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Moralia Tag: coscienza

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Etica della ricostruzione. Episodio 3: la tentazione del divano mentale

Dopo la tentazione del remoto e quella del guscio, eccoci alla terza tentazione che il tempo del post-COVID ci presenta: quella che definirei del «divano mentale». In questi mesi ci siamo affezionati tutti alle nostre poltrone e ai nostri divani. Non a caso sono state, forse, tra le pubblicità e le vendite più presenti, unitamente alle tute e alle pantofole. Ma c’è un altro divano nel quale ci siamo lascati sprofondare che, forse, sono stati in pochi a cogliere. Una volta dicevo a un amico con una battuta: adesso che finisce il COVID, di cosa parliamo? In...

No vax, no party. Sull’obbligatorietà del vaccino anti-COVID

Era il 14 maggio 1796. L’Europa era devastata da un’epidemia di vaiolo che mieteva migliaia di vittime all’anno. Edward Jenner, medico di Berkeley, inoculò del materiale estratto da una pustola di una donna colpita da vaiolo bovino sul braccio di un bambino di appena otto anni, James Phipps. Questo provocò nel ragazzo qualche sintomo, ma in poco tempo James guarì. Dopo qualche mese Jenner prelevò del materiale da una pustola di vaiolo umano e la inoculò nel ragazzo. Egli non ebbe alcuna reazione, né sintomi legati alla malattia. Iniziò...

Un'etica della memoria, contro la violenza

Ogni riflessione etica è figlia del suo tempo. Se ci lasciassimo pervadere dall’oblio correremmo il rischio di dimenticare ogni dramma, realizzando una fuga da noi stessi e lasciando prevalere l’indifferenza verso ciò che è per noi costitutivo. L’uomo in realtà comprende qualcosa di sé quando si fa compagno del suo simile nella storia, soprattutto se segnata dalla sofferenza. La possibilità di ripetersi significa che l’interiorità dell’uomo, ovvero la sua coscienza, se non pone un vaglio critico che richiami il passato,...

Perdono e pentimento: tre paradossi

C’è uno scrittore che amo molto: Eric-Emmanuel Schmitt. Quasi due anni fa è stata pubblicata in italiano una sua raccolta di quattro racconti lunghi, dal titolo La vendetta del perdono (E/0, Roma 2018). Sembra quasi un ossimoro: eppure, attraverso quattro incalzanti narrazioni, Schmitt inverte le parti. L’atto di perdono, di bontà, di riconciliazione e – in qualche modo – di conversione, in particolare della vittima, si rivela essere al contrario un preciso e sottile piano sadico e di vendetta (appunto!) verso il colpevole. Non voglio anticipare («spoilerare»...

La coscienza morale in rete (ovvero il Raccordo di Roma il venerdì alle 18)

L’ambito della teologia morale non può essere ristretto al solo capitolo della coscienza morale, ma dall’account di quest’ultima dipende l’epistemologia dell’intera disciplina; anzi dipende la sua stessa sopravvivenza. Lungo la storia la coscienza è stata compresa sotto diversi punti di vista, ora accentuando la sua dimensione intima in riferimento alla sincerità della persona, ora presentandone l’autenticità in riferimento soprattutto alla legge naturale, secondo un modello applicativo. Come sappiamo, tracce di questa specie di altalena...

Ai giovani insegniamo la coscienza

Nel sentire e vivere comune, l’educazione è generalmente compresa come una «questione» riguardante una fase specifica della vita – quella infantile-adolescenziale-giovanile – che coinvolge di conseguenza soggetti ben determinati. Questa visione riduttiva del concetto contrasta con quanto ci viene continuamente ricordato dalla Chiesa. «L’educazione dei giovani, come anche una certa formazione ininterrotta degli adulti», sono infatti rese «insieme più facili e più urgenti dalle circostanze» e dalle «condizioni...

Se l’obbedienza alla legge non è più una virtù

Le decisioni di alcuni sindaci, in particolare del sindaco di Palermo e di quello di Napoli, di non applicare il nuovo Decreto sicurezza per motivi di «coscienza» impongono una riflessione etica sul significato della disobbedienza civile. In gioco vi sono i valori della certezza del diritto, da un lato, e della giustizia, dall’altro. Interessi, entrambi, che un sistema democratico non può non avere a fondamento. Ma in ogni ordinamento giuridico e politico vi è un’ineliminabile tensione tra il foro interno (la coscienza) e il foro esterno (il comportamento...

Una cosa è giusta perché Dio la vuole? Parlando con Kierkegaard e Lévinas

Senza esitazione il credente spesso ripete: bisogna fare la volontà di Dio. Senza altrettanta esitazione il non credente risponde: dal tuo punto di vista ci mancherebbe altro! Se un credente non fa la volontà di Dio, che cosa dovrebbe fare? Il non credente può, però, pungolare il credente, chiedendogli come faccia a conoscere la volontà di Dio. Le risposte potrebbero essere tante, tutte veicolate in un solo movimento: la volontà di Dio la si conosce. Questo è il tema centrale che può animare un dialogo tra credente e non credente. Può...

L’etica non ha etichette

«Ci possono essere uomini che per qualche ragione si sono abituati a dubitare che ci sia il bene in senso autentico. … Ma se poi essi si trovano davanti all’evidenza di un’azione disinteressata, che forse un amico ha compiuto per essi, e sanno d’altra parte, dalla propria intima esperienza, che esiste questo nudo superamento di sé per amore del puro bene, che esiste come possibilità e offerta, allora per un attimo tutta la loro teoria è come dimenticata e si piegano davanti alla semplice fattualità del bene». Questa bella citazione,...

Il senso del dissenso: l’obiezione di coscienza è di moda?

L’obiezione di coscienza rappresenta una forma di dissenso che si esprime in un rifiuto motivato di prestare ossequio esterno a una legge, con possibili conseguenze penali quando tale obiezione non trova riconoscimento legale. Fino a qui tutto è pacifico, anzi è in linea con una certa tendenza “anti”, che è di gran moda! Le cose si complicano quando – a pensarci bene – l’obiezione di coscienza può essere colta nella sua configurazione di dissenso solo se tale configurazione non la esaurisce, bensì mostra il senso di tale dissenso...