La legislatura populista che va verso il suo pazzoide compimento lascia il paese in una profonda crisi politica. Essa segna il fallimento dei due maggiori protagonisti: la Lega salviniana e il Movimento 5 Stelle che l’hanno determinata. Il fallimento di queste forze politiche non significa l’uscita definitiva del paese dalle pulsioni populiste. Né che quella eventuale uscita sia senza prezzo. Si tratta di colpi di coda. O meglio di colpi di testa. Ma potrebbero mettere il paese in grave difficoltà.
Il sogno del movimento pro-life, lungo quasi 50 anni, si è avverato. Il 24 giugno 2022, con la pubblicazione della decisione Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization sul divieto di aborto dopo 15 settimane in Mississippi, la Corte suprema federale degli Stati Uniti ha effettivamente abrogato il diritto all’aborto negli USA, così come era stato istituito dalla sentenza Roe v. Wade del 1973 e modificato dalla sentenza Planned Parenthood v. Casey del 1992. È una data storica per gli Stati Uniti e in modo particolare per la Chiesa cattolica.
Abbandoniamo «le polemiche per ascoltare insieme che cosa lo Spirito dice alla Chiesa, custodiamo la comunione, continuiamo a stupirci per la bellezza della liturgia».1 L’area ecclesiale antimoderna e segnatamente tradizionalista fa i conti, a livello mondiale, con la strada imboccata da papa Francesco con la Traditionis custodes2 e di cui la lettera apostolica Desiderio desideravi, firmata nella solennità di San Pietro e Paolo, costituisce l’ultima tappa.
Ciò che sorprende il lettore, alla prima lettura della lettera apostolica Desiderio desideravi, dedicata alla «formazione liturgica del popolo di Dio», è lo spazio dato alla «questione liturgica», nel grande equilibrio tra le emergenze più recenti e la storia dell’ultimo secolo.
A cinque anni dalla pubblicazione dell’esortazione apostolica Amoris laetitia, uno dei frutti dell’anno dedicato alla «Famiglia Amoris laetitia» (cf. anche Regno-att. 12,2022,362) è costituito dagli Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Orientamenti pastorali per le Chiese particolari. Lo strumento, a firma del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, reca la Prefazione di papa Francesco e viene a sostituire quello del Pontificio consiglio per la famiglia, Preparazione al sacramento del matrimonio, firmato dal card. López Trujillo nel 1996.
È utile valutare i risultati delle elezioni presidenziali francesi del 10 e del 24 aprile scorso e le successive legislative del 13 e 19 giugno alla luce della storia elettorale nella quale s’iscrivono. Lo farò osservando tre loro aspetti: l’andamento della partecipazione elettorale dal 2002 in poi; alcuni dati relativi al profilo sociologico e ideologico dei tre maggiori elettorati nelle due ultime tornate e le dimensioni della vittoria di Macron.
Il 20 giugno, in occasione della Giornata mondiale dei rifugiati, si tengono manifestazioni in molti paesi del mondo e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) pubblica un rapporto annuale, che aggiorna i dati su questo crescente dramma del nostro tempo.
Una tappa importante per il superamento del precariato degli insegnanti di religione cattolica nelle scuole pubbliche si è registrata con l’entrata in vigore della legge n. 79 del 29 giugno 2022 che ha convertito, con modificazioni, il decreto legge n. 36 del 2022.
Si è conclusa così l’asta che, per una certa ironia della sorte, si è svolta nei locali che la curia aveva affittato alla Libreria dehoniana in Via S. Alò – attività poi fatta cessare dal Centro editoriale dehoniano nel 2019 –. E se alla vigilia era trapelata una manifestazione d’interesse per l’asta da parte di tre soggetti imprenditoriali, pochi s’aspettavano che dopo il ritiro dell’editrice Effatà (piccola realtà fuori Torino) e dell’imprenditore della Valsamoggia Pasquale Romagno, il terzo interessato fosse il Gruppo San Paolo. In effetti la compagine di imprenditori facente capo a Melloni ha dovuto resistere a 20 rialzi prima di aggiudicarsi l’asta al 21o, cosa che ha fatto lievitare la cifra complessiva di vendita da 1 milione a 1.310.000 euro.
