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Attualità
Attualità, 14/2022, 15/07/2022, pag. 439

D. Monda, Papa Francesco e il «popolo»

Una sfida per la Chiesa e la democrazia

Giovanni Marcotullio

Si fa presto a dire «popolo», e anche papa Bergoglio lo dice spesso e volentieri; ma poi bisogna capire che cosa con tale concetto s’intenda e si definisca, perché «il problema centrale della democrazia», ossia l’«interrogarsi sul demos» (101) resta più che mai inevaso, e anzi – perlomeno da un secolo a questa parte – aperto all’ambigua deriva del populismo, che dal Secolo breve a oggi ha conosciuto svariate declinazioni.

 

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Giovanni Marcotullio

Con la morte di Benedetto XVI si è conclusa la stagione che da più parti è stata definita «dei due papi». Dal punto di vista canonico non sono mai mancate difficoltà: se non alla rinuncia in sé, e per sé al titolo di «papa emerito» (vera novità del caso), malgrado lo stesso Benedetto XVI abbia più volte e in più modi ribadito che «il papa è uno solo» (riferendosi con ciò a Francesco).

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Il libro a firma del vaticanista Salvatore Cernuzio è importante, come importante è recensirlo su queste pagine, che vent’anni or sono ebbero il penoso merito di pubblicare in italiano il Rapporto O’Donohue-Fangman, nel quale si denunciavano le «strutture di peccato» che sostenevano (e ancora sostengono?) gli abusi e le violenze sessuali sistematicamente perpetrati ai danni di religiose nel mondo. Perfino da parte di sacerdoti (cf. anche in questo numero a p. 52).

 

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C’è una blogger torinese (forse la decana della blogosfera cattolica italiana) che ha più volte detto e scritto di stare scrupolosamente tenendo – già dalla Candelora del 2020! – un «diario della pandemia»: a quanti le chiedevano donde avesse tratto un’idea tanto bizzarra rispondeva di non essere affatto l’unica, e che anzi in Nordamerica il genere si diffondeva significativamente.