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Attualità

Attualità, 2/2016

Disponibile per tutti

Il Regno 1956-2016: eccoci!

p. Oliviero Cattani, Gianfranco Brunelli

Dopo la sofferta decisione di chiudere il periodico alla fine del 2015 per ragioni economiche, la Provincia italiana settentrionale dei Sacerdoti del Sacro Cuore (dehoniani) ha accolto favorevolmente la proposta di un gruppo di studiosi e intellettuali, legati da un comune impegno civile e democratico e dal riferimento all’ispirazione cristiana, di rilevare la testata e permetterle di proseguire, radicata nei suoi 60 anni di storia, in continuità di linea editoriale.

Pontificato - Terzo anniversario: la scelta di Francesco

Gianfranco Brunelli
Appena eletto papa, tre anni fa, ci sembrò di poter cogliere tre questioni (o sfide) che provenendo dal suo stile personale avrebbero ben presto informato di sé il pontificato e la Chiesa. Tutto promanava dalla scelta del nome: Francesco (Regno-att. 6,2013,121). Una scelta inedita, dirompente, da fare epoca. E tuttavia, Bergoglio sembrava da subito sostenere quella scelta così rischiosa con semplicità, naturalezza, come se quel nome fosse davvero il suo. Da sempre.

Francesco - Viaggio in Messico: tra gli eterni esclusi

Laura Capuzzi
In cinque giorni intensi – dal 12 al 18 febbraio – il «pellegrino Francesco» – dopo aver incontrato a L’Avana il patriarca ortodosso russo Cirillo (cf. box qui p. 4) – ha percorso il paese dal Sud a Nord, incontrando molteplici realtà. Vi è, però, un minimo comune denominatore a cui ricondurre i vari eventi: «la carne concreta degli ultimi». Espressione che, calata nel complicato contesto messicano, si declina in alcuni gruppi sociali specifici: le vittime della narco-violenza, i migranti e gli indigeni, «eterni esclusi».

Francesco - Cirillo: ripartire da L'Avana

Alfio Filippi
L'enfasi con cui i media hanno presentato l’incontro tra papa Francesco e il patriarca Cirillo all’aeroporto de L’Avana ha finito per lasciare in ombra l’aspetto più importante dell’avvenimento, che riguarda i rapporti bilaterali tra la Chiesa ortodossa di Mosca e la Chiesa cattolica di Roma.

Francesco - visita alla Sinagoga di Roma: così distanti, così vicini

Piero Stefani
Partiamo da un’ipotesi fantasiosa. Pensiamo che il Tempio maggiore di Roma sia diventato paragonabile alle grotte di Qumran. Vale a dire che sia stato dimenticato per un paio di millenni ma che all’improvviso siano stati scoperti dei documenti. Per primi furono rinvenuti tre discorsi pronunciati il 17 gennaio 2016; due di essi furono senza difficoltà attribuiti all’allora presidente della Comunità ebraica di quella città, Ruth Dureghello e al rabbino capo, Riccardo Di Segni; mentre il terzo era chiaramente del vescovo di Roma, papa Francesco.

Ecumenismo - Ortodossia: il Sinodo si farà

Dopo 55 anni di preparazione, definiti l'agenda e il regolamento del Sinodo panortodosso

Basilio Petrà
Il 27 gennaio, quando è stato pubblicato il comunicato della sacra Sinassi dei primati delle Chiese autocefale ortodosse che annunciava la decisione unanime di tenere il Santo e grande Sinodo panortodosso dal 16 al 27 giugno presso l’Accademia ortodossa di Creta,1 tutti i dubbi e le incertezze che avevano accompagnato gli ultimi mesi, facendo temere della possibilità stessa della sua realizzazione, si sono diradati (cf. Regno-att. 4,2015,221). La volontà di tenere il Sinodo a Costantinopoli era stato uno dei motivi di maggiore perplessità e preoccupazione. Si sapeva che la presenza dei russi a Costantinopoli, specialmente dopo lo scontro seguito all’abbattimento del jet russo in terra turca, era diventata impossibile. La scelta condivisa dell’Accademia ortodossa della Chiesa di Creta, una Chiesa posta in terra greca, sotto la giurisdizione del patriarcato ecumenico, facilmente raggiungibile da tutti i primati, ha risolto il problema. Si è potuto così mantenere la data già preannunciata e il Sinodo potrà essere celebrato intorno alla data del 19 giugno, giorno di Pentecoste.

