Un Sinodo che parla del sinodo. La Chiesa che parla di se stessa. Da ottobre 2021 a ottobre 2023, la Chiesa cattolica celebrerà un Sinodo che vedrà il coinvolgimento dapprima delle Chiese locali e poi dell’assemblea vera e propria (cf. Regno-doc. 17,2021,527).
«Abbiamo ereditato un giardino: non dobbiamo lasciare un deserto ai nostri figli». Con questa immagine simbolica, ma anche con un impegno concreto, gli scienziati e leader religiosi di diverse culture e paesi hanno sottoscritto il 4 ottobre scorso un Appello congiunto insieme al papa per sugellare l’incontro «Fede e Scienza verso COP26».
Le immagini dei popoli indigeni sono quasi studi minimalisti, una documentazione contro l’oblio, talvolta di una bellezza classica già nella loro stilizzazione: celebrazione, caccia, vita quotidiana, lutto, gioia e famiglia – il tutto ben lungi dal costruire ingenuamente un «buon selvaggio».
Poco prima del dicembre 2019, il vescovo Paul Tighe, segretario del Pontificio consiglio della cultura, e Michael Koch, allora ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, discussero a più riprese sulle conseguenze sociali e filosofiche a lungo termine dell’intelligenza artificiale, e decisero di sponsorizzare congiuntamente un simposio, «La sfida dell’intelligenza artificiale per la società umana e l’idea di persona umana».
L’Italia è riuscita a superare l’emergenza sanitaria e sta ora affrontando l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), delle riforme relative e della transizione ecologica. Inoltre, approssimandosi la fine del 2021, con una robusta ripresa in corso, il governo Draghi ha presentato la manovra finanziaria 2022 alla Commissione Europea e al Parlamento e ha aggiornato le previsioni economiche e di finanza pubblica.
Una fotografia nitida di quello che accade fuori e dentro i confini arriva dal Dossier, giunto alla sua 31a edizione, realizzato in collaborazione con il Centro studi Confronti e, da quest’anno, anche con l’Istituto di studi politici S. Pio V. Nonostante le rigide restrizioni anti-COVID alla mobilità internazionale – si legge nel Rapporto – nel 2020 i migranti nel mondo sono arrivati a 281 milioni, 9 in più rispetto al 2019, superando la crescita media annua dei 4 anni precedenti. Così tra gli oltre 7 miliardi e 800 milioni di abitanti del mondo, i migranti sono più di 1 su 30.
Il cinema non si stanca d’abitare le verità ultime e di prepararci a dirupi inospitali. Con buona pace dei produttori che sempre più si vedono consegnare script con questo accento drammatico, il cinema adempie egregiamente alla sua funzione di processore artistico, sminuzzando la vita nei suoi sintagmi fondamentali. Tra questi non poteva sfuggire quello che guarda con franchezza alla morte o alla sua ipotesi, allontanando così sempre più l’orizzonte di un cinema di evasione, per tramutarsi piuttosto nel biglietto per uno spettacolo che proietta, invece, nelle viscere meno certe della vita, nelle poche cose che continuano a farci veramente paura e riportandoci di conseguenza a dinamiche di umiltà altrimenti inaccessibili.
Molti l’hanno vista, tutti o quasi l’hanno sentita nominare: stiamo parlando della serie TV coreana Squid Game (letteralmente, il gioco del calamaro). Non ci inseriamo in questo vivace dibattito attraverso il quale è già stato detto tantissimo e soprattutto molto di utile a comprendere quanto sia il caso d’affrontare con serietà e responsabilità le piattaforme che abitano il nostro spazio visivo familiare e, potendo accedere a esse attraverso multipli device, un luogo che non è più solo domestico.Ci accostiamo al dibattito umilmente allargando lo sguardo sul tema con un’opera breve, molto più breve (20’) di un solo episodio della nota serie TV, presentata all’ultima edizione autunnale del Festival Religion Today di Trento.
