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Moralia Blog

Etica: un umanesimo di responsabilità?

Moralia | Una collaborazione dell'Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM) con Il Regno.

 

 

Il concilio Vaticano II ha affermato che «in tutto il mondo si sviluppa sempre più il senso dell’autonomia e della responsabilità, […] In tal modo siamo testimoni della nascita d’un nuovo umanesimo, in cui l’uomo si definisce anzitutto per la sua responsabilità verso i suoi fratelli e verso la storia» (Gaudium et spes, n. 55).  Il Vaticano II parla qui della nascita di un nuovo umanesimo, di un umanesimo etico” o “umanesimo di responsabilità. Mi domando: ma è proprio vero che l’uomo del nostro tempo si caratterizza principalmente per la sua responsabilità verso i suoi fratelli e verso la storia?

Oggi assistiamo a situazioni che mettono in discussione la responsabilità dell’uomo: conflitti presenti in varie parti del mondo, degrado ambientale, umano e sociale, consumismo sfrenato, globalizzazione del paradigma tecnocratico, cambiamenti climatici, perdita della biodiversità, nuove possibilità di intervento sulla vita, deterioramento della qualità della vita, globalizzazione dell’indifferenza e così via.

Sviluppo della resposabilità umana

L’esperienza morale ha inizio con la genesi e lo sviluppo dell’autonomia. Nel suo rapportarsi al mondo e agli altri, la persona avverte di avere davanti una vasta gamma di possibilità e che il senso della sua vita è affidato alla sua libera responsabilità; avverte di avere l’opportunità di costruirsi e di realizzarsi come persona umana responsabile del proprio agire. Il centro dell’esperienza etica è costituito dall’appello dei valori, del bene. L’accoglienza o il rifiuto di questo appello qualifica la moralità della decisione.

La responsabilità morale matura nell’esperienza della coscienza che ha il compito di interpretare nel concreto delle situazioni l’esigenza morale, in quanto luogo ermeneutico dell’obbligazione morale.

La responsabilità è espressione di maturità umana, morale e spirituale della persona che risponde all’appello dei valori nelle diverse situazioni e si autodetermina nel bene. Essa costituisce l’essenza stessa della persona, è una struttura essenziale, primordiale, fondamentale della soggettività, o meglio, coincide con la stessa soggettività e ne realizza l’autentico sviluppo che – come dice Paolo VI - «deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo» (Populorum progressio, n. 14). Pertanto bisogna sempre mostrare il senso di un determinato modo di agire e valutare seriamente la plausibilità etica delle azioni che si intendono compiere.

Per un’etica della responsabilità... "estesa"

L’etica della responsabilità, formulata da Max Weber e riproposta da Hans Jonas nella sua opera fondamentale Il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica, delinea un’etica per il futuro, un’etica nuova di estesa responsabilità verso le generazioni future.

L’etica della responsabilità è presente anche nell’etica del discorso di Karl–Otto Apel e Jürgen Habermas, e nel pensiero di Emmanuel Lévinas con la sua etica del volto e, quindi, della responsabilità nei confronti dell’alterità. Il volto dell’altro mi rende immediatamente responsabile perché mi coinvolge, mi pone in questione, promuove la mia libertà, mi libera da me stesso, dall’egoismo, dall’orgoglio, dalla brama di profitto, dalla sete di potere, instaura un ordine etico in cui non è possibile alcuna forma di manipolazione.

In conclusione, come afferma papa Francesco, «occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti» (Laudato si’, n. 229). Tale responsabilità, o meglio corresponsabilità «perché tutti siamo veramente responsabili di tutti» (Sollicitudo rei socialis, n. 38), deve essere non solo nei confronti della generazione presente, ma anche delle generazioni future.

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