Chiesa e pedofilia - Oltre il caso Pell: una questione strutturale

Maria Elisabetta Gandolfi
La salute malferma che ha impedito al card. George Pell di volare in Australia per rispondere per la terza volta alla commissione d’inchiesta (Royal Commission into Institutional Response to Child Sexual Abuse) che si occupa di come sono stati gestiti i casi di pedofilia nelle istituzioni (nel caso le diocesi di Ballarat e di Melbourne), lo ha poi costretto a una maratona di quattro serate d’audizione in collegamento con l’Australia dall’Hotel Quirinale a Roma dalle 10 di sera alle 2 di notte a partire dal 29 febbraio.

Spagna - Elezioni: la grande recessione

Le elezioni spagnole del dicembre 2015 e le similitudini con l'Italia

Paolo Segatti
Le elezioni spagnole del 20 dicembre scorso hanno determinato una situazione di stallo politico inedito per la Spagna. In passato il partito che arrivava primo riusciva a costruire in pochi giorni un governo. Oggi non è più così. La causa di fondo è il calo dei consensi ai due partiti tradizionali, il Partido popular de España (PP) e il Partido socialista obrero español (PSOE). Dagli anni Ottanta in poi la somma dei voti ai due principali partiti non è mai scesa sotto il 70% dei voti validi, tranne in un caso.

Polonia - Elezioni: bye bye Europa?

La schiacciante vittoria dei conservatori antieuropei; le radici economiche, storiche e culturali del disagio

Paolo Segatti
Le elezioni polacche del 25 ottobre 2015 non sono state una sorpresa. Da mesi i sondaggi pre-elettorali indicavano nel partito di Prawo i Sprawiedliwość (PiS; Diritto e giustizia) il probabile vincitore. Di più, al secondo turno delle elezioni presidenziali, il 25 maggio 2015, il candidato del PiS, Andrzej Duda, aveva sconfitto il presidente uscente Komorowski, sostenuto da Platforma Obywatelska (PO; Piattaforma civica). La sorpresa, come tutti i commentatori hanno subito osservato, è stata la dimensione della vittoria. Con il 37% dei voti validi il partito ha conquistato per la prima volta nella storia della democrazia polacca la maggioranza assoluta dei seggi. Il nuovo presidente Duda e il premier indicato dal PiS Beata Szydło sono però figure di secondo piano

COMECE - Polonia e Ungheria: meglio non parlare di politica

Daniela Sala
Il disfacimento dell’idea e della realtà dell’Europa unita non risparmia gli episcopati cattolici. Lungi dal trovare una sponda in essi, che nella stagione dell’Europa politicamente divisa diedero un sostegno decisivo alla causa dell’unificazione sotto le presidenze dei cardinali Martini, Hume e Vlk del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE), oggi l’Unione sembra naufragare con l’arrivo dei profughi dal Medio Oriente in guerra, con un’identità non abbastanza solida per reggere alla sfida epocale.

Medio Oriente - Siria: dilemma ISIS

Le sue conquiste e i suoi arretramenti. Il caso Libia e chi vuole "solo" vittorie

Lorenzo Nannetti
Qual è la situazione del conflitto contro l’ISIS oggi, dopo oltre un anno e mezzo dalla presa di Mosul, evento che portò il gruppo terrorista alla ribalta dei media internazionali? Apparentemente non molto differente da quella di mesi fa, anzi: l’opinione pubblica ha spesso l’impressione che il cosiddetto califfato sia oggi sempre più forte. Tuttavia non è proprio così.

Medio Oriente - Yemen: l'importanza yemenita

Un conflitto al centro degli equilibri regionali tra Arabia Saudita e Iran

Laura Silvia Battaglia
Poteva esserci una pallida possibilità di cessate il fuoco ma non l’hanno voluta. E così, anche il mese di febbraio 2016 si conferma come l’ennesimo fallimento per una risoluzione di pace in Yemen, flagellato dal peggiore conflitto della sua storia, pari solo all’attuale guerra siriana, in quanto a scenario, attori sul terreno, violenza sui civili e attacchi alle strutture ospedaliere. Ismail Ould Cheikh Ahmed, inviato del Consiglio di sicurezza dell’ONU, ha riferito il 17 gennaio scorso che tutte le parti sono divise e che «un tavolo di trattative non garantisce alcuna cessazione delle ostilità».

