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Attualità
Attualità, 8/2017, 15/04/2017, pag. 213

Milano – carcere e pluralismo culturale: l’organizzazione del progetto

D. M.

«Conoscere e gestire il pluralismo religioso negli istituti di pena lombardi» è il titolo del progetto, presentato a Milano il 30 marzo scorso, che intende rivolgere una serie di iniziative sia al personale penitenziario sia ai detenuti degli istituti di Bergamo, Brescia, Bollate, Como, Milano, San Vittore, Monza, Opera, Pavia e Vigevano. L'intervento, che ha durata triennale (2017-2019) prevede la realizzazione di incontri formativi articolati in alcuni moduli tematici.

 

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«Questa mattina, il dolore del 15 aprile 2019 è stato cancellato». Nelle parole di mons. Ulrich, arcivescovo di Parigi, è racchiuso tutto il valore simbolico dell’incendio che ha colpito cinque anni fa la cattedrale di Notre-Dame e della ricostruzione che è culminata, lo scorso 7 dicembre, nella riapertura della basilica al culto e ai turisti. Tale valore è ben presente anche nel discorso pronunciato dal presidente francese, Macron: «La nostra cattedrale ci ricorda che siamo eredi di un passato più grande di noi, che potrebbe scomparire ogni giorno, e che siamo protagonisti di un’epoca che abbiamo il dovere di tramandare». Ma il patrimonio religioso della Francia non si esaurisce nella cattedrale parigina. Esso, come ha detto mons. Eric de Moulins-Beaufort, rappresenta piuttosto «un paesaggio vivo, in movimento e variegato, che comprende sia luoghi e oggetti abbastanza ordinari sia luoghi e oggetti straordinari, luoghi e oggetti ben conosciuti, identificati, studiati e ammirati, e luoghi e oggetti vagamente identificati. Tutti raccontano una storia: non tanto la storia della Chiesa cattolica in Francia, quanto la storia della fede cristiana…».

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Seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (2-27 ottobre 2024)

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«Questa Assemblea, guidata dallo Spirito Santo, … dovrà offrire il suo contributo perché si realizzi una Chiesa sinodale in missione, che sappia uscire da se stessa e abitare le periferie geografiche ed esistenziali avendo cura di stabilire legami con tutti in Cristo nostro fratello e Signore». Così papa Francesco, il 2 ottobre, ha aperto la seconda e conclusiva sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi (2021-2024), che ha poi continuato i suoi lavori fino al 27 ottobre sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione». Successivamente il segretario generale del Sinodo, il cardinale maltese Mario Grech, ha ricordato: «Il Sinodo è essenzialmente una scuola del discernimento: è la Chiesa radunata insieme con Pietro per discernere insieme», perché «tanti pensano che la finalità del Sinodo sia un cambiamento strutturale della Chiesa, sia la riforma. È questa un’ansia, un desiderio che attraversa tutta la Chiesa. Tutti noi la desideriamo, eppure non abbiamo tutti la stessa idea di riforma e delle sue priorità». Infine il relatore generale, il cardinale lussemburghese Jean-Claude Hollerich, ha spiegato l’obiettivo della seconda sessione: indicare «possibili traiettorie di crescita lungo cui invitare le Chiese a camminare».

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