Donne che interpretano la Bibbia. Da sempre
"Letture devote ed esegesi critica nel lungo XIX secolo", uscito in questi giorni, è il nono volume della collana internazionale “La Bibbia e le donne”, nata per riportare alla luce gli approcci, le esperienze, i multiformi e sempre appassionati e vitali percorsi dell’incontro fra donne e Scrittura, dai primi secoli a oggi. Una storia necessaria per capire le vicende dell’annuncio cristiano, eppure sempre relegata nell’ombra.
Letture devote ed esegesi critica nel lungo XIX secolo: si intitola così il nuovo volume della collana internazionale “La Bibbia e le donne”, pubblicata in Italia dal Pozzo di Giacobbe, uscito in questi giorni. Curato da Ruth Albrecht e Michaela Sohn-Kronthaler, ci immette in un affascinante XIX secolo nel quale le donne esprimono una grande varietà di interpretazioni della Bibbia in contesti molto diversi, dal più piccolo circolo privato fino ai grandi incontri pubblici.
Cattoliche, riformate, ortodosse, ebree e anche cristiane ai margini delle grandi Chiese infrangono i paradigmi confessionali e leggono i testi biblici con esigenze simili, incoraggiate a trovare dei modelli utili per il proprio agire, pur utilizzando approcci differenziati: un’eremita o una badessa ortodossa russa di un monastero femminile leggono la Bibbia con una prospettiva diversa da quella di una cattolica, di una metodista americana o di una evangelista tedesca impregnata di luteranesimo.
Metodi diversi, una medesima passione
Ad esempio, nell’Ottocento le cattoliche hanno con il testo sacro ancora un rapporto “spirituale”; mentre le protestanti traggono forza dalla Bibbia per predicare e svolgere attività pastorali; è nell’ambito riformato, inoltre, che si afferma il metodo storico critico della sacra Scrittura, con nuove domande che le stesse donne iniziano a porsi anche in rapporto alla propria identità.
Tutte, però, sono accomunate da una stessa passione: il libro spazia dalle fondatrici italiane appassionate lettrici del testo sacro (Leopoldina Naudet e Maria Luisa Ascione) alle predicatrici valdesi delle valli piemontesi; dalle monache ortodosse della Russia alle metodiste inglesi; dall’esegesi della suora irlandese Catherine Mc Auley a quella delle diaconesse fondate da Eva von Tiele-Winckler; dalle ebree attive al Congresso di Chicago del 1893 alle controversie nate tra le donne nell’ambito dei movimenti protestanti del Risveglio. La sezione «Letteratura e arti» arricchisce il prezioso volume che riporta alla luce materiale documentario in parte inedito e certamente poco conosciuto al grande pubblico.
Si aggiunge così un ulteriore tassello all’impresa immaginata ormai più di dieci anni fa dalla biblista austriaca Irmtraud Fischer e dalla sottoscritta, entrambe alla presidenza dell’European society of women for theological research (ESWTR), per dare voce e forza agli studi portati avanti dalle donne e spesso sconosciuti o ignorati, vuoi per le contrarietà degli ambienti accademici ed ecclesiastici, vuoi per le diversità delle lingue che non aiutano nella comunicazione, anche in questo campo colonizzata dall’inglese.
Nonostante le difficoltà di ogni genere (economiche e organizzative) e gli ostacoli (la diffidenza, le opposizioni e i contrasti), l’idea ambiziosa e un po’ folle ha preso corpo nel progetto internazionale “La Bibbia e le Donne: Esegesi, Storia e Cultura”, curato insieme ad altre specialiste – la spagnola Mercedes Navarro Puerto, la svedese Jorunn Økland, e poi l’americana Christiane de Groote – con il patrocinio del Coordinamento teologhe italiane. La novità di questo lavoro è data non solo dall’impostazione interconfessionale e interreligiosa – ci si avvale infatti di specialiste cattoliche, protestanti ed ebree –, ma anche dalla messa a confronto dell’approccio storico con quello esegetico.[1]
Venti volumi (nell’edizione italiana de Il Pozzo di Giacobbe ne sono usciti nove, ma altri tre sono in preparazione) che attraversano quindi sia i testi sacri che la storia della loro ricezione in Occidente, per individuare i rapporti (complessi, conflittuali o liberatori) intercorsi tra la Bibbia e la sua interpretazione relativamente alle donne e alle questioni di genere. Per questo motivo, una parte considerevole dell’opera nel suo insieme è dedicata allo studio della storia dell’esegesi, non soltanto per ricostruire come la Bibbia sia stata interpretata, per quanto attiene allo status conferito alle donne – attraverso la predicazione, i trattati, i codici giuridici, la letteratura e l’iconografia –, quanto, soprattutto, per tracciare le linee di una elaborazione fatta dalle donne stesse. Che rapporto hanno avuto le credenti con il testo sacro? Come hanno interiorizzato il messaggio di salvezza? Che tipo di considerazioni hanno fatto?
Il coraggio di un progetto
Per tutto questo dobbiamo rendere merito all’editore Crispino di Girolamo (Il Pozzo di Giacobbe) e al professore e amico Sergio Tanzarella, suo consulente editoriale, che hanno voluto sostenere con coraggio, diversamente da altre case editrici, questo progetto in Italia, un paese “cattolico”, eppure poco attento agli studi religiosi. I pregiudizi presenti nelle università nei confronti di queste materie nonché le chiusure ecclesiastiche circa le ricerche storico-critiche applicate ai testi sacri rendono ancora più difficili gli studi pionieristici delle donne, troppo spesso rese invisibili da “maschili sguardi di parte” che con la loro memoria selezionatrice tralasciano gli aspetti molteplici del vissuto femminile.
Mettere a fuoco il soggetto donna non significa però solo considerare un altro punto di vista; la posta in gioco è piuttosto la centralità dell’essere donna nello sviluppo dell’organizzazione delle religioni, nella comprensione dei testi, nel loro codificarsi e tramandarsi. Le donne sono, assieme agli uomini, soggetti della Traditio, in un divenire storico di continua rimodulazione dell’annuncio cristiano. Non possiamo più permetterci di dimenticarlo.
A proposito di questo blog
[1] L’opera si divide in tre grandi sezioni. La prima affronta la sacra Scrittura in 5 volumi: tre dedicati al cosiddetto Antico Testamento (o Prima Alleanza) e due al Nuovo Testamento. La seconda sezione è riservata agli studi sul giudaismo: si parte dagli Scritti pseudoepigrafici ed apocrifi, per continuare con il giudaismo rabbinico, con quello medioevale e moderno. La terza sezione è dedicata alla storia dell’esegesi, ripercorsa partendo dai Padri della Chiesa, per poi continuare sulla scia del contributo apportato dalle lettrici della Bibbia nell'Alto e Basso Medioevo e giungere al periodo rinascimentale ed a quelli della Riforma e della Controriforma. Volumi sull’Illuminismo, la Restaurazione e sulle nuove tendenze, sviluppatesi tra il XIX e il XX secolo, chiudono questa ampia sezione storica. L’edizione di ciascun volume è preceduta da un convegno internazionale che normalmente si tiene presso una sede universitaria europea, al fine di consentire un maggior interscambio di conoscenze. Fino ad oggi si sono tenuti convegni a Trento, Napoli, Roma, Firenze, Catania, Vienna, Graz, Berna, Berlino, Marburg, Madrid, Barcellona, Siviglia.