Con la vittoria di Biden, la Santa Sede confida in un ritorno a una proficua normalità nelle relazioni con gli Stati Uniti. Il 7 novembre, nel pieno delle polemiche circa la legittimità dell’elezione, la Conferenza dei vescovi cattolici ha rotto gli indugi e con una sobria nota del suo presidente, l’arcivescovo di Los Angeles, José H. Gomez, ha salutato e riconosciuto l’elezione di Biden.
C'è il caso di «madre 1» e della sua famiglia (metà degli anni Ottanta): «McCarrick (…) diventò un ospite frequente della casa di famiglia. Madre 1 ha affermato che “eravamo diventati la sua ‘famiglia’. Voglio dire, ci diceva ‘siamo parenti’ e dava l’impressione che fossimo molto speciali per lui”» (38), salvo poi scoprire successivamente che faceva così con molte altre famiglie, i cui figli, maschi, chiamava «nipoti».
Su queste parole, riassunte dai media col titolo «Il papa apre alle unioni civili per le coppie gay», si sono immediatamente appuntate numerose reazioni. Quelle maggioritarie stavano sul merito dell’affermazione, e hanno obbedito alla polarizzazione sperata, evidentemente, dall’autore del documentario. La rassegna stampa italiana del 22 ottobre mostrava, tra i dissensi, anche quello del card. Gerhard Ludwig Müller, che, dopo aver evocato cosa afferma la Scrittura su matrimonio e famiglia, sottolineava la debolezza della distinzione tra «unioni civili» e «matrimoni gay».
L’affermazione del papa non contiene novità dottrinali. Il riconoscimento delle unioni di fatto è materia civile e non ha nulla a che fare con il matrimonio sacramentale. Né papa Francesco equipara il matrimonio alle unioni. Certo i toni sono alquanto diversi da quelli espressi nella nota dottrinale della Congregazione per la dottrina della fede su L’impegno dei cattolici nella vita politica, firmata dal prefetto card. J. Ratzinger nel 2003 (cf. Regno-doc. 3,2003,71).
Storicamente, tutte le pandemie hanno determinato disorientamenti, drammi e rotture epocali. Il COVID-19 potrebbe contribuire a segnare un serio sconvolgimento nell’ambito della teologia circa le domande di senso e la pertinenza del discorso su Dio. Ne parliamo con il teologo austriaco Kurt Appel, docente di Teologia fondamentale e di Filosofia della religione all’Università di Vienna, nonché direttore della piattaforma «Religion and Transformation in Contemporary European Society».
Dopo ormai 10 anni di guerra, in Siria si vive una crisi senza fine: 500.000 morti (poco meno della metà di quelli morti di pandemia in tutto il mondo); l’80% della popolazione che vive in povertà; 5,6 milioni di rifugiati nei paesi confinanti e almeno 1 milione tra Europa, America del nord e Australia; gli sfollati interni sono 7 milioni, anche se il dato è in continua evoluzione e potrebbe essere sottostimato.
Non sono solo i duelli verbali tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il suo corrispettivo francese Emmanuel Macron sulla questione vignette e terrorismo a costituire la principale preoccupazione europea riguardo all’operato della Turchia, quanto soprattutto il suo ruolo nel Mediterraneo.
Stop alle brutalità della polizia. Ma anche alla corruzione, al malaffare, a una politica incapace di guardare al bene comune. In ottobre, le principali città nigeriane sono state sconvolte da rivolte di giovani che, partendo da una protesta contro la violenza delle forze dell’ordine, hanno messo sotto accusa tutta la classe politica nazionale. E oggi, mentre la Nigeria sta ancora facendo i conti delle vittime e dei danni morali ed economici di questa rivolta, la coalizione dei movimenti di protesta, dopo aver sospeso le manifestazioni, ha annunciato di voler mantenere viva e attiva l’iniziativa.