Politicanti, cronisti o visionari?

I profeti tra Antico Testamento e antichità classica

Paolo Garuti
A Roma, sin dai tempi di Tarquinio Prisco, si racconta ci fosse una statua presso il tribunal nel comitium. Era la statua dell’augure Atto Navio. Vicino alla statua, protetti da un puteal come i luoghi colpiti dal fulmine, erano stati interrati una pietra per affilare e un temperino. La leggenda racconta che con quel coltellino Atto aveva tagliato la cote per provare al re il suo potere di indovino e di taumaturgo. Storia curiosa, sull’origine della profezia augurale nella futura città caput mundi.

Libri del mese - Schede - Gennaio 2016

Valeria Roncarati
Per la redazione delle Schede di questo numero hanno collaborato: Giancarlo Azzano, Maria Elisabetta Gandolfi, Flavia Giacoboni, Manuela Panieri, Valeria Roncarati, Domenico Segna.

S. Ceccanti, La transizione è (quasi) finita

Salvatore Vassallo
In questo agile volumetto Stefano Ceccanti raccoglie tre relazioni svolte a Parigi dal 2013 al 2015 su richiesta della sezione di diritto pubblico della Société de législation comparée e dedicate, rispettivamente, ai cambiamenti costituzionali, alla legislazione delegata e al bicameralismo in Italia. A premessa dei tre contributi, ripubblica un saggio metodologico apparso sulla rivista Quaderni costituzionali nel 2015 e dedicato al particolare approccio allo studio del diritto costituzionale comparato sviluppato da Maurice Duverger, a cui lo stesso Ceccanti s’ispira.

M. Gronchi, Chiesa Sinodo famiglia

Maria Elisabetta Gandolfi
Distinguere senza separare, unire senza confondere: il principio, ripreso dal concilio di Calcedonia (451), potrebbe riassumere sinteticamente il percorso dei due sinodi indetti da papa Francesco sul tema della famiglia cui l’autore ha partecipato in quanto esperto e consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi.

C. Petit, Salgo a fare due chiacchiere

Maria Elisabetta Gandolfi
Romanzo, nella misura in cui s’intrecciano in personaggi fittizi storie tutte reali, il testo potrebbe essere definito da un aggettivo: easy. Per come racconta con lo slang giovanile fatto di messaggi al cellulare e conversazioni vere; di leggeri pensieri sull’essere e di canzoni che li interpretano; di un’azione di volontariato nata un po’ per caso che poi diventa una cosa importante; di una vita, quella di un papà in stato vegetativo che non pare vita ma che a poco a poco apre potenzialità prima impensate.

M.A. Amir Moezzi, L'islam degli sciiti

Mohammad Ali Amir-Moezzi
È solo dopo gli anni Settanta, anzi Ottanta, del secolo scorso, che gli studi critici sull’islam sciita hanno assunto una grande importanza e che un numero consistente di ricercatori ne ha fatto l’oggetto centrale delle proprie ricerche. Le numerose statistiche pubblicate negli ultimi tempi sui media mostrano che, presso l’opinione pubblica occidentale, l’interesse per lo sciismo e per gli sciiti – anzi, si potrebbe dire la loro scoperta – non risale che a qualche anno fa. Era necessario attendere avvenimenti drammatici – come la guerra civile libanese, la rivoluzione islamica in Iran, l’invasione americana dell’Iraq e più recentemente la guerra civile in Siria e in Iraq e le atrocità che quotidianamente l’accompagnano –, perché si riservasse un’attenzione maggiore a questa comunità minoritaria dell’islam, che conta più di 200 milioni di fedeli, e alle particolarità della sua fede.

