m
Moralia Blog

10 anni di iPhone: come ci hanno cambiato la vita

Nelle previsioni per il 2017 che hanno affollato le pagine e le home page di numerose testate giornalistiche in questi primissimi giorni dell’anno non è mancato di ricordare come quest’anno ricorra il decimo anniversario dal lancio di quel cellulare, l’iPhone di Apple appunto, che ha cambiato il modo di relazionarci al telefono, a internet e anche al mondo.

 

Nelle previsioni per il 2017 che hanno affollato le pagine e le home page di numerose testate giornalistiche in questi primissimi giorni dell’anno non è mancato di ricordare come quest’anno ricorra il decimo anniversario dal lancio di quel cellulare, l’iPhone di Apple appunto, che ha cambiato il modo di relazionarci al telefono, a internet e anche al mondo.

Sono infatti passati 10 anni dalla presentazione del primo modello, avvenuta il 9 gennaio 2007 ad opera di Steve Jobs durante la conferenza di apertura del Macworld. Il dispositivo è comparso nei negozi Apple negli USA dal 29 giugno dello stesso anno. Quando Steve Jobs presentò il primo iPhone, lo descrisse come un “dispositivo rivoluzionario”. In realtà se l’iPhone è il prodotto che ha segnato nell’immaginario collettivo l’avvento dello smartphone, non è lui il capostipite di questa trasformazione tecnologica.

L'idea di creare dei dispositivi che unissero la telefonia all'utilizzo degli elaboratori elettronici risale, facendo una piccola indagine, al 1973, ma la disponibilità commerciale di tali dispositivi cominciò solo venti anni dopo, nel 1993. Il termine smartphone, invece, fu coniato nel 1997 dalla Ericsson per descrivere il suo GS 88 Penelope. I BlackBerry della canadese RIM sono considerati i primi smartphone ad essersi affermati su scala internazionale: permettevano di aprire (e consultare) allegati, oltre a poter navigare in Internet con un browser mobile - all’epoca caratteristica unica nei dispositivi mobili.

La rivoluzione "smart" di Apple

La novità prodotta da Apple nel 2007 è stata tuttavia un cambio di direzione notevole nel modo in cui un utente si poteva relazionare alla tecnologia smart. L’iPhone non aveva tasti fisici o una tastiera, come ad esempio il BlackBerry, ma si presentava come uno schermo di vetro piatto dotato di multi-touch e pinch to zoom (i gesti che oggi facciamo comunemente per interagire con il nostro telefono). Tutti i servizi sono controllabili dall'utente tramite uno schermo multi-touch, una tastiera virtuale, un pulsante per tornare al menu principale (detto tasto Home), due piccoli tasti per la regolazione del volume, uno per passare dallo stato di suoneria allo stato di vibrazione e uno per lo stand-by o spegnimento/accensione.

L'interazione con l'utente è coadiuvata da un accelerometro e un giroscopio digitale, che funzionano come sensori di movimento, un sensore di prossimità e un sensore di luce ambientale. Apple ha depositato più di 300 brevetti legati a tali dispositivi. A partire dall’iPhone per la prima volta la tecnologia non era legata a un form factor della progettazione ma il piccolo dispositivo di calcolo cambiava funzioni e interazioni a seconda della combinazione di tre circostanze: il desiderio dell’utente, le circostanze ambientali e le funzioni specifiche impegnate – telefonia, dati o fotocamera, per fare degli esempi.

Una vita sempre più…social!

Dieci anni dopo la nascita dell’iPhone possiamo provare a tracciare un bilancio di come gli smartphone hanno cambiato la nostra vita e il nostro modo di interagire tra noi e con il mondo. Con uno smartphone è stato possibile portare Internet sempre dietro: l’iPhone ha tagliato i cavi di internet e ci ha legati a se permettendoci di essere sempre e comunque connessi. Il web ha fatto entrare nella nostra vita (virtuale) quelle persone che prima incontravamo solo al bar, alle poste, in banca o sui mezzi pubblici. Con gli smartphone la nostra esistenza e le nostre amicizie sono divenuti social: sempre accessibili, sempre pubblicabili e sempre aggiornabili in tempo reale.

Da quando lo smartphone ha messo una macchina fotografica digitale nelle nostre tasche ormai nessuno sfugge ad uno dei fenomeni più comuni e diffusi in rete: il selfie. Dalle più note star del cinema ai comuni mortali, tutti vogliono sfoggiare le proprie foto e – permetteteci il neologismo - selfieggiare sui social network. In tutto questo lo smartphone svolge un ruolo significativo: basta scattare una foto e poi premere sul tasto condividi per comparire sulle bacheche virtuali di amici e conoscenti. Un gesto alla portata di tutti diventato ancora più semplice grazie alla diffusione dei selfie stick!

Tecnologia fluida, un problema di etica

Gli smartphone hanno cambiato anche il modo con cui accediamo alle notizie, con cui le produciamo e con cui ciascuno può essere un reporter pubblicando sui social gli accadimenti di cui è testimone. Questo fenomeno è divenuto così grande e incontrollabile che oggi si parla di postverità come di quel caleidoscopio di notizie sganciate dai fatti ma notizie perché trasmesse e moltiplicate dalla rete.

Non più telefono portatile ma mappe, immagini, email e foto hanno iniziato ad abitare le nostre tasche attraverso una tecnologia fluida e adattabile che sempre più è il medium che si pone tra noi e il reale e che detta la nostra comprensione della realtà stessa. Tutto questo è bene o male? La trasformazione è ancora in corso ma il risultato è tutt’altro che scontato.

Non è la tecnologia ad essere buona o cattiva in sé ma l’umano che attraverso essa si comunica o si nega. E questo, in ultima analisi, dipende dall’uso che ciascuno di noi ne fa e da come organizziamo le nostre strutture sociali tramite le tecnologie nuove o vecchie che siano. Questo mostra sempre più come la tecnologia non sia un problema dell’ingegneria ma un problema di etica!

Commenti

  • 17/01/2017 donatella.vicentini@gmail.com

    E mio convincimento che ciò che può aiutare, in quanto strumento, la relazione tra individui sociali è sempre fonte di nuove opportunità. Abbiamo sempre il dovere però di custodire e preservare il nostro diritto/dovere di rispetto esercitandolo in maniera discrezionale e soprattutto tenendo a cuore la persona. Qualsiasi uso consentito è una porta aperta: dobbiamo scegliere responsabilmente e scientemente chi vogliamo essere e quale futuro sognare anche per gli altri: una vita di senso per dare il nostro senso alla vita e il nostro contributo, in questo tempo che ci è dato da vivere. Solo l'esercizio costante di questa dinamica può a mio parere preservarci dal cattivo uso e abuso della tecnologia presente e a divenire. Usufruisco di un cellulare intelligente, un tablet, un computer, connessi solo al bisogno.

Lascia un commento

{{resultMessage}}