La celebrazione del centenario della nascita di Maria Vingiani, fondatrice del Segretariato attività ecumeniche (SAE), sviluppatasi attraverso diversi seminari lungo questo anno di ripartenza, ha racchiuso un evento nell’evento. L’elezione, per la prima volta dopo 60 anni, della prima presidente SAE protestante: Erica Sfredda.
La legge n. 70 del 22.4.2021 (Gazzetta ufficiale n. 121, 22 maggio), opera la tanto attesa revisione dell’istituto dell’assistenza religiosa alle Forze armate per i cattolici, con l’autorizzazione alla ratifica dello Scambio di lettere tra l’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin, avvenuto in data 13 febbraio 2018, e le relative norme d’adeguamento dell’ordinamento interno.
Il tema della presenza ortodossa in Europa, in Italia in particolare, è molto vasto, importante ma conosciuto solo a pochi specialisti. Gli ortodossi sono accanto a noi, ma non li conosciamo. Conosciamo le badanti, i commercianti, i turisti... a volte anche i proprietari di ville lussuose. Dietro di loro può nascondersi un arcipelago di comunità che appartengono a Chiese diverse. Sono davvero numerosi.
Nell’ambito della «salute globale», termine riferito inizialmente alla medicina tropicale e alla medicina dei paesi in via di sviluppo, si valutano gli effetti della globalizzazione sulla salute, si cerca di lavorare sui fattori che determinano la condizione di salute degli individui, delle comunità e della popolazione e si punta a creare condizioni che permettano d’implementare l’equità in ambito sanitario a livello locale, nazionale e internazionale.
Nel commentare su questa rivista la mia recensione di un volume sulla recente legislazione pontificia, Salvatore Berlingò ha avanzato alcuni rilievi che mi offrono l’opportunità di meglio chiarire alcune mie affermazioni (cf. «Francesco papa paziente», in Regno-att. 18,2021, 568). Premetto che le sue osservazioni sono da me largamente condivise, in particolare la sua visione del diritto canonico come improntato al carattere della missionarietà, che tutto lo pervade e gli conferisce quel dinamismo ed elasticità che sono propri del diritto della Chiesa, come pure la dimensione individuale e solidale a un tempo della salus animarum come fine supremo dell’ordinamento canonico.
La possibilità per i credenti di una contemporanea adesione a comunismo e cattolicesimo – che già aveva animato discussioni politico-culturali nel corso della prima metà del Novecento – ha acquisito particolare rilievo nella stagione postconciliare. Nel dibattito pesavano le censure romane. Nell’enciclica Divini redemptoris del 1937, Pio XI era giunto a proclamare il comunismo «intrinsecamente perverso».
Per la redazione delle Schede di questo numero hanno collaborato: Giancarlo Azzano, Maria Elisabetta Gandolfi, Flavia Giacoboni, Manuela Panieri, Francesco Pistoia, Valeria Roncarati, Domenico Segna, Paolo Tomassone.
Giuseppe Dossetti nasce a Genova il 13 febbraio 1913 ma presto si trasferisce con la famiglia a Cavriago, un paese in provincia di Reggio Emilia dove il padre è farmacista e i due fratelli Dossetti – Giuseppe ed Ermanno – inizieranno gli studi, influenzati dal cristianesimo intenso e solidale della madre.
Cinema Italia è una biografia non solo del «paese mancato», ma anche l’attento sismografo di una nazione che, al contrario, non ha rinunciato a «costruirsi». Non è un caso che il libro di De Luna si apra con il monumentale (per l’epoca) Cabiria, uscito nelle sale cinematografiche nel 1914 – che cattura un elemento chiave del Novecento: il suo essere «plasmato nei suoi caratteri più profondi dall’ingresso attivo delle masse nella storia» (34) – e si concluda con La meglio gioventù (2003), i cui protagonisti, annota lo storico, sono «fedeli a una scelta etica di fondo che li porta a fare della coerenza e dell’onestà – soprattutto con se stessi – un imperativo categorico irrinunciabile» (261).