I dati ISTAT – com’è stato ricordato a Milano – confermano per il 2021 che in Italia ci sono 5,6 milioni di persone in povertà assoluta e la rete delle Caritas, che già nel 2020 aveva sostenuto 1,9 milioni di persone, intensifica l’impegno e l’attività di osservazione permanente, grazie agli oltre 2.600 centri d’ascolto in rete, in 193 diocesi. Come emerge nel quaderno di Caritas italiana Politiche migratorie: il PNRR che non c’è presentato al convegno, i centri d’ascolto e i servizi che hanno lavorato con regolarità anche durante il lockdown sono stati un numero superiore a quelli del 2019, pari a 2.663 (il 69% del totale), dislocati in poco meno di 200 diocesi.
Dal 4 al 7 luglio a Posillipo si è svolto il XXIX Congresso nazionale dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM), sul tema «Il fascino (in)discreto del denaro: itinerari interdisciplinari per un’etica economico-finanziaria». Cerchiamo di sintetizzarne il percorso e il senso.
L’Italia si trova da troppo tempo in una profonda crisi, più insidiosa di qualsiasi recessione economica o altro tipo d’emergenza. È la crisi demografica, dalla quale derivano forti implicazioni sulle nuove generazioni e sul benessere comune. Il succedersi delle generazioni è un elemento chiave della dinamica demografica. Sta alla base della capacità del genere umano di reinventarsi dandosi continuità nel tempo. Questa capacità non può essere data per scontata e sta oggi entrando in crisi come mai in passato, con inedite e profonde conseguenze sul futuro.
La piena umanità di Gesù include le donne nella loro dimensione corporea? Che cosa ha significato per le donne una certa, e imperante, interpretazione sacrificale della morte di Gesù? Quale la pienezza d’inclusività salvifica operata da un salvatore maschile? Sono gli interrogativi essenziali intorno ai quali si snoda l’impegnativo lavoro di Milena Mariani e Mercedes Navarro Puerto pubblicato nella collana «Exousia» curata dal Coordinamento teologhe italiane.
Il lavoro proposto dall’autore è uno studio che intende affrontare, più che la semplice politica estera, la storia internazionale del paese, tanto nella sua recezione interna quanto nella sua percezione esterna: «In primo luogo va però indicato perché si sia preferita la definizione di “storia internazionale” rispetto a quella di storia della “politica estera”.
Un autore e 4 curatori, un insieme insolito. Non occorre molto per giungere alla spiegazione, basta rivolgersi alla breve nota nella quale i 4 allievi chiedono scusa al loro professore per aver raccolto, in suo onore e a sua insaputa, una nutrita serie di saggi. I 28 contributi, estesi dal 1988 al 2020, sono suddivisi in 3 grandi parti: «Il diritto ecclesiastico: una questione di metodo»; «Religione e religioni nello spazio pubblico»; «Diritti delle religioni e comparazione».
Si fa presto a dire «popolo», e anche papa Bergoglio lo dice spesso e volentieri; ma poi bisogna capire che cosa con tale concetto s’intenda e si definisca, perché «il problema centrale della democrazia», ossia l’«interrogarsi sul demos» (101) resta più che mai inevaso, e anzi – perlomeno da un secolo a questa parte – aperto all’ambigua deriva del populismo, che dal Secolo breve a oggi ha conosciuto svariate declinazioni.
I curatori del volume hanno interpellato studiosi e teologi ai quali è stato chiesto di presentare il loro specifico «gigante» di riferimento, facendo risuonare – sulla falsariga di quanto sulle sue pagine Il Regno fa dal n. 16 del 2020 per i grandi che hanno lasciato la propria impronta nel panorama del postconcilio – il celebre aforisma reso noto da Giovanni di Salisbury.
