L’iniziativa, partita dopo la metà di marzo da una sollecitazione di Serena Noceti, teologa e instancabile animatrice di processi ecclesiali, insieme a Vittorio Berti storico del cristianesimo di Padova, si è concretizzata in una prima serie di incontri a distanza con l’ausilio dei mezzi tecnologici.
Innanzitutto è stato condiviso uno scambio di riflessioni sul presente. Si è poi giunti a formulare un programma di lavoro comune quale servizio alla comunità ecclesiale, in un tempo vicino alla Pasqua in cui la sospensione delle celebrazioni nelle chiese apriva questioni nuove.
Un progetto di lavoro comune
Si è concordato di formulare una proposta articolata in tre obiettivi con suddivisione dei compiti: l’impegno a scrivere insieme una lettera aperta, raccogliendo alcuni spunti per animare una riflessione più ampia e un dialogo di persone e comunità; la preparazione di un sussidio quale proposta di celebrazione domestica del triduo pasquale; e la pubblicazione di un e-book quale raccolta di brevi saggi sull’esperienza di questo tempo della pandemia attorno ad alcune parole chiavi significative da individuare sulla base dello scambio attuato.
Insieme sulla stessa barca
È stato così inaugurato un sito, che ha preso il suo titolo dall’immagine proposta da papa Francesco nella meditazione del 27 marzo in una piazza san Pietro deserta commentando la pagina evangelica di Gesù e i discepoli sulla barca nella tempesta: tutti insieme sulla stessa barca. Un’immagine che riassumeva il senso di condivisione di una comune condizione di fragilità e l’interrelazione dell’umanità, di popoli diversi e dell’ambiente, casa comune, nel tempo dell’epidemia.
Di fronte alle sfide del presente: una lettera aperta
Nella lettera aperta elaborata con il coordinamento di Simone Morandini e Riccardo Saccenti è stata evidenziata la sfida che ci è posta di fronte e indicata la prospettiva di immaginare futuro, come deponendo un seme sotto la neve: «La sfida è quella di capire come vivere questo tempo, così pieno di esperienze di dolore, di sofferenza, di morte, magari vissuta nella solitudine … un tempo che ci rivela in modo diverso chi siamo: ci mostra la nostra fragilità ed evidenzia tante contraddizioni della forma sociale presente e le rende più acute, … che mette in discussione certezze e obbliga a ripensare ciò che dà valore e qualità alla nostra vita».
Tre ambiti particolari sono individuati nella lettera con il suggerimento di domande per riflettere.
Questo tempo interpella la vita della Chiesa, invitata a cogliere la chiamata del Vangelo racchiusa nel restare a casa. Come vivere questo tempo perché sia generativo, per uno stile di Chiesa rinnovato e fedele al Vangelo?
L’ambito della realtà socio-ambientale è provocato a superare un sistema economico-finanziario iniquo che genera disuguaglianze globali, per costruire invece un futuro sostenibile in un’ottica di ecologia integrale. Come coltivare una forte coscienza della vita assieme sul pianeta, alla luce dell’interconnessione sperimentata in questi giorni?
Questo tempo indica anche – con la forza della realtà – che la pace è possibile, se riscopriamo la dimensione planetaria della nostra esistenza. Come far germinare da questi giorni di incertezza prospettive feconde, che rafforzino anche l’impegno contro la povertà e la grande crisi socio-ambientale del mutamento climatico?
Celebrare la fede a casa: un sussidio per il triduo pasquale
Alcuni membri del gruppo – Andrea Grillo, teologo liturgista che ha coordinato il lavoro, Serena Noceti e Alessandro Cortesi – si sono resi disponibili per l’elaborazione di un sussidio per la vivere nella dimensione domestica il triduo pasquale: è intitolato #iocelebroacasa e ha delineato tre itinerari, sapienziale, rituale, battesimale per la celebrazione dei giorni della Pasqua.
Il sussidio pubblicato nel sito è stato una proposta per vivere i riti e le parole della Pasqua nel contesto e nell’esperienza della casa quale forte esperienza di Chiesa, isolati ma non soli e valorizzando la liturgia della vita.
Nell’opera di realizzazione si sono affiancati altri preziosi collaboratori nella cura della sezione dedicata ai bambini (Morena Baldacci), nell’attività di editing (Federico Manicardi) e nelle illustrazioni e disegni (Luca Palazzi).
Parole e proposte per un futuro diverso possibile
A breve uscirà un e-book, col coordinamento di Vittorio Berti e Marco Giovannoni, che raccoglierà diversi saggi su alcune parole chiave di questo tempo della pandemia.
Saranno affrontati da diverse angolature e con sguardi plurali alcuni temi sintetizzati in dieci parole che delineano i tratti dell’esperienza per leggere il presente e orientarsi al futuro: tempo sospeso (Enzo Biemmi), prossimità (Vittorio Berti), terra (Simone Morandini), corpo (Riccardo Saccenti), futuro (Alessandro Cortesi), pubblico (Marco Giovannoni), saperi (Riccardo Saccenti), compartecipazione/Chiesa (Serena Noceti), periferie (Fabrizio Mandreoli), autorità/libertà (Andrea Grillo).
Il desiderio condiviso nel gruppo – che ha vissuto con spirito di amicizia e condivisione questo impegno – è quello di suscitare una riflessione che si allarghi in ambiti diversi.
Appare infatti urgente accogliere e pensare le sfide poste da questo momento, in vista di un’azione tesa a costruire una società più solidale e a suscitare processi di riforma della Chiesa alla luce dell’esperienza di dolore e ripensamento che stiamo vivendo.
Alessandro Cortesi è docente di teologia sistematica presso l’Istituto di scienze religiose della Toscana e curatore del blog La parola cresceva.