Dopo Cronache dal futuro. Zeffirino II e il dramma della sua Chiesa (Gabrielli, 2008), Luigi Sandri torna con un nuovo romanzo di «fanta-ecclesiologia», come egli stesso lo definisce. Questa volta siamo nel 2289, quasi due secoli dopo Zeffirino. La Chiesa è scossa da un evento drammatico: tutti i cardinali con diritto di voto vengono assassinati durante il conclave. Che si fa ora? Chi è legittimato a scegliere il nuovo vescovo di Roma?
Oggi parlare di legalità e giustizia in termini credibili non è facile. Molti, fra i giovani ma non soltanto, sono naturalmente portati a considerare le regole con un certo fastidio (…) anche perché, purtroppo, gran parte della società subisce l’influenza di modelli negativi che, quanto a rispetto delle regole, predicano bene e razzolano male (…) A diffondere questo clima di sfiducia, hanno giocato un ruolo-chiave (nel recente passato) i condoni che hanno annullato, per esempio, le pene per evasori fiscali e costruttori abusivi e le leggi mirate su specifici, particolari interessi: insomma, interventi grazie ai quali chi ruba o evade le tasse per milioni di euro sconta lievi condanne e non va in prigione.
A un anno dalla morte (8 novembre 2020), Paolo Ghezzi, compagno di Piergiorgio Cattani nell’impegno politico e nell’avventura editoriale de Il Margine, ha dato alle stampe un’ampia raccolta di documentazioni, riflessioni e testimonianze dedicate all’amico scomparso. Il titolo Creatura futura è dotato di un valore a un tempo generale e locale. Quest’ultimo aspetto è dovuto al fatto che Futura è la denominazione del movimento politico trentino di cui Cattani fu presidente.
Devo a Piero Stefani la conoscenza di Liana Millu, una grande testimone della Shoah. Cresce in me il rammarico di non aver visto di persona i suoi occhi azzurri e di non aver ascoltato la sua voce calma e comunicativa. Più volte ho presentato al pubblico le sue parole. Alcune di esse sono contenute in questo libro; ce ne sono tante altre. Penso innanzitutto a qualche frase scritta nel suo Tagebuch (diario).
Che si tratti della nostra vita personale o familiare o che l’evento inatteso interessi la società e la storia in cui viviamo, che siano esistenziali, spirituali o sociali e culturali, le crisi possono rivelare anche un «rovescio della medaglia»: sono momenti di «giudizio» – come suggerisce l’etimologia della parola – in cui finalmente emerge la verità di noi stessi e della realtà e, così, possiamo finalmente prendere in mano la nostra vita e decidere cosa farne.
Da quand’egli abbandonò la sua giornata terrena in poi, la fama di Cassiodoro è passata attraverso alterne vicende. La diffusione dei codici prodotti a Vivarium permette di comprendere che la sua fu una fortuna alterna, che variò a seconda della sensibilità delle epoche e dell’apprezzamento per una o un’altra delle sue opere. Questa alternanza si riscontra anche in età moderna.
Il 9 ottobre, nel corso dell’udienza concessa al card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l’America Latina, papa Francesco ha approvato l’erezione canonica della Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (CEAMA) come persona giuridica ecclesiastica. Con una lettera dell’11 ottobre, lo stesso prefetto ha informato il card. Claudio Hummes, presidente della CEAMA, rispondendo a una lettera di quest’ultimo del 30 settembre. Nasce così un organismo del tutto inedito: non una conferenza episcopale, ma una «conferenza ecclesiale».