Povera Bernadette, neppure la statua a lei dedicata dopo la morte le somigliava! Perché l’artista, che doveva solo fare un calco del volto, l’ha così idealizzata d’averla resa finta. Questo piccolo dettaglio che chiude il racconto appassionato del servita e biblista Maggi sulla piccola santa dei Pirenei francesi è emblematico di una vicenda sfruttata e deformata sin dall’inizio, di una santità tanto reale quanto umile da dover richiedere ancor oggi, a distanza di 164 anni dalle apparizioni nella grotta di Massabielle (1858) d’essere raccontata, sfrondata dalle molte verità che tantissimi hanno preteso di vedere sulla vicenda e dai toni miracolistici che piacciono tanto anche a noi contemporanei.
Da dove prendere le mosse per provare a mettere a fuoco l’eredità e l’attualità per il nostro tempo di don Lorenzo Milani? La parola chiave potrebbe essere profezia e il momento decisivo in cui essa si è con più chiarezza rivelata è senza dubbio il «caso letterario» della pubblicazione, nel marzo 1958, di Esperienze pastorali, di fatto l’unico libro che egli si sia attribuito in toto.
Uno, Cento e Sette: sono i titoli dei primi tre volumi della collana «Storie di numeri» lanciata lo scorso gennaio da Il Mulino e curata da Umberto Bottazzini, vincitore nel 2006 del Premio Pitagora per la divulgazione matematica. Qui presentiamo ampi stralci dell’Epilogo di Cento. Un grattacielo di racconti a firma di Marco Bazzocchi (pp. 169, € 12,00). Ogni libro della serie è dedicato a un numero e ogni numero è l’occasione per invitare il lettore a guardare da una prospettiva originale temi e aspetti del mondo della cultura, attraverso racconti e suggestioni provenienti dalla filosofia e dalla teologia, dalla psicologia, dalla letteratura, dalla musica e dall’arte. (red.).
Per l’autore, docente di Psicologia delle relazioni, il giustizialismo, la voglia di vendetta, l’egoismo, la mancanza di rispetto delle regole e delle persone, la mancanza di responsabilità, la perdita di senso, sembrano dominare la scena italiana. Però gentilezza, delicatezza, etica, fiducia, cooperazione e amore, seppure comportamenti poco frequenti, rappresentano valori che danno una speranza a una civiltà del diritto e del rispetto per tutti.
Da sempre il libro dell’Apocalisse ha catturato esegeti, biblisti, teologi, semplici lettori delle Scritture: testo enigmatico e visionario, come afferma l’autore, effettivamente è una realtà che sovverte dalle fondamenta il tempo e lo spazio. Studioso assiduo dell’ultimo libro del Nuovo Testamento, egli procede in modo tale che siano gli «apocalittici» provenienti da diverse epoche e da differenti latitudini (Andrej Arsen’evič Tarkovskji, Isaac Newton, Rudolf Steiner, Pierre Teilhard de Chardin, Albert Schweitzer, tra gli altri) a interpretare gli arcani che costellano lo scritto redatto da Giovanni nell’isola di Patmos.
Ispirandosi a Fratelli tutti questo volume si vuole proporre come un invito a non rassegnarsi di fronte alle molteplici sfide che oggi ci troviamo di fronte, a non chiudersi nei propri problemi, quanto piuttosto a dare un contributo di ampio respiro per un mondo umano e fraterno, in vista del bene di tutti, e a gareggiare in una competizione di buone idee e buone azioni. L’enciclica Fratelli tutti, quale «lettera circolare» indirizzata a tutte le persone di buona volontà, ci può assicurare che non siamo soli, anzi che già ora viviamo in una comunità fraterna globale, che va al di là dei confini delle religioni e delle culture (...)
