Riprendendo Molière: che cosa sono venuto a fare in questo pasticcio? A parlare cioè di pace ora, quando ogni giorno dobbiamo spiegare che dobbiamo resistere, che dobbiamo parlare di sconfitta del nemico, di vittoria, e che ovunque in Europa e nel mondo si attendono parole che il più delle volte sono bellicose.
Partiamo dalla fine. «Ogni assemblea continentale è chiamata a mettere in atto un processo di discernimento sul Documento per la tappa continentale (DTC) (…) e redigere un documento finale che ne dia conto» entro il 31 marzo 2023. «I documenti finali delle 7 assemblee continentali saranno utilizzati come base per la stesura dell’Instrumentum laboris, che sarà ultimato entro giugno».
Papa Francesco il 16 ottobre ha comunicato che il Sinodo sulla sinodalità si celebrerà in due sessioni: la prima nel 2023 e la seconda nel 2024. Si tratta non solo di un’assemblea ma anche di uno stile ecclesiale che costituisce l’eredità del suo pontificato.
Si è svolto a Torino, nei giorni 3-5 ottobre 2022, un interessante convegno nazionale, promosso dall’Associazione dei docenti universitari di diritto ecclesiastico, su «La sinodalità nell’attività normativa della Chiesa. Il contributo della scienza canonistica alla formazione di proposte di legge».
Come ha scritto lo storico gesuita americano p. John O’Malley in uno dei suoi ultimi articoli, pubblicato sulla rivista America lo scorso febbraio, la storia della sinodalità è più antica di quanto si pensi. Ci sono diverse fasi nella storia dell’istituzione sinodale e del modo di governare la Chiesa: dalla Chiesa primitiva al Medioevo, al primo cattolicesimo moderno. La fase attuale fa parte di ciò che il concilio Vaticano II aveva in mente come riforma della Chiesa.
Se per la Chiesa francese la pubblicazione del Rapporto CIASE (ottobre 2021) si sta confermando, anche in questi giorni, un tornante decisivo nella storia recente dei cattolici d’Oltralpe, per la Chiesa cattolica degli Stati Uniti il documento periodizzante è la Carta di Dallas: segna infatti la svolta dei vescovi, intrapresa nel 2002 dopo mesi di travaglio e di forte sovraesposizione mediatica, in risposta alla «sexual abuse crisis» (cioè alle rivelazioni di violenze sessuali ai danni di minori compiute da preti), sintetizzata col termine di «tolleranza zero».
Hanno fatto più clamore i numeri, ma c’è molto altro nel volume della Confederazione latinoamericana e caraibica delle religiose e dei religiosi (CLAR), Vulnerabilidad, abusos y cuidado en la vida religiosa femenina: creando una cultura del cuidado y la protección (Vulnerabilità, abusi e cura nella vita religiosa femminile. Per creare una cultura della cura e della protezione), pubblicato dalla Editorial Claretiana, mentre è in preparazione un analogo lavoro sulla vita religiosa maschile.
Durerà fino a febbraio il governo provvisorio del Sovrano militare Ordine di Malta fatto insediare direttamente da papa Francesco dopo averne azzerato le cariche. Il governo provvisorio è stato chiamato dal papa a portare avanti la transizione necessaria verso la piena entrata in vigore della nuova Costituzione, voluta sempre da Francesco con una decisione de imperio. A fine gennaio ci si riunirà, si eleggerà un nuovo gran maestro e un consiglio e si cercherà di porre fine a questo stato eccezionale che è nato con una crisi di governance nel 2016.
In «totale trasparenza» il 10 ottobre scorso il vescovo di Lugano, Valerio Lazzeri, ha dato, in accordo con la Santa Sede, l’annuncio ufficiale delle dimissioni dal proprio incarico episcopale a soli 59 anni, poiché – ha detto – «è andata crescendo dentro di me una fatica interiore che mi ha progressivamente tolto lo slancio e la serenità richiesti per guidare la Chiesa di Lugano. Gli aspetti pubblici, di rappresentanza, di gestione finanziaria e amministrativa, sono diventati per me insostenibili».
Ovidio (morto nel 17 o 18 d.C.) la letteratura mondiale lo conosce come il poeta delle Metamorfosi. Senza quest’opera, l’arte europea sarebbe inconcepibile e difficilmente comprensibile: il compendio per eccellenza della mitologia antica.