Uomini, libri, libertà

Mariapia Veladiano
«Quel che fa di un romanzo un grande romanzo è il fatto di potersi rispecchiare in tutti i personaggi. Ne I Promessi sposi tutti possiamo riconoscerci in don Abbondio, dà fastidio la sua natura piccina, calcolatrice, micragnosa, un fastidio che magari allontaniamo con il giudizio, è pavido, indegno di essere prete, ma tutti sappiamo che in alcuni momenti siamo stati don Abbondio e lo saremo. E tutti abbiamo conosciuto il nostro momento da fra’ Cristoforo, o sogniamo di averlo, con il dito alzato conto il prepotente. Perfino in donna Prassede ci riconosciamo quando siamo contenti di poter giudicare in modo perbene e a sentirci giusti».

Uruguay: la Chiesa in bibicletta

Intervista a mons. Julius César Bonino Bonino, vescovo di Tacuarembò

Mauro Castagnaro
Dal 1990 mons. Julio César, vescovo nel nord dell’Uruguay è un riferimento in tutto il paese per il suo coinvolgimento nelle lotte in difesa dei lavoratori e dell’ambiente. Anche per questo ha fatto scalpore nei mesi scorsi l’annuncio di voler presentare le dimissioni nel 2017, al compimento dei 70 anni. L’ho incontrato nel novembre scorso.

Argentina - Venezuela: fine di un ciclo

Mauro Castagnaro
Il successo di Mauricio Macri nelle presidenziali argentine e il tracollo del bolivarismo nelle parlamentari in Venezuela stanno facendo parlare di fine del «ciclo progressista» che ha caratterizzato l’America latina nell’ultimo quindicennio, quando nella maggioranza dei paesi sono andati al governo raggruppamenti e leader politici che si rifacevano a gruppi sociali «popolari» o da lungo tempo esclusi dal potere, che hanno perseguito politiche di maggiore indipendenza dagli Stati Uniti e varato grandi programmi a beneficio degli strati più poveri della popolazione.

Etiopia: terra e democrazia

A fianco dell'emergenza siccità, proteste soffocate e ambiziosi progetti di sviluppo

Davide Maggiore
Terra significa cibo, terra significa diritti. Per questo essa è al centro di due allarmi arrivati nelle ultime settimane dall’Etiopia: un «gigante» dal punto di vista demografico (quasi 100 milioni di abitanti) ed economico (crescita media del 10% per un decennio) del continente, che si trova ad affrontare contraddizioni pesanti. Un paese «dotato di vaste terre arabili, enormi risorse per quanto riguarda il bestiame e biodiversità incontaminata, ben collocato per investimenti nell’agro-industria», lo ha definito a fine gennaio il ministro degli Esteri, Tedros Adhanom, nel corso di un incontro ufficiale. Eppure si tratta dello stesso paese per il quale, proprio in quei giorni, l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (OCHA), chiedeva più risorse: 1,2 miliardi di dollari, necessari a garantire la sicurezza alimentare di oltre 10 milioni di persone, messe in pericolo dalla siccità che ha colpito diverse aree del paese e minaccia di estendersi.

Burundi: tensione

Giusy Baioni
Se ne vociferava da tempo, ma ora ci sono le prove: Amnesty International ha documentato con immagini satellitari l’esistenza di fosse comuni poco fuori Bujumbura. Basta questo a far comprendere lo spessore della crisi che da mesi scuote il piccolo paese africano. L’associazione ha raccolto – oltre alle immagini satellitari che fanno da prova, mostrando la terra smossa in cinque zone diverse a Burinda – anche diverse testimonianze, secondo le quali decine di persone uccise a Bujumbura in dicembre sarebbero state frettolosamente seppellite fuori dalla capitale.

Repubblica democratica del Congo: Chiesa cauta

Giusy Baioni
Un deciso cambio di rotta. O, almeno, così sono apparse le ultime decisioni della Conferenza episcopale nazionale del Congo (Repubblica democratica; CENCO): da sempre molto attiva nel prendere posizioni anche in campo politico e nel rimproverare senza esitazioni il potente di turno, ruolo nel quale si è sempre distinta rispetto ad altre conferenze episcopali, stavolta la CENCO ha deciso di abbassare i toni, cercando di non alimentare tensioni che potrebbero sfociare in scontri.

