L’analisi della teologia pastorale del pontificato di Francesco non può prescindere dal radicamento del religioso gesuita Jorge Mario Bergoglio nella Chiesa latinoamericana e dal suo ruolo di primo piano nella V Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano (Aparecida 2007). E inoltre dalla sua compenetrazione con la Chiesa post-conciliare dell’Argentina contemporanea, da cui ne scaturiscono l’esperienza e l’ecclesiologia. Quello che si è sviluppato da queste premesse ha avuto le caratteristiche di un pontificato riformatore, sinodale e missionario, in cui le periferie si sono configurate non solo come luoghi di missione, ma anche come orizzonti ermeneutici e fonti di rinnovamento.
Carlos María Galli, presbitero e professore alla Facoltà di Teologia di Buenos Aires, membro della Commissione teologica internazionale e dell’Accademia pontificia di teologia, ripercorre le linee di sviluppo della teologia pastorale di papa Francesco e ne ricostruisce le fonti conciliari e latinoamericane.
L’enciclica Fratelli tutti di papa Francesco «s’inscrive nella visione “messianica” del mondo e della Chiesa, delineata dal concilio Vaticano II…, ma vi apporta più che semplici sfumature, in ragione del kairos offerto dal passaggio all’antropocene e alla preoccupante situazione della popolazione mondiale, aggravata dalla pandemia». Il teologo gesuita Christoph Theobald, docente di Teologia sistematica alla Facoltà gesuita di Parigi – Centre Sèvres, ha individuato nella tradizione della teologia spirituale il retroterra teologico della terza enciclica di Francesco, uscita nel 2020 in piena pandemia di COVID-19. «Inscrivendosi nella “pastoralità della dottrina”, promossa dal Vaticano II, l’enciclica la sposta… verso i processi di trasformazione spirituale, radicandoli nei nostri corpi individuali e socio-politici», e dimostrando di conseguenza la necessità di importanti e conseguenti trasformazioni nella filosofia e nella teologia, che la Fratelli tutti lascia in eredità alla Chiesa.
Quella di «papa populista» è una critica che è stata rivolta a Francesco, soprattutto a partire da un insistente richiamo al popolo, in primo luogo sotto il profilo ecclesiologico ma con inevitabili risvolti politici, e poi anche a partire dalle sue radici latinoamericane e più nello specifico argentine. Ma su questo punto nella riflessione di papa Bergoglio si registra un progressivo approfondimento, che ha portato Francesco a superare una concezione «neutra» del termine, fino a identificare chiaramente il populismo come una strumentalizzazione della volontà popolare a scopi di potere personale.
La contrapposizione tra «popolo» e «populismo» costituisce l’esito di un percorso che si snoda nel corso dei dodici anni in cui Bergoglio ha svolto il suo servizio petrino. Ricostruirne, sia pure per sommi capi, le tappe consente di cogliere una dinamica interna al pontificato di Francesco ed eliminare un’ombra che pesa nell’interpretazione del suo esercizio del ministero papale.
Primo papa latinoamericano nella storia della Chiesa e primo gesuita a ricoprire la più alta carica della Chiesa cattolica, Jorge Mario Bergoglio si affacciò al balcone della Loggia della Basilica vaticana la sera del 13 marzo 2013 con parole che iniziavano già a modificare profondamente la figura del pontefice: «Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo… ma siamo qui… Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie! (…) E adesso, incominciamo questo cammino: vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi». Nelle pagine che seguono ripercorriamo i 12 anni trascorsi, sottolineandone gli eventi principali, che abbiamo puntualmente e regolarmente seguito sulla rivista.
Trump, lo abbiamo già osservato, è una via di mezzo tra un autocrate europeo del secolo scorso e un dittatore latinoamericano. Non sopporta la democrazia perché non ha le qualità culturali, morali e politiche per governare attraverso il metodo democratico.
Per una sorta di rivincita delle parole sul proprio significato, il percorso sinodale italiano, che era stato sin dal suo inizio chiamato Cammino sinodale, ha avuto esiti analoghi nel processo (ma diversi nei contenuti) a quello del tedesco Synodaler Weg.
Il nome di Cassandra – la Cassandra di Christa Wolf nello specifico, libro di notevole impatto uscito negli anni Ottanta – è stato pronunciato nell’introduzione di Lucia Vantini al seminario «Le donne, il drago, le stelle.
Tradurre è un lavoro senza fine e questo vale specialmente per la Bibbia: si evolve la lingua d’arrivo, s’approfondiscono le conoscenze relative ai testi antichi, si comprende sempre meglio la parola di Dio.
È stata pubblicata sul Bollettino ufficiale regionale la legge della regione Toscana 14 marzo 2025, n. 16, contenente «Modalità organizzative per l’attuazione delle sentenze della Corte costituzionale 242/2019 e 135/2019».
Lo scorso 17 febbraio, quando papa Francesco era appena stato ricoverato al Gemelli e ancora non si conosceva la gravità della sua malattia, p. Thomas Reese ha segnalato l’urgenza che egli, «per prepararsi al suo inevitabile declino e alla sua morte» prenda alcuni provvedimenti qualora la sede romana dovesse rendersi vacante.
