Dare corpo all'Etica civile: un patto e un dialogo
Un patto
L'etica teologica conosce bene il grande rilievo dell'idea di patto, attorno alla quale ruota una parte rilevante della prospettiva morale di Israele. Anche nella modernità tale dimensione troverà un approfondimento importante - anche se in direzione parzialmente differente - specie negli approcci contrattualistici all'etica politica. Riproporre oggi un Patto per un'Etica Civile significa, dunque, riallacciarsi ad una tradizione morale consolidata, per conferirle attualità in un tempo complesso.
I promotori del Forum "Cittadinanza... ed oltre?" svoltosi a Milano, l'1-2 aprile (ampiamente presentato su www.forumeticacivile.com, ma segnalato anche nel precedente post di Moralia del 21.3.2017) hanno fatto tale scelta incoraggiati anche dalle parole del Presidente Sergio Mattarella. Nel messaggio inviato ai partecipanti, infatti, egli ha manifestato tutto il suo apprezzamento per l’orizzonte di lavoro scelto: «La città, come crocevia delle sfide più importanti per una rinnovata coscienza civica che possa fornire le fondamenta dello stare insieme». Egli ha pure sottolineato la centralità di una prospettiva civile, quale fondamento di «una comunità che possa dirsi giusta, pacifica e stabile».
Il Patto (esso stesso disponibile e sottoscrivibile sul sito) esprime quindi la condivisione della volontà di «operare responsabilmente nei rispettivi ambiti di azione sulla base della rinnovata consapevolezza delle dimensioni dell’etica civile». Si tratta cioè di costruire ed estendere una rete per un agire civile sinergico, eticamente ispirato; esso - lo sottolinea lo stesso Patto - troverà concretizzazione in alcuni "cantieri" che i promotori avvieranno assieme a tutti coloro che ad essi vorranno unirsi.
Un evento
Anche la rivista Il Regno era tra i promotori dell'evento, culmine del percorso avviato dalla Fondazione Lanza e che ha visto il contributo determinante di Aggiornamenti Sociali, Associazione Cercasi un fine, Associazione Incontri, Centro Longo, FOCSIV, Istituto Arrupe. Il direttore de Il Regno Gianfranco Brunelli ha tra l'altro tenuto uno dei due interventi introduttivi, accanto a Lorenzo Biagi Segretario Generale della Fondazione Lanza.
La disponibilità sul sito dei materiali della diretta streaming consente di accedere ad essi, confrontandosi direttamente con la forte relazione don Virginio Colmegna o con l'analisi della patologie della politica proposta da Cristina De La Cruz o con le buone pratiche di Emma Amiconi, Carla Colicelli, Valter Bresso e Camillo Ripamonti sj.
Un dialogo
La densità etica del tema è emersa, però, in forma particolarmente nitida ed elevata nel dialogo tra il magistrato Gherardo Colombo ed il teologo morale Antonio Autiero, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Lanza (nonchè socio ATISM) su "Ri-trovare la politica". La sottolineatura condivisa da entrambi è che il prefisso "ri" non può qui essere inteso come espressione di uno sguardo rivolto all'indietro, quasi si trattasse di recuperare una prospettiva precedentemente viva e solo temporaneamente smarrita. La prospettiva è qui piuttosto orientata in avanti, a cogliere tutta la novità della sfida che si pone a chi voglia costruire una politica - ed una vita civile - effettivamente centrate sulla pari dignità di ogni persona, secondo le indicazioni costituzionali.
Colombo ha quindi offerto una perorazione analitica ed appassionata assieme per il superamento effettivo di una cultura della diseguaglianza, che ancora troppo spesso pervade la vita civile. Convergente il taglio morale proposto da A.Autiero, nella sua ricca meditazione sulla relazione tra la città e l'appartenenza, tra l'identità e la relazione. Il riferimento alla distinzione ricoeuriana tra identità ed ipseità ha permesso di disegnare una figura di cittadinanza aperta ed elastica, nella quale il riferimento alla dimensione normativa (anche nella sua specifica componente giuridica) resta sempre in tensione con l'attenzione alla concretezza del reale ed alla contestualità della norma stessa. La politica appare allora come «arte della cura delle relazioni, tra soggetti riconosciuti, per il bene comune, in una città resa abitabile».
Il riferimento alla cura ed al riconoscimento dà dunque corpo all'impegno contro la diseguaglianza, indicando l'orizzonte di senso in cui si inscrive un'etica civile per questo tempo e raccordando in forma sintetica le diverse dimensioni analiticamente evocate dal Patto. Il percorso che ha avuto un culmine nel Forum resta così aperto, accogliente nei confronti di tutti coloro che ad esso vorrannno aggregarsi sottoscrivendo a loro volta lo stesso Patto tramite il sito suindicato.