Donald Trump da candidato ha fatto numerosi commenti sull’utilità della NATO e sulle virtù dell’integrazione europea, che hanno lasciato perplessi molti membri della classe dirigente. Una volta eletto presidente, egli ha fatto ben poco per attenuare i toni.
Le migrazioni sono un «segno dei tempi» – come più volte hanno ripetuto papa Benedetto e papa Francesco – ma anche una «sfida pastorale» che interpella le nostre comunità e una «sfida sociale» per le nostre città. C’è ancora chi, alla serietà di questa sfida pensa di sottrarsi o chiudendo gli occhi o falsificandone la reale portata.
La denuncia, il racconto, la proposta. Lungo queste direttrici è orientata la 48ª Settimana sociale dei cattolici italiani, che si celebrerà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre prossimi e avrà a tema «Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale», riprendendo un passaggio dell’esortazione apostolica di papa Francesco Evangelii gaudium (n. 192).
Si è svolto a Castellaneta Marina (TA), dal 27 al 30 marzo il 39° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, intitolato «Per uno sviluppo umano integrale». Da 155 diocesi sono arrivati oltre 500 tra direttori e operatori di Caritas diocesane che, assieme ai membri di Caritas italiana hanno riflettuto sulle questioni dello sviluppo, nelle dimensioni della pastorale, della cultura e dell’operatività concreta, a livello nazionale, europeo e internazionale, con l’obiettivo di orientare il cammino futuro, alla luce delle tematiche legate al nuovo Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale istituito da papa Francesco.
Il primo è stato mons. Paolo Selvadagi, uno degli ausiliari del vicariato di Roma (settore Ovest). L’ultimo, il 17 marzo scorso, è mons. Ovidio Vezzoli, inviato a Fidenza, come successore di mons. Mazza, da Brescia, dove era prefetto degli studi. In mezzo, una quantità di nomine di nuovi vescovi che, dopo la lenta partenza del primo anno (solo 7), ha proceduto a un ritmo piuttosto costante: 20 nel 2014, 18 nel 2015, 23 nel 2016 e 6 nei primi tre mesi del 2017, così che a tutt’oggi il 30% dei membri della Conferenza episcopale italiana è stato scelto durante il pontificato di Francesco. Ma vediamo, in dettaglio, le scelte compiute nel 2016 e in questo primo scorcio del 2017.
In occasione dei novant’anni del papa emerito Benedetto XVI, Tv 2000 ha mandato in onda il 16 aprile 2017 un’ampia intervista di Lucio Brunelli, direttore dei servizi d’informazione, al card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna e conclamato discepolo di Joseph Ratzinger.
La visita di papa Francesco a Milano ha lasciato delle tracce profonde, che chiedono d’essere accolte e ripensate. Perché non è stata solo un’occasione d’incontro con la città, ma una vera e propria catechesi. Una catechesi straordinaria rivolta anzitutto alla Chiesa milanese, ma anche a tutta la società nel suo complesso.
Sabato 25 marzo si è tenuta la visita pastorale del papa a Milano e Monza. Tra i molti messaggi (orali e gestuali) lasciati da Francesco a Milano, mi pare che contenuti di questa omelia siano rimasti un po’ in ombra. Ho colto due richiami forti, con due parole chiave: il tempo e la speculazione. Due parole centrali per Milano e l’operosa Lombardia, sempre intenta a correre e fare.
Il secondo Forum nazionale sull’etica civile, svoltosi a Milano l’1 e il 2 aprile, presso l’auditorium San Fedele («Etica civile: cittadinanza…ed oltre?»), ha posto le basi di un cammino che il messaggio appositamente inviato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha richiamato facendone una sintesi. Guardando alla città come cifra riassuntiva dell’etica civile e «come crocevia delle sfide più importanti per una rinnovata coscienza civica», i temi messi al centro del Forum sono proprio «ciò su cui si basa una comunità che possa dirsi giusta, pacifica e stabile».
Secondo dati diffusi dal Ministero della giustizia sarebbero complessivamente 365 i detenuti sottoposti a controllo allo scopo di prevenire il rischio della cosiddetta «radicalizzazione». Questo rischio è confermato anche dalle analisi svolte dalla Commissione di studio sul fenomeno della radicalizzazione e dell’estremismo jihadista che, sebbene abbia escluso che in Italia questo fenomeno, per quanto presente, sia paragonabile per dimensioni e intensità a quanto si registra nel centro-nord Europa, tuttavia ha richiamato l’attenzione sui rischi provenienti dalle prigioni e dal web. Negli ultimi anni questi due luoghi hanno infatti assunto, secondo la Commissione, «un’importanza particolare nella diffusione e nel l’assorbimento dell’ideologia jihadista».
«Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi» è il titolo del progetto, presentato a Milano il 30 marzo scorso, che intende rivolgere una serie di iniziative sia al personale penitenziario sia ai detenuti degli istituti di Bergamo, Brescia, Bollate, Como, Milano, San Vittore, Monza, Opera, Pavia e Vigevano. L'intervento, che ha durata triennale (2017-2019) prevede la realizzazione di incontri formativi articolati in alcuni moduli tematici.
Una cinquantina di presbiteri cattolici di rito latino, provenienti da tutta Italia e per lo più accompagnati dalle loro mogli, si sono ritrovati dal 24 al 26 marzo a Roma per il convegno «Preti sposati per una Chiesa in cammino», promosso da Vocatio, la storica associazione che dal 1981 offre sostegno ai presbiteri costretti ad abbandonare l’esercizio del ministero per essersi sposati e che chiede l’abolizione dell’obbligo del celibato per il ministero sacerdotale.
Credo si possa convenire che la giornata di studio dedicata ad Amoris laetitia, svoltasi a Milano l’11 marzo presso la Facoltà teologica, si sia strutturata su un dialogo decisamente multi-espressivo: tra i teologi morali delle facoltà di Milano e della Gregoriana (la prossima giornata sarà a Roma l’11 novembre), tra i relatori e tra relatori e partecipanti e infine nella trattazione stessa delle tematiche implicate nel discorso aperto da Amoris laetitia.
Il 7 e l’8 marzo si è tenuto a Bologna l’XI convegno annuale della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna (FTER), dal titolo «Il Vangelo della famiglia. La famiglia in prospettiva teologica», organizzato dal Dipartimento di teologia sistematica della Facoltà. Hanno introdotto i lavori il preside, mons. Valentino Bulgarelli, e il gran cancelliere e vescovo della città, mons. Matteo Zuppi.
Ormai la Shoah è diventata una materia scolastica. A volte escono documentari, più o meno indignati, sulla spettacolarizzazione dell’orrore, sul turismo della tragedia. Eppure qualcuno va ancora a lavorare, quotidianamente, ad Auschwitz. Ogni giorno Piotr Cywiński varca quel cancello, misura la vastità del campo, guarda la fila dei visitatori. È il direttore del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau dal 2006. Nel 2012, all’età di 40 anni, ha pubblicato in polacco il libro intitolato Epitafium; il volume, di ridotte dimensioni ma densissimo, è stato finalmente tradotto in italiano da Bollati Boringhieri nel gennaio 2017 con il titolo Non c’è una fine. Trasmettere la memoria di Auschwitz.
A volte capita che le sorprese non si trovino nelle grandi librerie; al contrario, nel tam tam di una rete invisibile di lettori un titolo riesce, in modo discreto, lontano dalle riviste specializzate, a farsi strada. Tardi ti ho amato di Paola Cavallari è uno di questi. In copertina è riportata la celebre immagine della Madonna del parto di Piero della Francesca. Due angeli aprono una sorta di tenda ogiva, nostra Signora delicatamente sfiora con la mano destra il proprio grembo: l’infinito racchiuso nel finito. Una tesa rappresentazione che si riverbera nel volto di Maria.
Il vol. prende in esame il periodo «politico» di Dossetti, presentando un numero cospicuo di testi autografi finora in larghissima misura inediti e relativi alla sua militanza nella DC tra il 1945 e il 1951 e, dopo le sue dimissioni da ogni carica di partito, fino all’ordinazione sacerdotale del 1959. Si tratta di testi che si differenziano rispetto ad altri già pubblicati per un carattere più vivo, restituendo una sorta di cronaca in diretta di quella che Dossetti amava chiamare «la battaglia nei campi».
Alla Fiera del libro per ragazzi, che fa convergere a Bologna (3-6.4.2017) migliaia di operatori, li si vede sempre più numerosi fare la fila presso i grandi editori internazionali per presentare originalità, stile e fantasia per dare voce alle storie che pullulano nelle varie età del mondo dell’infanzia e dei più giovani. Ospite d’onore la Catalogna e le Baleari con alcuni dei loro illustratori più rappresentativi.
