Ancora Big Data: dall'identificazione allo Stato onnipresente
Il Senato americano ha cominciato la
discussione di un provvedimento di riforma delle norme sull’immigrazione.
All’interno delle oltre 800 pagine della legislazione (si tratta di un
provvedimento bipartisan) si
prospetta la creazione di un database nazionale contenente i dati
biometrici di praticamente ogni adulto negli Stati Uniti.
La biometria (dalle parole greche bios = “vita” e metron = “conteggio” o “misura”) è una disciplina che studia le grandezze biofisiche per identificarne i meccanismi di funzionamento, misurarne il valore e indurre un comportamento desiderato in specifici sistemi tecnologici.
Le dimensioni del cranio e la conformazione dell’apparato scheletrico, in termini di proporzione fra le sue componenti, sono fra le prime variabili studiate nella storia della biometria.
Attualmente la maggior parte degli sforzi della comunità scientifica e della ricerca industriale è orientata allo studio di quelle variabili che permettono l’identificazione affidabile degli individui. Le tecniche biometriche di identificazione sono infatti finalizzate a identificare un individuo sulla base delle sue peculiari caratteristiche fisiologiche o comportamentali, difficili da alterare o simulare. Tra le variabili più frequentemente prese in esame: impronte digitali, geometria della mano e del volto, conformazione della retina o dell’iride, timbro e tonalità di voce.
La creazione di questo database, che ha suscitato già le paure profonde dei più accaniti tutori della privacy, potrebbe essere il primo passo verso un sistema di identificazione nazionale onnipresente e univoco per il riconoscimento e il controllo di ogni adulto presente sul suolo USA.
Il linguaggio legale di cui è costituito il progetto parlamentare si esprime dando mandato al governo per la creazione di uno “strumento fotografico” – un nome innocuo –, per quella che si configura come un’enorme banca dati federale gestita dal Dipartimento per la sicurezza nazionale e che conterrebbe i nomi, l’età, i numeri di previdenza sociale e le fotografie di tutti quelli che negli Stati Uniti hanno una patente di guida o un documento d’identità rilasciato da un ufficio governativo (come ad esempio il dipartimento della motorizzazione).
Secondo questo disegno di legge i datori di lavoro saranno tenuti a cercare ogni nuovo assunto nel database, per verificare che la fotografia corrisponda con i dati forniti.
Questo nuovo strumento messo a disposizione del Border security, economic opportunity, and immigration modernization Act mira a frenare l’occupazione di immigrati privi di documenti. Ma i gruppi di azione legati ai diritti civili e alla tutela della privacy temono uno strisciante avanzamento, tramite questa legge, di un controllo che si estenderà pian piano ai seggi elettorali, all’affitto di una casa, per acquistare una pistola, per aprire un conto in banca, per accedere al credito, per salire a bordo di un aereo o anche per partecipare a un evento sportivo o accedere a Internet. Negli sviluppi sociali che questo tipo di controllo biometrico potrebbe avere si potrebbe giungere alla realizzazione di una sorta di versione governativa della rete sociale basata sulla geolocalizzazione Foursquare, con un Grande Fratello che cataloga ogni check-in.
“Si inizia a cambiare il rapporto tra il cittadino e lo stato, e c’è bisogno di ottenere un largo consenso per avere il permesso di fare tutte queste cose”, ha detto Chris Calabrese, un lobbista del Congresso che lavora per l’American Civil Liberties Union. “Fondamentalmente, continua Calabrese, potrebbe essere l’inizio di un registro [log] di tutte le attività di ogni cittadino”.
Per ora la normativa consente al database di essere utilizzato solo per motivi di lavoro. Ma storicamente, si sa, tali limitazioni non durano e sono facilmente modificabili sotto la pressione della minaccia alla sicurezza. La Social Security Card, per esempio, è stata creata per tenere traccia delle prestazioni pensionistiche pubbliche. Ora è necessaria per acquistare l’assicurazione sanitaria.
Di fatto “il numero di previdenza sociale è divenuto onnipresente nella vita”, ha detto Calabrese.
David Bier, un analista per il Competitive Enterprise Institute, è d’accordo con le paure della American Civil Liberties Union e così commenta il fatto: “L’aspetto più preoccupante è che questo disegno di legge crea un principio di permesso sostanziale per poter fare certe attività e può essere utilizzato per limitare le libertà di azione dei cittadini. È come un sistema di identificazione nazionale senza necessità dei documenti”.
Per il momento, il dibattito in Commissione Giustizia del Senato è focalizzato sui parametri di regolarizzazione per gli immigrati non autorizzati, la costruzione di una recinzione di sicurezza lungo tutta la frontiera USA e nella disciplina dell’immigrazione legale in futuro.