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Attualità
Attualità, 22/2011, 15/12/2011, pag. 766

V. Bachelet, Testimoniare da cristiani nella vita e nella politica. A cura di Angelo Bertani

R. P.

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Leggi anche

Documenti, 2025-7

La liturgia nelle lingue maya

Dicastero per il culto divino; Conferenza dell’episcopato messicano; Card. Felipe Arizmendi

La Santa Sede ha approvato una serie di adattamenti liturgici per le comunità indigene dello Stato messicano del Chiapas, e secondo il card. Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas, questa decisione trasforma alcune espressioni indigene in «liturgia della Chiesa». Il Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha concesso la recognitio l’8 novembre 2024, approvando gli Adattamenti all’Ordinario della messa a uso facoltativo elaborati dalla Conferenza dell’episcopato messicano per le etnie tseltal, tsotsil, ch’ol, tojolabal e zoque. Le novità sono soprattutto tre: il ruolo di guida, in alcuni momenti della messa, di un laico (o laica), una danza tipica dopo la comunione e il servizio delle «incensatrici» durante la celebrazione.
Pubblichiamo:

 La lettera del prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il card. Arthur Roche, che accompagna il decreto di riconoscimento degli adattamenti (www.aciprensa.com, 15.11.2024, nostra traduzione dallo spagnolo);

 Gli Adattamenti della Conferenza dell’episcopato messicano all’Ordinario della messa per uso facoltativo(www.aciprensa.com, 15.11.2024, nostra traduzione dallo spagnolo);

 La Nota esplicativa della Conferenza dell’episcopato messicano sugli adattamenti liturgici approvati (www.cultodivino.va, 25.11.2024);

 L’articolo Adattamenti liturgici indigeni del card. Felipe Arizmendi, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas (www.aciprensa.com, 13.11.2024, nostra traduzione dallo spagnolo).

Documenti, 2025-7

L'Europa e il suo ruolo di pace

Card. Pietro Parolin, Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa

Dal 26 al 28 marzo i vescovi cattolici europei si sono riuniti a Nemi, in Italia, per l’Assemblea plenaria di primavera, e nella loro dichiarazione finale Guardare all’Europa con speranza, approvata il 28 marzo, si sono schierati a favore del multilateralismo, della democrazia, del diritto internazionale e di un’Europa unita che rimanga un progetto di pace e libertà. Il presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea è il vescovo italiano Mariano Crociata (Latina). Alla plenaria ha partecipato anche il segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin, che nel suo intervento il 26 marzo ha ricordato che «è dovere nostro stare vicino al popolo ucraino ingiustamente aggredito, aiutarlo nella misura delle possibilità di ciascuno e chiedere alle parti belligeranti e all’intera Comunità internazionale di adoperarsi per una rapida e giusta soluzione». A proposito delle scelte che l’UE deve intraprendere in un ordine internazionale radicalmente mutato, il segretario di Stato si augura che «le nuove relazioni transatlantiche siano l’occasione di una maggiore presa di coscienza collettiva del ruolo e delle responsabilità che l’Europa ha nel mondo, senza cedere a una logica difensiva e di mero riarmo che diviene prodromo di chiusure e nuovi conflitti. Per noi cristiani c’è una sola famiglia umana e siamo tutti fratelli e sorelle… Non si possono tralasciare obblighi morali come l’aiuto umanitario e lo sviluppo dei paesi più poveri, il rispetto dei diritti umani e la tutela dell’ambiente».

 

Documenti, 2025-5

Antiqua et nova

Dicasteri per la dottrina della fede e per la cultura e l’educazione

Il 28 gennaio il Dicastero per la dottrina della fede e quello per la cultura e l’educazione, presieduti rispettivamente dal card. Víctor Manuel Fernández e dal card. José Tolentino de Mendonça, hanno pubblicato la nota Antiqua et nova sul rapporto tra intelligenza artificiale e intelligenza umana.

Il testo, dopo che nel 2024 papa Francesco aveva dedicato a questo tema il discorso per la Giornata mondiale della pace, desidera contribuire al dibattito sul tema dell’intelligenza artificiale, offrendo una guida etica e spunti di riflessione. L’innegabile potenziale dell’intelligenza artificiale secondo i due dicastri vaticani necessita di una responsabilità collettiva per controllarne le inevitabili pericolose derive: solo l’intelligenza umana, diversa e insostituibile da quella di una macchina, è in grado di trovare senso e significato al bene o, al contrario, di valutare ciò che è sbagliato, per cui non può essere attribuita alcuna responsabilità a una creazione artificiale.

La nota evidenzia le differenze fra le due intelligenze, specialmente sul piano antropologico ed etico, per cui mette in discussione l’utilizzo stesso della parola «intelligenza» in questo ambito. Quella artificiale in sostanza non è una forma d’intelligenza ma un suo prodotto, con un grande potenziale al servizio dell’educazione e della sanità per esempio, per promuovere l’interconnessione fra i singoli e le comunità e favorire il benessere di ognuno.