La cosiddetta condizione postsecolare non designa il mero ritorno del religioso in termini d’adesione e d’identificazione. L’elemento di maggiore interesse è rappresentato dalla nuova e inedita presenza delle religioni nella sfera della comunicazione pubblica globale. Diversificazione e linguaggio diventano pertanto i campi pratici e concettuali nei quali collocare i mutamenti che stanno interessando il soggetto sociale globalizzato anche dal punto di vista spirituale e religioso. Il vol. di Peter Berger, noto sociologo della religione e docente emerito della Boston University, offre una lucida ricostruzione del quadro contemporaneo focalizzandosi sul concetto di pluralismo e di differenziazione.
Il volume espone gli aspetti umanistici della cultura rinascimentale, indagati dalla prospettiva della loro continuità sia nella filosofia greca sia in quel periodo che va dal IV al XV secolo.
Pubblicato originariamente in Germania nel 2005 in occasione dei cento anni della nascita del teologo cattolico Hans Urs von Balthasar (1905-1988), come quinto volume degli Studienausgabe, il testo presenta due contributi, scritti in una prosa espressivamente e teologicamente potente: «Un lavoro scritto negli anni Cinquanta del secolo scorso, ma mai pubblicato per motivi non più ricostruibili», dedicato al problema cristiano dell’escatologia; e «un testo più breve sul medesimo tema che assillò Balthasar fino alla sua dissertazione per il dottorato», pubblicata nel 1930, che rende disponibile un contributo di notevole importanza sull’escatologia «come centro della teologia».
Dio ci scampi dagli uomini di Jane Austen. Prendiamo Orgoglio e pregiudizio (Feltrinelli 2016) e partiamo pure da quello che alla fine forse sembra il migliore, Mr Darcy. Solo una morbosa inconsapevole disposizione masochistica incisa nel DNA femminile può celebrarlo come il bel tenebroso, il cuore d’oro imprigionato nella scorza dura di un’educazione (educazione?) aristocraticamente superiore.
Secondo gli analisti, una delle poche certezze delle elezioni presidenziali francesi, il cui primo turno si celebrerà mentre andiamo in stampa, il 23 aprile, dovrebbe essere la partecipazione al ballottaggio del Front national di Marine Le Pen. Forte nei sondaggi, anche se negli ultimi tempi in calo (22-23%), Marine – secondo le previsioni – potrebbe avere come avversario il 7 maggio il giovane esponente ex di sinistra ora centrista, l’outsider Emmanuel Macron.
Il 16 marzo il Conseil constitutionnel francese ha posto il suo suggello alla nuova legge sul «délit d’entrave» (cf. Regno-att. 2,2017,21). Ma è un suggello non privo di «sì, ma …». In sede parlamentare l’ultima parola al riguardo era stata detta il 20 febbraio dall’Assemblée nationale che a maggioranza, dopo il parziale dissenso del Senato, aveva confermato le scelte trasfuse nel testo già votato in dicembre, essendo nel frattempo fallito il tentativo di comporre consensualmente la divergenza tra le due Camere.
Gli sceneggiati televisivi su Paolo Xu Guangqi, Johann Adam Schall von Bell, Giuseppe Castiglione e Ferdinando Verbiest sono diventati un caso mediatico in Asia. Questo successo nasce da una stretta collaborazione tra le autorità di Pechino e la stessa Compagnia di Gesù. Una collaborazione che va avanti da più di un decennio con risultati che, all’inizio, sembravano inimmaginabili.
È bene ricordare che Giovanni Paolo II pronunciò uno specifico mea culpa per gli errori che avevano causato incomprensioni e danneggiato il dialogo con il popolo cinese. Ed esso venne pronunciato dal pontefice nel corso del Convegno internazionale «Matteo Ricci: per un dialogo tra Cina e Occidente», organizzato dalla Pontificia università gregoriana e dall’Istituto italo-cinese nel IV centenario dell’arrivo a Pechino dello scienziato e missionario gesuita.
In una società sempre più frenetica ed edonistica dove chi si ferma sembra essere tagliato fuori, sembra quasi che ci siamo dimenticati di una dimensione molto importante della natura dell’uomo: quella del silenzio. Il silenzio inteso come riflessione, ricerca, speranza. Ma anche come assenza, buio. Tutte queste sfumature le ritroviamo nel film Silence di Martin Scorsese, ispirato dal romanzo Silenzio dello scrittore giapponese di religione cristiana Shusaku Endo, che vede due giovani gesuiti – padre Rodrigues e padre Garupe – partire per il Giappone alla ricerca del loro maestro spirituale, padre Ferreira, del quale giunge loro notizia abbia commesso apostasia, rifiutando e rinnegando pubblicamente la fede cristiana.