Dal 12 al 14 marzo si è svolta presso la Fordham University dei gesuiti a New York City la 4a edizione dell’incontro tra teologi e vescovi chiamato «The Way Forward».
Una delle disposizioni più odiose nella pioggia di ordini esecutivi emessi dal presidente Donald Trump in materia d’immigrazione riguarda la possibilità di condurre raid anti-immigrati irregolari in luoghi sensibili, come scuole, ospedali, chiese, senza necessità di autorizzazioni.
Tra gli oppositori del presidente Nayib Bukele c’è chi si domanda se la Chiesa cattolica di El Salvador, ora promotrice di una coraggiosa azione di contrasto nei confronti del capo dello Stato, non si avvii a finire perseguitata similmente a quella del vicino Nicaragua.
La seconda presidenza di Donald Trump sembra segnare una cesura, rendendo inevitabile ciò che un tempo era impensabile e indicibile. Ma è davvero una cesura o si tratta di un processo con radici lontane nel tempo?
I primi atti compiuti da Donald Trump all’inizio del suo secondo mandato alla presidenza degli Stati Uniti hanno provocato un vero e proprio terremoto nell’opinione pubblica.
Il libro di Julia Feder punta direttamente all’analisi teologica, focalizzata in particolare sul tema della guarigione possibile, personale e comunitaria, sulla scorta della mistica di Teresa d’Avila e della teologia di Edward Schillebeeckx.
Joseph Ratzinger, diventato papa, sembrò segnare una svolta nella politica della Chiesa, anche se nel segno della continuità.
Il termine «diaconia» è inusuale nel mondo cattolico, relegato solitamente nell’ambito esegetico per riferirsi all’uso che se ne fa nel Nuovo Testamento o alla sfera sacramentale.
Si tratta di un volume scritto in arabo e pubblicato nel 2018 presso l’Institute for Palestine Studies di Beirut.
Di «fronte alle esigenze della giustizia chi può dirsi a posto o comunque non coinvolto?
Il silenzio e l’Essere, la metafisica e la sua ricorrente dichiarazione di morte: sono queste le traiettorie che caratterizzano i due volumi di Piermario Ferrari.
Se questi anni di guerra crudele scatenata dalla Russia di Putin contro l’Ucraina possono essere ascritti soltanto al genere tragico, il libro di Elena Kostioukovitch potrebbe ben rappresentarne il coro, secondo i canoni classici.
Viviamo un’epoca complessa in cui sognare o sperare in un cambiamento autentico appare sempre più arduo.
Se c’è una cifra che marca in profondità il nostro tempo è il ritorno prepotente della guerra.
In occasione dell’80o anniversario della morte dell’autore di Resistenza e resa, il pastore e teologo valdese Fulvio Ferrario ha meritatamente dato alle stampe una guida agli scritti dal carcere di Bonhoeffer.
La trama di questo libro può essere espressa con l’immagine di due processi paralleli e coesistenti, per ognuno dei quali si possono tracciare il fondamento, l’evoluzione recente, gli ostacoli e le prospettive.
Luigi Santucci è un grande autore da rileggere. È nato il giorno esatto in cui la Prima guerra mondiale finiva ed è morto sulla soglia del nuovo secolo.
Questo è il fatto principale che deve guidare tutte le analisi critiche della tecnologia digitale. È la mente che deve essere conquistata, non tanto per soggiogarla o reprimerla, quanto per garantire una collaborazione docile.
Il miglior film straniero agli Oscar in lingua portoghese e ambientato in Brasile, Ainda estou aqui (Io sono ancora qui) di Walter Salles, inizia con un cattivo presagio.
Alla metà del IV secolo, a poco a poco il deserto diviene una città. Molti, delusi dalla tiepidezza spirituale che si vive ormai negli ambienti cristiani, con la Chiesa che intrattiene rapporti sempre più stretti col potere politico e la conseguente mondanizzazione del clero, trovano nel ritiro del deserto, sia esso fisico o mentale, una nuova condizione di vita.
Non esiste una teologia in sé. Essa «è legata alle pratiche e alle proposte umane che prendono forma nel mondo e nella società», perché sullo sfondo del suo lavoro c’è «il presente socio-culturale».
Nella Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 si afferma che tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti, sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fraternità.
Caro direttore, chi è genitore, insegnante o educatore non può non rimanere colpito dalla recente notizia delle denunce che il preside di un liceo bolognese ha sporto nei confronti di un gruppo di studenti che ha occupato la scuola
Caro direttore, firmato «Una voce da Gerusalemme per la giustizia» e diffuso il 1° aprile scorso, è stato reso noto un documento che si autodefinisce «Testimonianza ecumenica per l’uguaglianza e per una pace giusta in Palestina/Israele».
Ascoltando il 28 febbraio la notizia che si era conclusa a Roma la causa diocesana per Alcide De Gasperi, ho di colpo realizzato che sono ormai 5 le cause di canonizzazione di protagonisti dell’Assemblea costituente giunte a buon punto e che le cause potrebbero essere 8, e che questo è un fatto straordinario.