Quelli del Sinodo [l’Assemblea speciale sull’Europa, celebrata tra il 28 novembre e il 14 dicembre 1991] furono giorni di forte tensione per Martini. La sua stanchezza si era già manifestata a inizio novembre quando l’arcivescovo, durante un’intervista con la giornalista Silvia Giacomoni per il mensile politico Micromega, disse che avrebbe voluto lasciare Milano. Il suo desiderio era andare a Gerusalemme per riprendere il lavoro di critica testuale del Nuovo Testamento e si augurava che il santo padre potesse esaudire questo desiderio.
Il problema degli abusi riguarda tutta la società e la Chiesa vuole collaborare per combatterli, a iniziare dal suo interno, memore del monito di Gesù di non scandalizzare alcuno di questi suoi e nostri piccoli. Le Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della Chiesa italiana del 2019 auspicavano esse stesse una tale collaborazione con la società e le autorità civili. Sempre più appare evidente che il tema del contrasto e della prevenzione agli abusi dentro la Chiesa debba passare attraverso un approccio multidisciplinare.
Paolo De Benedetti fu un uomo collegato al mondo dei libri. Affermazione difficile da smentire per lui che fu un qualificato riferimento per l’editoria italiana (prima alla Bompiani e poi alla Garzanti, per non parlare della pluridecennale collaborazione con la Morcelliana). Eppure, a uno sguardo più profondo, si è sospinti a sostenere che fu una persona che si identificò più con la parola orale che con quella scritta.
La diagnosi è del sociologo Paolo Gerbaudo, che legge questo cambiamento di paradigma come il frutto del «passaggio tra due diverse ere ideologiche» (13): la prima, l’era neoliberista, si è affermata alla fine del Novecento e ha dominato incontrastata la scena per alcuni decenni; la seconda, definita come neo-statalista, è germogliata sulla crisi della prima.
Gli studi di Angela Ales Bello, già docente di Storia della filosofia contemporanea alla Pontificia università lateranense, su Edmund Husserl sono un contributo robusto alla conoscenza del grande filosofo austriaco-tedesco, che tanta influenza ha esercitato sulla cultura europea del Novecento.
I due volumi sembrano apparentemente concentrarsi su fasi diverse di un periodo simile. Altresì essi s’incrociano in più punti dimostrando come la tragedia dei totalitarismi novecenteschi, con le drammatiche peculiarità di ognuno, abbia lasciato, avendole all’origine, alcune continuità storico-politiche che hanno paradossalmente influenzato la costruzione della democrazia dei paesi interessati, nel momento in cui questa ha cercato di sanare un passato così ingombrante e terribile.
Non hanno mai saputo raccontarsi, i democristiani: ritenevano infatti opportuno raccontare poco di loro, convinti com’erano che il cuore pulsante della politica fosse altrove e, soprattutto, non fosse il caso di girarci intorno con troppe fantasie. Con questo esordio Marco Follini con Democrazia Cristiana (Sellerio, 2019) ha sviluppato il proprio racconto circa il partito della DC, di cui ricorrono gli ottant’anni della fondazione.
Questo libro (…) esamina il modo in cui si è sviluppata ed è stata recepita quella che oggi è la concezione di Cristo più ampiamente professata. Chiaramente, lo sviluppo di questa dottrina ammette che vi siano ampie variazioni tanto espressive quanto concettuali e che vengano enfatizzati aspetti diversi di Cristo nell’interpretazione che ha colpito tanto gli autori del primo millennio quanto gli autori moderni.
Il 24 febbraio del 2022 è divenuta una data storica: il giorno dell’invasione di uno stato sovrano, l’Ucraina, da parte della Russia. Sebbene l’autocrate Vladimir Putin non abbia mai usato la parola guerra, l’Europa, dopo un periodo di pace iniziato con la fine della Seconda guerra mondiale, è rientrata nell’alveo della normalità della storia, da sempre caratterizzata da guerre.
La storia narrata in prima persona da suor Anne Jaise è semplice e complessa allo stesso tempo. Ma la sua eco era arrivata sin qui grazie ai media, seppure un po’ sbiadita. Sister Anne appartiene alla Congregazione della Madre del Carmelo, la prima congregazione femminile indiana del Kerala, sorta nel 1866.
