Ucraina, Russia, ortodossia: il patrimonio da salvare
Sullo sfondo dell’invasione armata dell’Ucraina da parte dell’esercito della Federazione Russa si riconoscono «nodi culturali e spirituali mai sciolti negli ultimi due secoli, inerenti al dilemmatico rapporto tra la Russia e l’Europa, ovvero l’identità della Slavia ortodossa, il suo influsso storico-culturale nel corso soprattutto del XX secolo e il suo ruolo geopolitico nella costruzione della nuova Europa negli ultimi trent’anni». Questo «studio del mese» individua tali nodi a uno a uno, soffermandosi in particolare sul patrimonio comune della cattolicità orientale e occidentale, sulla «legittima diversità» tra le due Chiese, sulle tensioni degli ultimi anni e sulle divisioni che hanno lasciato «campo aperto all’empietà di una guerra fratricida scatenata proprio nel luogo originario e simbolico in cui ha avuto luogo il battesimo dell’antica Rus’ kieviana», ma anche sulla «straordinaria sapienza di pace e di nonviolenza» custodita dalla «grande tradizione ortodossa, teologica, spirituale e mistica». Un «patrimonio unico», a fronte del quale «il rapido accrescersi e diffondersi delle diverse forme di ostilità, di ostracismo e persino di odio generalizzato e insulso nei confronti della “cultura russa”» appare insensato.
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