1° settembre: ecumenicamente, per il creato
Riprendere
in questo 1° settembre le pubblicazioni di «Moralia» dopo la pausa estiva
significa trovarsi immersi in un giorno di significativa novità: la I Giornata mondiale
di preghiera per la cura del creato, promossa da papa Francesco con una lettera
datata 6 agosto, Festa della trasfigurazione. Un evento che dà continuità a
quell’attenzione per i temi ambientali potentemente evidenziata dall’enciclica Laudato si’ e che ora viene richiamata
da tale appuntamento annuale. Esso ne sottolinea in primo luogo la dimensione
orante, di invocazione al Creatore, il solo che può sostenere una terra
splendida e fragile. Non manca, però, neppure il richiamo alla dimensione
etica, nel riferimento – presente nella lettera d’indizione – alla “conversione
ecologica” e alla “passione per la cura della terra”, cui la Giornata intende
contribuire.
È lo stesso intreccio di temi che ritroviamo nel Messaggio “Un umano rinnovato, per abitare la terra”, proposto dai vescovi italiani in occasione di quella che per la Chiesa cattolica italiana è ormai la decima celebrazione della giornata per il creato.
Una dinamica ecumenica
Il dato su cui vorremmo soffermarci è la forte dinamica interconfessionale in cui si inscrive tale evento: la proposta di fare del 1° settembre una giornata di preghiera per il creato è stata formulata nel 1989 dal Patriarcato di Costantinopoli – nella persona del predecessore di Bartolomeo I, Demetrio – ed è stata poi rilanciata da numerose assemblee ecumeniche, a livello sia continentale sia globale. In diverse nazioni il “Tempo del creato” (1° settembre – 4 ottobre) è ormai divenuto occasione di incontro tra credenti di chiese diverse e anche di dialogo interreligioso.
Facendo propria tale proposta, dunque, papa Francesco accoglie un dono, che viene offerto alla Chiesa cattolica dalle altre Chiese, nel segno della condivisione. Il dato è chiaro nella stessa lettera d’indizione, che rimanda al suggerimento ricevuto dal metropolita Ioannis (Zizioulas) di Pergamo, in occasione della presentazione dell’enciclica. Non a caso, quindi, vi si esprime pure l’auspicio (che potrà probabilmente concretizzarsi meglio nei prossimi anni) di iniziative concordate con le diverse comunità cristiane e con lo stesso Consiglio ecumenico delle Chiese. Si conferma, dunque, quella forte attenzione per il dialogo che ha caratterizzato anche in questa estate l’azione di papa Francesco – basti pensare all’intenso saluto indirizzato al Sinodo valdese – come uno degli assi portanti del suo pontificato.
Convocazione e
contemplazione
S’intrecciano così in questa giornata due dimensioni caratteristiche della stessa Laudato si’: da un lato la contemplazione del creato e la lode al Signore, con la forte ispirazione biblica e francescana che le muove, dall’altro la convocazione a tutto campo per la cura della casa comune. La sfida di custodire una terra sempre più esposta al degrado ambientale va affrontata assieme: tutti coloro che abitano il pianeta sono invitati a partecipare a un dialogo mirante alla ricerca di soluzioni efficaci e condivise. I credenti, d’altra parte, sono chiamati ad approfondire radici e motivazioni del loro impegno scoprendone la specificità nella meditazione e nella preghiera, per poter offrire un contributo efficace di pratica e di riflessione all’agire comune.
La sfida è impegnativa: val la pena di ricordare una volta di più la vicinanza della Conferenza delle Parti, che si terrà a Parigi all’inizio di dicembre per concordare l’azione congiunta della comunità politica internazionale in ordine al contenimento del mutamento climatico (dopo un’estate estremamente calda…). La preghiera e l’azione si trovano interpellate nel segno dell’urgenza e della responsabilità – per le generazioni future, per i poveri della terra, per tutte le creature che con noi la condividono – e anche la riflessione morale si vede invitata a ricollocare in tale orizzonte la propria ricerca…