De Kerimel (1953-2020), sociologo del cristianesimo e docente di Filosofia in un liceo di Le Mans, affronta le ragioni vicine e lontane della scissione del corpo ecclesiale in clero e laici. Il clericalismo cristiano nasce fra il II e il III sec., quando le prime comunità si staccano dalle comunità ebraiche e si affermano nell’Impero romano, ripristinando le liturgie e il culto sacrificale della religione giudaica, costituendo così un nuovo ordine levitico.
L’edizione italiana di questo libro che, dopo Papa Francesco e la Chiesa-mondo (Armando 2014), è il secondo che lo storico e teologo Massimo Faggioli dedica espressamente a papa Bergoglio, giunge in un momento che conferma la sua tesi e aggiunge sfumature di cui occorrerà tenere conto per gli studi di storia e di teologia del pontificato. Rispetto all’edizione originale inglese, poi, quella italiana può contare sull’integrazione di altri elementi per l’approfondimento del tema: la pandemia di COVID-19, l’enciclica Fratelli tutti, il viaggio del papa in Iraq (5-8.3.2021).
Il pregio del libro della giornalista Laura Badaracchi è anche questo: ricavare un agile profilo biografico a partire dalla letteratura disponibile che ha attinto o a fonti dirette o che ha conosciuto di persona la dinamicissima «Ida», arricchito da approfondimenti dell’autrice dall’agile penna.
All’origine di questo testo sta il giudizio di Nietzsche che rivendica la centralità assoluta di Paolo per tutta la storia a seguire. Nessuno ha avvertito quanto il filosofo dell’Anticristo la centralità dell’apostolo. Ne è seguita nel pensiero contemporaneo una rinnovata attenzione per Paolo, ma per lo più declinata sul fronte filosofico-politico, forte dell’ineludibilità della matrice teologico-sacrale del potere.
L’Annale edizione 2022 riprende i testi del secondo anno dei «Percorsi di cultura politica» che la rivista, assieme alla Comunità camaldolese, ha dedicato dal 30 settembre 2021 al 3 ottobre 2021 alle «Metamorfosi della democrazia». L’itinerario di riflessione è da leggere assieme alla prima tappa (celebrata a fine settembre 2019), dedicata «Alle radici della crisi attuale. Rivoluzione e totalitarismi» e alla prossima – la terza – in programma tra il 30 settembre e il 2 ottobre, che ha come titolo «La coscienza e il potere. Forme e figure della politica».
L’autore – tra l’altro youtuber del canale, con un certo seguito, «Scherzi da prete» –, esaminando il lessico teologico e liturgico sull’argomento, ha svelato insospettati aspetti della storia della teologia. Il quadro storico religioso che ne risulta è assai problematico, e le controversie teologiche non si possono classificare fra ortodosse e non.
Come ridare senso al lavoro, in un’epoca in cui i giovani faticheranno sempre di più a trovare una propria collocazione sul mercato? A tentare una risposta è il sociologo Campanini, specialista in storia delle dottrine politiche, che offre diversi spunti per riprendere in mano i testi del concilio Vaticano II sul lavoro rimasti in ombra nelle ultime stagioni.
Combinando, con grande sapienza, i percorsi esistenziali e filosofici di Erodoto, Montaigne, von Humboldt, Sartre, Pietro Del Soldà riunisce nel volume qualcosa di apparentemente distante e inassimilabile: la filosofia e l’avventura, il pensiero raziocinante e quell’ardire che danza sul bordo del nuovo.
Nel personaggio femminile protagonista del dialogo con Gesù narrato soltanto nella pagina del Vangelo di Giovanni (4,1-42), Mazzolari riconosce l’immagine di tanti «lontani», un’umanità estranea al linguaggio della fede ma assetata «di giustizia e di pace», a cui occorre far giungere la parola del Vangelo con una disposizione d’ascolto, testimonianza, rispetto per il profondo «mistero delle anime».
Il regista Marco Bellocchio all’età di 82 anni ritorna sulla vicenda aperta, viva, pulsante di Aldo Moro e della sua morte. Torna con interesse appassionato e sincero alla sua eredità politica, civile e cristiana. Lo fa con un secondo film presentato al Festival di Cannes dal titolo Esterno notte – dopo il primo Buongiorno, notte del 2003 – disponibile in due episodi per il pubblico al cinema durante l’estate e dall’autunno in forma seriale su RAI1.
