Attualità, 2/2016, 15/01/2016, pag. 40
Uomini, libri, libertà
«Quel che fa di un romanzo un grande romanzo è il fatto di potersi rispecchiare in tutti i personaggi.
Ne I Promessi sposi tutti possiamo riconoscerci in don Abbondio, dà fastidio la sua natura piccina, calcolatrice, micragnosa, un fastidio che magari allontaniamo con il giudizio, è pavido, indegno di essere prete, ma tutti sappiamo che in alcuni momenti siamo stati don Abbondio e lo saremo. E tutti abbiamo conosciuto il nostro momento da fra’ Cristoforo, o sogniamo di averlo, con il dito alzato conto il prepotente. Perfino in donna Prassede ci riconosciamo quando siamo contenti di poter giudicare in modo perbene e a sentirci giusti».
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