Africa subsahariana - attacchi terroristici: focolai diffusi

Davide Maggiore
N’Djamena tra giugno e luglio, Bamako a novembre, Ouagadougou a gennaio: la seconda metà del 2015 ha confermato, nel più sanguinoso dei modi possibili, che l’Africa resta uno dei fronti principali di attività dei gruppi islamisti radicali. L’estate di violenze vissuta dal Ciad ha visto oltre 60 persone perdere la vita in attacchi suicidi nella capitale, segno dell’escalation di violenza imposta dagli estremisti nigeriani di Boko Haram, capaci per la prima volta di colpire il paese. Nel tardo autunno, sono stati con ogni probabilità i Mourabitoun, gruppo guidato dall’inafferrabile Mokhtar Belmokhtar e legato ad Al Qaeda nel Maghreb islamico a mietere 20 vittime nell’assalto all’hotel Radisson Blu di Bamako. Rivendicazioni sono però arrivate anche da altri gruppi attivi in Mali, come il finora meno noto Front de libération du Macina. E ancora Belmokhtar e i qaedisti hanno rivendicato l’azione del 15 gennaio scorso contro l’hotel Splendid e il caffè Cappuccino di Ouagadougou, in Burkina Faso, dove i morti sono stati 30.

Cronache ecumeniche di novembre e dicembre 2015

Daniela Sala
Novembre 2015Albania – Global Christian Forum e persecuzione dei cristiani. Il Global Christian Forum, un organismo che è attualmente l’unico luogo d’incontro per tutte le correnti nelle quali si presenta oggi la fede cristiana (anglicana, carismatica, evangelicale, cattolica romana, ortodossa, pentecostale, protestante «storica», delle «megachiese» e delle comunità ecumeniche) e ha celebrato la sua...

Cronache vaticane di novembre e dicembre 2015

Luigi Accattoli
novembre 2015Un credente non vive da faraone. «Se un credente parla della povertà o dei senzatetto e conduce una vita da faraone: questo non si può fare. L’altra tentazione è di fare accordi con i governi. Si possono fare accordi, ma devono essere accordi chiari, accordi trasparenti. Per esempio: noi gestiamo questo palazzo, ma i conti sono tutti controllati, per evitare la corruzione. Perché c’è sempre...

Giubileo: misericordia virtù dei forti

Paul Gilbert
Ogni perdono inizia una storia imprevedibile: è attorno a questo nucleo che Paul Gilbert, filosofo e docente emerito della Gregoriana, sviluppa in maniera del tutto originale il concetto di misericordia. Per poi analizzare la dinamica del rapporto tra misero che «chiama» e «attiva» il perdono del «misericordioso». Quest’ultimo, a sua volta, gli offre da un lato «la speranza di uscire dalla solitudine della sua miseria» e dall’altro un «bene» come «possibilità d’azione nuova», oltre il suo essere attuale. È dunque «debole» chi perdona? Agli occhi della cultura contemporanea, parrebbe di sì. Agli occhi di una certa lettura fenomenologica e teologica no, anzi è il creativo – come Cristo – per eccellenza, che consente d’«aprire una nuova storia spirituale», se vorrà e se saprà immedesimarsi e prendersi cura di chi «patisce a causa del Maligno» per «farlo risorgere vittorioso con Cristo».

Orizzonte internazionale: temi religiosi nel mondo

Commonweal - Etudes - Vida nueva

Voli di rondini

Immigrazione e lingua poetica

Piero Stefani
Vi racconto una storia, la mia o, meglio, quella della mia famiglia. Ripercorrerò a volo di uccello, lo posso ben dire, sono una rondine, un po’ di fatti che ci riguardano. Si va indietro nel tempo. Siamo andati su e giù dall’Africa per secoli senza problemi. Nella seconda metà dell’Ottocento i miei antenati preferivano la Romagna. Avevano in simpatia quella gente. Per la verità non mancarono momenti difficili e tristi. Addirittura tragici.

In coda per i santi

Leopoldo e Pio, così simili e così diversi

Luigi Accattoli
Mi sono messo in coda per i santi Leopoldo e Pio quando sono venuti a Roma chiamati da papa Francesco. Tre ore e due minuti, sul mezzogiorno del 4 febbraio, contando la fila a serpentone nel piazzale di San Lorenzo fuori le Mura, il metal detector, la lentissima percorrenza della navata di destra, fino alle due urne sul presbiterio. Un tempo lento, utile alla preghiera e all’ascolto della folla.