L’annuncio il 16 settembre da parte di Ursula Von Der Leyen del superamento degli accordi di Dublino per l’accoglienza dei rifugiati ha smosso le acque di un discorso europeo sull’asilo che da anni segna il passo. Le parole della presidente della Commissione europea nel discorso sullo stato dell’Unione avevano suscitato grandi speranze, specialmente nel nostro paese, ma le anticipazioni (23 settembre) dei contenuti del Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, le uscite pubbliche che le hanno accompagnate e le reazioni da parte di alcuni governi nazionali hanno dimostrato che la strada sarà lunga, impervia e incerta nel suo esito finale.
Ridefinire il rapporto pubblico/privato a fronte di difficoltà strutturali e shock ricorrenti
Il populismo da tempo continua a suscitare un grande interesse. Nella conversazione pubblica, il termine viene usato per lo più per indicare partiti e leader che sembrano sfidare lo status quo, nella convinzione che l’interlocutore capisca al volo di che cosa si stia parlando. Ma non v’è certezza che sia così, considerando la straordinaria varietà di leader e di partiti ai quali viene attribuito il titolo di «populista».
Per la redazione delle Schede di questo numero hanno collaborato: Giancarlo Azzano, Antonio Ballarò, Maria Elisabetta Gandolfi, Flavia Giacoboni, Manuela Panieri, Davide Romano, Valeria Roncarati, Daniela Sala, Domenico Segna, Piero Stefani, Paolo Tomassone.
Giordano Frosini, presbitero pistoiese, docente per lunghi anni alla Facoltà teologica di Firenze, è stato un fecondo teologo pastorale: non che fosse uno specialista in questa branca della teologia, ma ogni suo approfondimento aveva lo sguardo rivolto all’intero popolo di Dio, e non al solo clero o ai soli studiosi, e l’intento di nutrire e trasformare la vita personale ed ecclesiale dei lettori, che sperava soprattutto laici, per farne dei cristiani maturi, critici e proprio in questo testimoni del loro amore per la Chiesa, semper reformanda.
Dedicato a un tema sempre di grande attualità per la Chiesa, come dimostra la creazione del 24 giugno scorso, dietro altissimo impulso, del «Dipartimento per l’analisi e il monitoraggio dei fenomeni criminali e mafiosi» presso la Pontificia accademia mariana internazionale, questo libro analizza con grande acribia le normative canoniche antimafia, inquadrandole nella loro operatività hic et nunc.
Con l’edizione 2020, l’Annale Chiesa in Italia, vengono presentati gli atti del primo anno dei «Percorsi di cultura politica» tenuti a Camaldoli nel settembre 2019, nati dalla collaborazione della rivista Il Regno con la Comunità dei padri camaldolesi.
Il pensiero di Augusto Del Noce è volto alla fondazione e all’approfondimento del significato dei valori tradizionali, mostrando come in base a essi sia possibile un orientamento della storia e un corrispettivo impegno etico-politico. A questo intento debbono essere riportati i due contributi essenziali che ha offerto al nostro ambiente filosofico-culturale, la reinterpretazione della storia della filosofia moderna e l’interpretazione «transpolitica» della storia contemporanea.
Giancarlo Gaeta in questo recente volume chiama questo carattere imprescindibile della verità annunciata da Gesù «sequela», e, attraverso i 7 capitoli in cui si snoda viene via via definendo con lucidità il «rigore assoluto» (29) e quindi scandaloso della sequela richiesta dal maestro ai suoi discepoli, riproponendo anche a noi oggi il messaggio cristiano nelle sue radicali istanze che esige non solo l’ascolto della Parola ma anche l’impegno nella pratica.
In questa ricerca, fondamentale è la categoria dell’errore. Non a caso s’intitola così il libro di Giorello e Pino Donghi, ponendo quest’ultima come conditio sine qua non per qualsiasi cammino della conoscenza che si voglia tale. Quell’animale bipede implume denominato homo sapiens è, infatti, caratterizzato dal pensare inteso come l’autentico fattore umano, vale a dire come caratteristica specifica della specie umana tesa all’esplorazione di quell’infinito laboratorio chiamato mondo.