Clarettiano spagnolo, per 35 anni missionario in America Latina, p. Maximino Cerezo Barredo, oggi novantenne, è soprannominato «il pittore della liberazione», perché la sua opera artistica ha rinnovato l’iconografia sacra del continente alla luce dell’esperienza pastorale e della riflessione teologica di quei settori della Chiesa che, a partire dall’opzione preferenziale per i (tanti) poveri, si sono impegnati nelle battaglie per il loro riscatto (cf. Regno-att. 12,2009,407).
Per scandagliare più di 50 anni di guerra civile sono state raccolte oltre 27.000 testimonianze. Sono 14.000 le interviste effettuate, e in 27 paesi, poiché molti testimoni vivono ormai all’estero. Si tratta di migliaia di pagine, raccolte in 10 volumi e trasformate anche in materiale multimediale, di cui a breve sarà completata la pubblicazione sul sito www.comisiondelaverdad.co, che, come il rapporto, porta il titolo C’è futuro se c’è verità.
Siamo «sacerdoti, non terroristi!», «il governo dovrebbe proteggere i nigeriani», «bisogna fare giustizia»: è con slogan come questi che hanno sfilato oltre 700 sacerdoti, giunti da tutta la Nigeria per partecipare ai funerali di p. Vitus Borogo, assassinato il 25 giugno a Kaduna. E proprio l’arcivescovo di Kaduna, mons. Matthew Manoso Ndagoso, durante l’omelia ha ricordato come i nigeriani vivano nella paura costante d’essere vittime di violenze, mentre il governo federale non appare in grado d’affrontare la questione.
Mukwege ha passato questi ultimi anni a perorare la causa della giustizia per il suo paese in ogni consesso internazionale, ai più alti vertici, ricevendo sempre lodi e rassicurazioni. Che però non si sono finora mai tradotte in atti concreti. Forse, stanco d’essere voce che grida nel deserto, stavolta potrebbe davvero riconsiderare la possibilità di un impegno politico. Ma questo fattore spariglierebbe davvero le carte.
Sullo sfondo dell’invasione armata dell’Ucraina da parte dell’esercito della Federazione Russa si riconoscono «nodi culturali e spirituali mai sciolti negli ultimi due secoli, inerenti al dilemmatico rapporto tra la Russia e l’Europa, ovvero l’identità della Slavia ortodossa, il suo influsso storico-culturale nel corso soprattutto del XX secolo e il suo ruolo geopolitico nella costruzione della nuova Europa negli ultimi trent’anni». Questo «studio del mese» individua tali nodi a uno a uno, soffermandosi in particolare sul patrimonio comune della cattolicità orientale e occidentale, sulla «legittima diversità» tra le due Chiese, sulle tensioni degli ultimi anni e sulle divisioni che hanno lasciato «campo aperto all’empietà di una guerra fratricida scatenata proprio nel luogo originario e simbolico in cui ha avuto luogo il battesimo dell’antica Rus’ kieviana», ma anche sulla «straordinaria sapienza di pace e di nonviolenza» custodita dalla «grande tradizione ortodossa, teologica, spirituale e mistica». Un «patrimonio unico», a fronte del quale «il rapido accrescersi e diffondersi delle diverse forme di ostilità, di ostracismo e persino di odio generalizzato e insulso nei confronti della “cultura russa”» appare insensato.
La guerra russo-ucraina, scoppiata il 24 febbraio, ha risvegliato tante sfide e crisi – nascoste, marginalizzate, ma non guarite – presenti da 100 anni all’interno della Chiesa russa. Si tratta del problema, sempre doloroso, del rapporto tra stato e Chiesa – il cui atteggiamento rispetto alla guerra attuale è soltanto un episodio particolare e rivelatore.