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il Regno delle Donne Tag: cultura-e-societa

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Sul patriarcato: ancora!?

L’ultimo intervento del ministro dell’istruzione Valditara alla presentazione, alla Camera dei deputati, della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin ha portato nuovamente in prima pagina la questione del rapporto tra patriarcato e violenza di genere, aggiungendovi il fantasma dell’immigrazione. Leggiamo piuttosto con attenzione la storia e la cronaca e – dramma moltiplicato – consideriamo che lo stupro è la manifestazione più grave della violenza di genere, specie all’interno dei nuclei di convivenza, non l’unica. 

 

Amore violento

Se è violento non è amore. Tante agenzie educative mettono in guardia da certe manifestazioni di controllo, dai segnali di un rapporto tossico. Ma se quell’immaginario si trova nella Scrittura? Se, senza verifica passa nella predicazione e si spaccia per atteggiamento di Dio? 

 

Gli abusi e il potere

Nel mese in cui si moltiplicano le iniziative per l’eliminazione della violenza di genere, la piaga degli abusi non può essere ignorata.  Pare a volte invece che ci stiamo abituando o che ne individuiamo le cause in maniera parziale, dunque inadeguata. Forse anche perché ne facciamo un discorso solo interno? O perché mascheriamo l’esercizio del potere chiamandolo servizio? Indagarne il meccanismo nella sua complessità e consentire lo sguardo esterno su di esso è un compito a cui non possiamo sottrarci

 

Sinodo: le politiche e l’apprendimento

Una teologa che ha fatto parte di una commissione teologica al Sinodo ha scritto alcune considerazioni, alla vigilia della sua conclusione. Un post vecchio? No. E’ piuttosto un’istantanea in un tempo sospeso e dilatato, cifra di quanto segue il Sinodo, come processo oltre l’evento. Con una attenzione particolare alle parole delle donne e sulle donne.

«Donne, vita, libertà»: la parola dei corpi contro la violenza patriarcale

Le donne iraniane stanno pagando con la vita la ribellione a un potere maschile, ammantato di sacro, che vieta loro di essere quello che desiderano essere. Facciamo risuonare e condividiamo la loro protesta: per non lasciarle sole, ma anche perché nella domanda femminile di libertà è in gioco il benessere sociale, politico, economico e religioso del mondo che abitiamo insieme. 

 

A viso scoperto. Veglieremo e sarà giorno

Motivi di vegliare ce ne sono tanti: lo suggerisce il giorno liturgico che lega Pasqua a Pentecoste, lo impone l’urgenza della pace. Il 17 maggio ci convoca a una veglia determinata e mite per il superamento di qualsiasi forma di omotransbifobia. La ricorrenza è laica, ma a essa si uniscono tante comunità religiose, anche della Chiesa cattolica, che è in Sinodo. Per noi anche scrivere è un modo di vegliare.

 

Pregare insieme per vincere l’omofobia

Nelle veglie organizzate per la Giornata contro l’omo-transfobia ascolteremo la Parola che Dio rivolge a tutte e tutti: «Sei prezioso ai miei occhi, sei degno e io ti amo». Di questa luce abbiamo bisogno per relazioni rinnovate, non gerarchiche e non violente.

Studi teologici: si può fare di più

La conoscenza teologica diffusa e condivisa è un elemento fondamentale per crescere come Chiesa. In Italia, però, i futuri presbiteri non studiano insieme a laici e laiche, e questi ultimi a loro volta, se intendono conseguire i gradi superiori, si trovano spesso di fronte a difficoltà economiche e organizzative insormontabili.

Voglio un vestito da principessa

Nell’ultimo cartone animato Disney le eroine dei lungometraggi precedenti, da Biancaneve in poi, depongono i loro sontuosi o succinti abiti per sceglierne altri più comodi e adatti a ciò che sentono. Che ne sarà allora di uno dei più diffusi travestimenti di carnevale, e di quello che significava?