Il profondo bisogno del magico spiega il successo di opere letterarie e cinematografiche come la saga di Harry Potter, che il giovane e promettente studioso di teologia Gianluca Bracalante ha voluto leggere e studiare con passione e competenza. Proprio il faticoso lavoro teologico, espresso in particolare nell’ambito della teologia fondamentale, gli ha consentito (…) d’evitare sia un atteggiamento ingenuo ed entusiasta, sia l’assunzione di ridicoli anatematismi, nei confronti di un percorso complesso e al tempo stesso affascinante (…)
La storia delle migrazioni nel Mediterraneo la si può raccontare attraverso gli archivi istituzionali o le collezioni private o, per arrivare ai nostri giorni, rintracciando i contenuti negli smartphone, nei computer e negli altri dispositivi elettronici.
Sono trascorsi circa quarant’anni dalle prime inaugurazioni in Italia di spazi di culto islamici nati dalle migrazioni. Alle prime generazioni di musulmani immigrati – che quei luoghi li hanno fondati e strutturati – si sono affiancate o succedute le seconde, di persone nate o cresciute in Italia sin dall’infanzia, mentre le terze generazioni entrano oggi in età scolare.
La Coppa del mondo FIFA 2022 che sta per cominciare in Qatar potrebbe essere l’occasione in cui Lionel Messi o Cristiano Ronaldo, due dei più grandi di sempre, coroneranno le loro carriere con medaglie d’oro storiche, così come potrebbe essere il torneo in cui Kylian Mbappé porterà il suo paese al secondo titolo consecutivo. Ma al contrario per tante, troppe, famiglie verrà ricordato come l’annus horribilis della propria esistenza, in cui hanno perso improvvisamente il padre, o il marito o un figlio. Sono oltre 6.500 i morti sul lavoro, in uno dei cantieri più letali del Medio Oriente.
Dopo sei mesi di tentativi, il Parlamento non ha trovato il candidato che possa sostituire il presidente Michel Aoun, il cui mandato è scaduto il 31 ottobre scorso. Il paese, già in preda a una crisi economica e umanitaria senza precedenti, rischia il vuoto di potere.
Rivendicazione dei diritti civili, ma anche protesta contro la malagestione del sistema pubblico e dell’economia: sono queste le ragioni che stanno continuando a portare migliaia di iraniani e iraniane in piazza contro il sistema politico di Teheran.
Dal 12 al 30 ottobre scorso la Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (FABC, l’acronimo con cui è nota dal suo nome inglese) ha celebrato, con la sua prima Conferenza generale, il mezzo secolo dalla fondazione, un incontro che si è tenuto con due anni di ritardo rispetto alla data effettiva del 50o (2020) a causa della pandemia da COVID-19 (cf. Regno-att. 18,2021,598).
Ci sono due prime novità assolute nelle elezioni presidenziali brasiliane del 30 ottobre scorso: la mancata riconferma al secondo mandato del presidente in carica e un presidente eletto per il terzo mandato. A vent’anni dall’elezione del primo presidente di sinistra del Brasile democratico (2002), Luis Inácio Lula da Silva, 77 anni, «è tornato» (così lo annunciano i suoi sostenitori).
La sacra potestas è l’unico modo in cui i laici possono partecipare al governo della Chiesa? L’interrogativo è emerso recentemente con forza nel dibattito teologico e canonico: non solo perché «da qualche decennio molti laici sono impegnati nel lavoro pastorale, e negli ultimi anni alcuni di loro hanno raggiunto posizioni di responsabilità diocesana», ma soprattutto a motivo delle «recenti nomine nella curia romana» (con il supporto della nuova costituzione Praedicate Evangelium), che suggeriscono appunto una partecipazione alla sacra potestà finora riservata esclusivamente ai chierici. In questo saggio s’identifica la natura di questa sacra potestà nel Vaticano II. Il Concilio ha infatti messo in evidenza la trilogia delle funzioni profetica, sacerdotale e regale (tria munera) conferite dalla consacrazione episcopale, valorizzando un linguaggio piuttosto teologico senza squalificare quello giuridico basato sul binomio «potestà d’ordine» e «potestà di giurisdizione» ancora presente nel Codice di diritto canonico del 1983. È dunque legittimo chiedersi se, per considerare la partecipazione dei laici al governo delle comunità, anziché partire dalla «sacra potestà» (dei chierici), non si debba partire dalla comunità ecclesiale e dalla sua missione, cioè dalla sua cura animarum.