Bioetica: oltre la stasi
Questo blog ospita una sezione dedicata alla bioetica. In questo primo post* della stagione 2018-2019 vengono anticipate le tematiche sulle quali verteranno gli interventi successivi.
Attualmente la bioetica sembra aver raggiunto una fase di stasi: le sue riflessioni spesso suonano come ripetitive e risultano incapaci d’influire sulle scelte concrete delle persone, mentre producono irriducibili tensioni nel dibattito democratico quando ci si accinge a introdurre nuove leggi riguardanti argomenti moralmente sensibili. È una la disciplina che richiede di essere profondamente ripensata in termini teologici e di metodo.
In cerca di uno stile nuovo dell’etica: spunti dalla Laudato si’
Dall’impostazione assunta dall’enciclica Laudato si’, nn. 130-137, trattando degli organismi geneticamente modificati (OGM) come caso paradigmatico, credo che si possano individuare nuovi «ancoraggi» per impostare con slancio rinnovato le questioni morali riguardanti la vita umana, gli esseri viventi e l’ambiente.
Mi sembra, cioè, di poter individuare nella riflessione di Francesco uno stile nuovo per istruire le questioni dell’etica della vita. Il papa accetta la sfida della complessità, ammettendo onestamente la difficoltà a esprimere giudizi che siano sempre conclusivi. Per questo invita a non arrestare il cammino della ricerca, coltivando un dialogo intellettualmente onesto con tutte le posizioni espresse nel dibattito pubblico e concedendo ascolto anche alle posizioni minoritarie.
In secondo luogo non si sofferma ad analizzare il solo problema in sé e le sue immediate conseguenze, ma si propone uno sguardo integrale, olistico, prospettico e circolare, più ampio rispetto quello che siamo soliti impiegare nelle nostre analisi morali. Uno sguardo che spaziando a 360° è capace di considerare anche le questioni che superano i confini del settore specifico, per estendersi a valutazioni interdisciplinari che coinvolgono l’etica sociale, politica, economica e culturale.
Promuovere un “risveglio etico” condiviso a partire dal bene comune
Infine per fare questo si elegge un chiaro criterio ermeneutico che costituisce il «punto di vista» dal quale s’indagano le questioni, operando una decisa scelta di campo, un criterio opinabile e non assoluto – perché è un punto di vista –, ma indispensabile se si vuole rendere efficace e preciso il discernimento etico, facendo ruotare le argomentazioni su un perno stabile. In tal modo si cerca di indicare strade percorribili per realizzare una «ecologia umana integrale» che dia un significato dignitoso al nostro passaggio su questa terra e offra a chi verrà dopo di noi un ambiente – naturale, sociale e culturale – veramente abitabile (cf. LS 160).
Ispirandosi a questo stile, la bioetica potrebbe recuperare una connotazione originaria per lo più dimenticata, quella di farsi promotrice di un «risveglio etico» condiviso, sintonizzandosi meglio sulla lunghezza d’onda di quanti stanno lentamente prendendo coscienza di non poter accettare l’orizzonte imposto dall’epoca moderna.
Valorizzando i luoghi significativi dell’esistenza concreta, le relazioni e le particolarità che alludono al senso pieno della vita, una rinnovata riflessione morale su fragilità e ricchezza della vita sulla Terra, potrà aiutare l’uomo della tarda modernità a volgere uno sguardo serio e veritiero su se stesso e sul mondo, per assumere il coraggio della responsabilità e sventare il pericolo derivante dalla potenza, dalla sete di potere e dalla violenza in tutte le sue forme.
* Rielaborazione dell’intervento di Giovanni Del Missier al Convegno dell’ATISM nel 50° anniversario della sua fondazione. Cf. G. Del Missier, «Guardando al domani della teologia morale. Le sfide», in P. Carlotti (a cura di), La teologia morale italiana e l’ATISM a 50 anni dal Concilio: eredità e futuro. Atti del 26° Congresso nazionale nel 50° di fondazione, Cittadella, Assisi 2017, 385-387.