La vittoria di Carrie Lam Cheng Yuetngor nella consultazione elettorale del 26 marzo per la carica di capo del governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong è sembrata netta, con 777 preferenze su 1.194 del comitato elettorale. Sconfitti John Tsang Chun-wah, su cui avevano puntato i gruppi democratici, con 365 voti, e l’ex giudice Woo Kwok-hing, con 21 preferenze. Una vittoria che ha anche messo in evidenza le contraddizioni di un sistema politico più vicino a Pechino che non alle richieste di democrazia di molti dei 7,3 milioni di abitanti.
Le elezioni presidenziali del 20 marzo nella piccola Repubblica di Timor Est, secondo paese a maggioranza cattolica dell’Asia dopo le Filippine, hanno avuto otto candidati ma un solo vero vincitore, l’ex leader guerrigliero Francisco «Lú-Olo» Guterres. Sospeso tra Asia e Oceania, incerto a 15 anni dall’indipendenza, Timor Est ha avuto nel voto di marzo la possibilità d’avvicinarsi alla stabilità necessaria per uno sviluppo autonomo e un benessere finora negati, che le elezioni generali del prossimo luglio potrebbero siglare definitivamente.
Walk for Peace, la camminata per la pace è solo una delle iniziative che la diocesi statunitense ha promosso per sensibilizzare sulla piaga della violenza. Nel 2016 sono state uccise 762 persone, il 58% in più rispetto al 2015. Una Via crucis sui marciapiedi di Englewood, uno dei quartieri di Chicago dove la criminalità è altissima così come sono frequenti le sparatorie che coinvolgono ignari cittadini, spesso adolescenti e bambini.
Hitting the bottom (Toccare il fondo) è il titolo di un rapporto dell’UNICEF, reso noto a marzo, sulle conseguenze che il conflitto siriano sta avendo sui bambini. A partire da quelli che nel corso del 2016 sono stati uccisi, 652, ben il 20% in più rispetto all’anno precedente. Gravissimo il fatto che di questi, ben 255 sono stati uccisi all’interno o nei pressi di scuole.
A che punto è la crisi? A dieci anni dall’avvio della peggiore crisi finanziaria (poi economica e sociale) dell’ultimo secolo, l’Europa e l’Italia fanno i conti con la necessità di trovare un nuovo e più adeguato modello di sviluppo. Offriamo qui un breve bilancio della crisi, con un focus particolare sull’Italia. Mentre l’economia mondiale complessivamente è ripartita ed è cresciuta del 30%, e gli Stati Uniti (all’origine della grande recessione) hanno recuperato e accresciuto il loro PIL (+12% rispetto ai livelli pre-crisi), diversa e disomogenea è la situazione europea: si va dalla Germania a +9%, alla Grecia -26%. Il segno positivo dell’Italia non ha recuperato i livelli di crescita precedenti la crisi e rimane sotto del 7%, zavorrata da un debito che consuma il 5% del PIL per i soli interessi. Soprattutto per il nostro paese s’impone la ricerca di un nuovo modello di crescita. La situazione precedente il 2007 vedeva un modello trainato dagli investimenti in costruzioni e con un apporto rilevante della spesa pubblica. Ai nostri limiti strutturali (l’esperienza precedente non può essere riprodotta) si aggiungono a livello internazionale nuovi fenomeni radicalizzati dall’indebolimento della globalizzazione al ritorno del protezionismo, all’allentamento del libero commercio. Il nostro è un percorso strettissimo anche a fronte di problemi economico-sociali irrisolti (si pensi al Mezzogiorno) e alla permanenza di sacche di povertà o d’impoverimento.
A partire dal 2012, in Italia, sono 800 gli imprenditori che si sono tolti la vita. Alle drammatiche difficoltà di questi ultimi è dedicato il film Cronaca di una passione di Fabrizio Cattani: i due personaggi principali sono affidati, rispettivamente, a Vittorio Viviani e a Valeria Ciangottini. La qualità della regia e della recitazione è alta; di contro, la circolazione del film è molto bassa e per lo più legata a iniziative organizzate da associazioni di categoria.
È «un papa che non sa comunicare». Non è vero, comunica benissimo, come ha mostrato nella giornata milanese del 25 marzo o nella visita al Centro regionale per ciechi del 31 marzo. Ma è vero che comunica in modo diverso dai predecessori e questa diversità è buona.