19 nomi tratti dal collegio cardinalizio (Bagnasco, Burke, Duka, Eijk, Erdő, Müller, Napier, O’Malley, Ouellet, Parolin, Piacenza, Ranjith, Ravasi, Sarah, Schönborn, Scola, Tagle, Turkson, Zuppi) che formano un gruppo di papabili, auspicabili o temibili, nel quale c’è anche qualche improbabile. Ciascun profilo biografico è riletto attraverso una rigidissima griglia interpretativa che poi viene sviscerata vagliando testi, interviste e interventi, atti pubblici ecc.
L'A Diogneto (d’ora in poi AD) è quel singolarissimo testo in ottimo greco e di grande perizia retorica apparso casualmente nel XV secolo, senza essere stato mai citato in precedenza, in cui la novità cristiana si pone con nettezza come libera dalla storia nella sua pretesa di unica rivelazione di Dio. Unica ma non ultima, perché appunto senza percezione di storia di salvezza, segnando così quel distacco dal Nuovo Testamento che avrà una sua paradossale fortuna.
La psicoanalista Laura Pigozzi getta, da anni, uno sguardo penetrante sulla famiglia e sulle dinamiche che l’attraversano (e che ne stanno mutando profondamente il volto). Ciò che sta erodendo equilibri antichi è l’avanzata inarrestabile del dispositivo che la Pigozzi chiama il «plusmaterno». In cosa consiste?
Figura mitica durante gli anni Settanta, Ivan Illich è entrato in una sorta di cono d’ombra nel corso dei successivi decenni, anche per propria scelta personale. Ora, grazie alla casa editrice Neri Pozza, la sua scandalosa prospettiva viene di nuovo alla luce con questo 1o volume dedicato agli scritti composti tra il 1951 e il 1971. Poliglotta, filosofo, sociologo, cosmopolita dalle origini ebraiche, la potenza delle sue analisi sulla società industriale e capitalista muove da un’assoluta libertà di pensiero che lo rese e lo rendono tuttora eccentrico rispetto a ogni tentativo d’ingabbiarlo in griglie ideologiche più o meno precostituite.
Nel contesto di questa ampia riflessione s’inserisce il presente volume di Fabrizio Casazza, presbitero della diocesi di Alessandria e docente di Teologia morale presso la sezione torinese della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, il quale si propone – come precisa nell’Introduzione – d’«individuare aree e percorsi con atteggiamenti e azioni concrete per aiutare i pastori» a esercitare la loro funzione di governo coniugando stile evangelico ed efficienza in modo da affrontare correttamente e con efficacia le complesse problematiche dell’attuale momento storico.
È una curiosa coincidenza che a scrivere la biografia di colei che inizialmente non voleva essere una religiosa e tanto meno a capo di una nuova congregazione, sia proprio una socia del Coordinamento delle teologhe italiane che si occupa di studi di genere. In effetti l’autrice riesce a intrecciare tutti gli aspetti storico-sociali che hanno fatto parte della trama personale ed ecclesiale in cui la Bottego è vissuta, facendo emergere una donna a tutto tondo che non necessariamente ha trovato strade spianate rispetto alle sue aspettative, senza per questo diventare una ribelle.
In particolare il volume parla del senso profondo della vita quaresimale perpetua che il frate prescriveva ai suoi figli: un cammino di liberazione e d’avvicinamento a Dio, una regola austera, anche se con deroghe per i frati ammalati. Il Paolano è poi legato al santo d’Assisi di cui porta il nome: infatti, si chiamano poveri «eremiti di san Francesco di Assisi» quanti lo seguono nella sua congregazione (poi Ordine dei minimi).
I 13 autori rileggono, a partire dalle proprie competenze, il vissuto della pandemia, soffermandosi ciascuno su un aspetto diverso, tratteggiando sfide, ponendo questioni non nuove ma che la pandemia ha fatto prepotentemente emergere, dischiudendo «ragionevoli speranze» ma anche manifestando schietto scetticismo, a volte tratteggiando cambiamenti possibili.
