Francesco 2013-2025: i documenti del pontificato - Speciale Francesco
Nei suoi 12 anni di pontificato papa Francesco ha scritto 4 encicliche, 2 bolle per i due giubilei (2015-16 e 2025), 7 esortazioni apostoliche, 39 costituzioni apostoliche e 77 motu proprio. Questi ultimi, documenti scritti e firmati dal papa di propria iniziativa, sono in proporzione molto più numerosi rispetto a quelli dei tre papi precedenti (cf. Regno-doc. 13,2023,420). Nel pontificato di Francesco sono stati una delle principali fonti di nuove leggi al di fuori del Codice di diritto canonico, in particolare per il riordino delle questioni economiche e finanziarie pertinenti il Vaticano.
Nei primi mesi di pontificato, nel 2013, i due documenti di maggior rango sono stati l’enciclica Lumen fidei (Regno-doc. 13,2013,385) e l’esortazione apostolica Evangelii gaudium (Regno-doc. 21,2013,641). La prima, che si basa ampiamente su un impianto preparato dal predecessore Benedetto XVI e ne conclude la triade dedicata alle virtù teologali, tratta il tema della rivelazione, la risposta credente, il ruolo e l’essenza della Chiesa e la costruzione della città terrena; nella conclusione, la fede entra in stretta correlazione con la sofferenza.
Ma è l’esortazione apostolica Evangelii gaudium, ampiamente ripresa anche dall’enciclica Fratelli tutti del 2020, ad avere un significato programmatico. Si tratta di un testo di ampio respiro e fortemente bergogliano anche nella forma della scrittura. Il papa chiede che venga applicato «con generosità e coraggio» in uno «stato permanente» di «conversione pastorale e missionaria che non può lasciare le cose come stanno». Gli ambiti prioritari di questo nuovo stile riguardano innanzitutto «le strutture», perché siano «ancora più vicine alla gente»; poi la Chiesa locale con il suo vescovo, perché sia favorita «una comunione dinamica, aperta e missionaria»; e infine «il papato e le strutture centrali della Chiesa universale». Occorre infatti aprirsi a una nuova «forma dell’esercizio del primato» e rafforzare lo «statuto delle conferenze episcopali», che comprenda anche forme di «autorità dottrinale».
Mentre il 2014 trascorre senza documenti di analogo livello magisteriale, il 2015 si avvia con la bolla Misericordiae vultus (Regno-doc. 13,2015,1), che indìce ufficialmente l’anno santo straordinario o giubileo della misericordia, concretizzando un tema introdotto già a pochi giorni dall’elezione, che diventa effettivamente un pilastro del pontificato.
Un altro evento che nell’anno ottiene grande attenzione sulla scena mediatica e politica globale è l’enciclica Laudato si’ «sulla cura della casa comune» (Regno-doc. 23,2015,1), che con decisione arruola la Chiesa cattolica nella schiera di quanti sostengono l’urgenza della lotta contro il cambiamento climatico, e sulla scia del predecessore Benedetto XVI collega strettamente l’ecologia ambientale all’«ecologia umana», intesa sia nei suoi fondamenti antropologici sia nei suoi risvolti sociali.
D’importanza primaria è l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia sull’amore nella famiglia (Regno-doc. 5,2016,129), che vede la luce nell’aprile 2016 e raccoglie e suggella (salvo la fase della recezione, che rimane aperta) la riflessione del cammino sinodale, che si era aperto nel 2013 con la consultazione in vista della III Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi (ottobre 2014) e si era concluso con la XIV Assemblea generale ordinaria (ottobre 2015).
Dopo Gaudete et exsultate, l’esortazione apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo (Regno-doc. 9,2018,265), altre due esortazioni apostoliche postsinodali concludono i Sinodi del 2018 sui giovani e del 2019 sulla Regione panamazzonica. Si tratta rispettivamente di Christus vivit (Regno-doc. 9,2019,257), a conclusione del processo sinodale culminato nel 2018 nel Sinodo sui giovani, e della Querida Amazonia (Regno-doc. 5,2020,129).
Attesa con molte aspettative in tutta la Chiesa cattolica, per la portata delle proposte che l’Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la Regione panamazzonica dell’ottobre 2019 aveva presentato, quest’ultima si è posta in modo peculiare accanto al Documento finale del Sinodo stesso (Regno-doc. 21,2019,648ss). Infatti, afferma il papa, «non svilupperò qui tutte le questioni abbondantemente esposte nel Documento conclusivo. Non intendo né sostituirlo né ripeterlo». Ma sulle richieste avanzate dalle Chiese amazzoniche, in particolare riguardo ai ministeri istituiti, non viene per il momento modificata la disciplina generale.
Dei grandi temi avanzati nel documento programmatico Evangelii gaudium, all’interno del cantiere della riforma della Chiesa arriva in porto nel 2022 il «ramo» della riforma della curia romana, con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium (Regno-doc. 7,2022,193), che riordina in modo generale le numerose riforme intervenute nei nove anni di pontificato trascorsi per attuare una «salutare decentralizzazione» nella Chiesa cattolica, porre la curia al servizio del papa e delle Chiese locali, renderla efficiente e competente, riorientarla alla missione della Chiesa: l’evangelizzazione. A prezzo di un notevole ridimensionamento della Segreteria di Stato. Intanto nel 2021 è stato riformato il Codice di diritto canonico, con la costituzione apostolica Pascite gregem Dei (Regno-doc. 13,2021,385).
Nel 2024, dopo la bolla d’indizione del giubileo in corso Spes non confundit di maggio (Regno-doc. 11,2024,321), in ottobre esce la quarta e ultima enciclica, Dilexit nos (Regno-doc. 19,2024,577), sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo, che «permette di scoprire che quanto è scritto nelle encicliche sociali Laudato si’ e Fratelli tutti non è estraneo al nostro incontro con l’amore di Gesù Cristo, perché, abbeverandoci a questo amore, diventiamo capaci di tessere legami fraterni (...) e di prenderci cura insieme della nostra casa comune» (n. 217).
Daniela Sala