M.E. Gandolfi
La complessa situazione siriana, dove in nove mesi di scontri si stima siano morte 4.000 persone, di cui 307 bambini, e altre 14.000 siano in carcere, sembra stia passando a una nuova fase, tanto promettente quanto delicata. Si registrano, infatti, sul fronte politico alcune novità, con l’accettazione, dopo lunga trattativa, del piano di pace della Lega araba da parte del presidente Bashar al Assad,1 anche per le pressioni di Iran e Russia; così come vi sono novità sul fronte ecclesiale. Infatti, notava Asianews (16.12.2011), il comunicato finale dell’incontro dei tre patriarchi cristiani – Gregorio III Laham, patriarca greco-melchita; Ignazio IV Hazim, patriarca greco-ortodosso; Ignazio Zakka I, patriarca siro-ortodosso – tenutosi il 15 dicembre nel monastero di S. Efrem a Ma’arrat-Saydnaya, vicino a Damasco, sia nei toni sia nelle espressioni è molto simile a quello reso noto il giorno dopo la riunione dell’Assemblea della gerarchia cattolica di Siria a cui aveva preso parte anche il nunzio mons. Mario Zenari. In particolare non viene menzionato il presidente – a cui singolarmente i patriarchi anche in recenti interviste avevano espresso un sostanziale appoggio – ma è tutto dedicato alla situazione del paese e allo stallo della violenza.
Articolo, 15/12/2011, pag. 736