Il saggio che Vanessa Roghi dedica a Gianni Rodari (Omegna 1920 – Roma 1980) nel centenario della nascita è un lavoro impostato su documenti e dati attentamente vagliati. Anche Nicola Cinquetti (premio Andersen 2020 per la scrittura) e Antongionata Ferrari (premio Andersen 2007 per l’illustrazione) lo ricordano.
Riflessioni e racconti sono intrecciati, dando allo scritto un carattere rapsodico e nello stesso tempo incisivo, senza indulgere in facili sentimentalismi, conservando così la drammaticità della vita in questo ambiente fatto d’ingiustizia sociale, di esistenze rassegnate, e tuttavia desiderose di vita. Il testo, il cui ricavato andrà alla casa per anzioni della villa, nella seconda parte è scritto anche in spagnolo.
Vi sono due personaggi, della Divina Commedia, che non smettono mai di affascinarmi: Virgilio e Francesca: entrambi sono figure storiche, ed entrambi subiscono, nell’opera di Dante, una trasformazione letteraria. Ma chi è questo Dante, la cui empatia, lungi da qualsiasi pathos, lo porta quasi al limite della morte all’udire la storia di Francesca? «L’“io” di Dante ha qui un’ambiguità che nulla ha a che vedere con l’allegoria: Dante, infatti, è il viandante che visita l’aldilà, di cui si raccontano le esperienze, ma è anche il narratore, il cronista del proprio viaggio. Egli è oggetto della narrazione e contemporaneamente narratore». E perché usare i termini divina e commedia, in un contesto terrificante come quello infernale?
Mons. Jorge Lugones, gesuita molto vicino all’arcivescovo Jorge Mario Bergoglio, che nel 1999 presiedette alla sua consacrazione episcopale in vista della guida della diocesi di Nueva Orán, è dal 2009 vescovo di Lomas de Zamora e presidente della Commissione per la pastorale sociale della Conferenza episcopale argentina. Parliamo con lui della situazione sociale ed ecclesiale del paese.
Nell’ottobre elettorale che abbiamo alle spalle, la prima a offrire un risultato diverso dalle attese è stata la Bolivia, al voto domenica 18 ottobre.
Un accordo storico: a un anno e mezzo dalla rivoluzione di piazza che ha spodestato il dittatore Omar al-Bashir e dopo mesi di trattative, il nuovo governo di transizione sudanese è giunto alla firma di un accordo di pace con il Sudan Revolutionary Front (SRF), coalizione di gruppi ribelli attivi in diverse regioni del paese, ponendo formalmente fine a 17 anni di guerra civile (cf. anche Regno-att. 12,2019,368).
Come sono cambiati gli italiani negli ultimi 40 anni? Come si sono modificati i nostri comportamenti e quale è stata l’evoluzione di alcuni orientamenti culturali? Ad esempio l’idea di lavoro, la concezione della famiglia, l’interesse per la politica e l’atteggiamento verso le istituzioni? Quale stabilità conserva, se la conserva, la relazione tra fede religiosa e comportamento morale? Il dossier presenta l’introduzione del volume Come cambiano gli italiani edito da Il Mulino, che analizza i dati italiani sui diversi temi della V rilevazione europea effettuata dalla European Values Study (EVS). Anche in passato abbiamo dato voce a queste ricerche, importanti perché di lungo periodo: cf. Regno-att. 8,2018,243. Analizzare quarant’anni, dal 1981 al 2018, significa infatti raffigurare un quadro storico fondamentale per il nostro presente. L’Italia tra due secoli. Dall’ultimo periodo degli «anni di piombo» e del referendum sull’aborto alla rivoluzione digitale in atto, passando dalla caduta del Muro di Berlino e dal cambio del sistema politico degli anni Novanta.
Ma significa anche fissare un fermo immagine della realtà alla vigilia di un nuovo grande cambiamento: quello indotto dalla pandemia in atto.