Il 26 ottobre la Commissione parlamentare d’inchiesta sul COVID (CPI-COVID) del Senato ha approvato per 7 voti contro 4 il Rapporto finale di oltre 1.200 pagine stilato da Renan Calheiros, senatore del centrista Movimento democratico brasiliano, che chiede l’incriminazione del capo dello stato, Jair Bolsonaro, e di altre 79 persone, tra cui 4 ministri (Marcelo Queiroga, Walter Braga Netto, Onyx Lorenzoni, e Wagner Rosario, capi dicastero rispettivamente della Salute, della Difesa, del Lavoro e della Corte dei conti), una decina di parlamentari, consiglieri e funzionari pubblici e 3 figli del presidente della Repubblica, il senatore Flavio, il deputato Eduardo e il consigliere comunale di Rio de Janeiro Carlos, per la gestione della pandemia da coronavirus.
Una scelta controversa: il presidente congolese Félix Tshisekedi Tshilombo lo scorso 22 ottobre ha confermato Denis Kadima alla testa della Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI), nonostante la contrarietà dell’episcopato cattolico e delle Chiese protestanti. «Ho deciso di firmare l’ordinanza che designa i componenti del nuovo ufficio della CENI. Li esorto fortemente a lavorare per l’organizzazione di elezioni libere, democratiche e trasparenti entro il termine costituzionale», ha dichiarato Tshisekedi alla TV di stato.
L'Africa è diventata per la Turchia una nuova frontiera. Un continente nel quale stringere relazioni politiche, siglare contratti commerciali, creare legami culturali e religiosi. Il simbolo di questa amicizia è la Somalia, paese messo al tappeto da trent’anni di guerra civile, che ora vede proprio in Ankara un appoggio per risalire la china.
Non si placa e anzi si diffonde in India il dibattito nato attorno alla pubblicazione e alla distribuzione, seppur limitata, avvenuta lo scorso giugno, di un piccolo volume scritto da alcune religiose e intitolato It’s High Time: Women Religious Speak Up on Gender Justice in the Indian Church, (È il tempo opportuno: le religiose dicono la loro sulla giustizia di genere nella Chiesa indiana).
Le previsioni che scaturiscono dagli studi sul cambiamento climatico evocano spesso per il pianeta la prospettiva di trasformarsi in una terra «desolata e deserta» (cf. Ger 4,23-28). Di qui le iniziative a livello internazionale, come la recente COP26, cui le grandi tradizioni religiose non fanno mancare il proprio sostegno (cf. in questo numero a p. 615 e a p. 666). Il celeberrimo brano di Geremia, vera e propria «de-creazione» che comprende anche la fine degli alberi, è anche il punto di partenza della riflessione «sui diversi significati della natura e, in particolare, degli alberi nella Bibbia» sviluppata in questo saggio di Jean Louis Ska. L’autore vi si addentra sottolineando tanto gli aspetti funzionali della vegetazione descritta nelle Scritture (nutrimento e materiale da costruzione), quanto il vasto repertorio di immagini e di metafore che essa rappresenta per gli autori biblici: come gli alberi che crescono presso un corso d’acqua, i quali sono simbolo del giusto che si alimenta della grazia divina. Particolarmente suggestiva l’osservazione finale relativa all’albero della conoscenza del bene e del male al centro dei cc. 2-3 della Genesi: senza entrare nel dibattito sul significato preciso dell’espressione, Ska si sofferma sul sostantivo «conoscenza» per mostrare come l’intuizione biblica intorno alla «cultura» degli alberi è confermata da alcuni studi recenti della botanica: alberi e piante sono portatori di una loro «intelligenza» e hanno dunque «molto da insegnarci» su come custodire il creato.
Tra i 17 obiettivi fissati nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 paesi membri delle Nazioni Unite e approvata dall’Assemblea generale dell’ONU, almeno 6 riguardano le tematiche ambientali e della sostenibilità. Oggi l’ecologia è al centro anche della difficile trattativa della Conferenza delle parti (la 26a) che si sta svolgendo a Glasgow e che vede numerosi esponenti religiosi protagonisti nella richiesta di un impegno multilaterale per il controllo dei cambiamenti climatici (cf. in questo numero a p. 615).