Il 12 e il 13 febbraio si sono tenute le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio. Il centro-destra conferma la Lombardia e conquista, dopo 10 anni di governo del centro-sinistra, il Lazio. Un risultato annunciato dopo la vittoria nelle politiche del 25 settembre del 2022.
Alla vigilia dell’incontro continentale europeo appena concluso (Praga, 5-12 febbraio; cf. in questo numero a p. 73), abbiamo intervistato il card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, sull’andamento in generale del percorso del Sinodo della Chiesa universale: «Si tratta – ha detto – di un Sinodo ecclesiologico» senza che venga meno anche la «dimensione ecumenica».
Si è svolta a Praga, dal 5 al 9 febbraio, l’Assemblea continentale europea del percorso del Sinodo dei vescovi, con 200 delegati (vescovi, presbiteri, diaconi, consacrate e consacrati, laici e laiche) provenienti da 45 paesi: 156 dalle 39 conferenze episcopali europee e 44 invitati dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE). A questi sono da aggiungere i 270 delegati on-line.
Se dai primi resoconti di chi ha partecipato a Praga si segnalava che l’Assemblea ha avuto momenti di tensione, è però anche emersa la proposta che essa «diventi un appuntamento periodico, fondato sull’adozione generalizzata del metodo sinodale e che metta permanentemente a tema l’accompagnamento delle persone ferite, il protagonismo dei giovani e delle donne, l’apertura ad apprendere dalle persone emarginate…».
Siamo arrivati al cuore del problema. Quello che si sta discutendo tra il Vaticano e la Chiesa cattolica in Germania non è solo un tema tra i tanti del Cammino sinodale con cui il cattolicesimo tedesco vuole rispondere allo scandalo degli abusi. Con il «Consiglio sinodale», infatti, si renderà permanente ciò che sta avvenendo nel Cammino sinodale, che dura da ben tre anni.
Il contributo al cammino sinodale a cui accenno in questo articolo – interamente pubblicato ne Il Regno-doc. 2,2023,101 – è il frutto della condivisione di circa 50 sacerdoti diocesani e religiosi con orientamento omosessuale o bisessuale, riuniti in vari incontri tra febbraio e marzo 2022, in almeno 7 piccoli gruppi o con un lavoro individuale. Invitati dalla rete degli operatori pastorali con persone LGBT+ hanno accettato di mettersi in gioco per raccontare il loro vissuto, le loro difficoltà e le loro speranze.
«Giù le mani dall’Africa» sono state le parole scandite da Francesco appena atterrato in terra congolese, dinanzi ad autorità civili e rappresentanti del corpo diplomatico che hanno interrotto il suo discorso-denuncia con una quindicina di applausi.
La visita di papa Francesco in Sud Sudan ha il respiro della storia. Per la prima volta tre leader religiosi cristiani hanno compiuto insieme un viaggio e, sempre insieme, hanno lanciato un messaggio di pace in un paese martoriato dai conflitti etnici e dalla miseria.
L’Etiopia cammina sull’orlo di un vulcano. Se nelle regioni settentrionali la pace sembra lentamente affermarsi, le tensioni etniche in altre regioni paiono accendere nuovi focolai di tensione.
Lo scorso 5 dicembre, con una sobria cerimonia di giuramento dei giudici, si è insediato a Parigi il «Tribunale penale canonico nazionale della Conferenza dei vescovi di Francia». Il sito web della Conferenza episcopale francese, che riporta la notizia, informa sulle tappe che hanno portato alla creazione del Tribunale.
Il 30 gennaio scorso sono stati pubblicati due nuovi corposi j’accuse nei confronti dei fratelli domenicani Philippe e al fondatore dell’Arche Jean Vanier, di cui si era parlato almeno dal 2020, grazie a una indagine commissionata dal movimento stesso fondato da Vanier (ne abbiamo parlato in Regno-att. 6,2020,150 e abbiamo pubblicato la sintesi del rapporto finale in Regno-doc. 9,2020,286).
Nel 2024 assisteremo alla terza modifica di una misura di contrasto alla povertà in 5 anni, da quando l’Italia, al pari della maggior parte degli altri paesi europei, ha deciso di dotarsi di strumenti specifici: il Reddito d’inclusione (REI) nel 2017 e il Reddito di cittadinanza (RDC) nel 2019. Questi interventi, pur con tutti i difetti che nel tempo si sono riscontrati, hanno dimostrato anche dei punti di forza che non possono andare sprecati.
Questo decreto «dimentica le persone e colpevolizza chi tenta di salvarle». Non usa giri di parole mons. Giancarlo Perego – arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Commissione CEI per le migrazioni e della Fondazione Migrantes – nel commentare il decreto-legge del 2 gennaio 2023 recante «disposizioni urgenti in materia di transito e sosta nelle acque territoriali delle navi non governative impegnate nelle operazioni di soccorso in mare».
Della vasta rivisitazione dei classici effettuata in lingua tedesca dal poeta e saggista Markus Pohlmeyer, che insegna all’Università europea di Flensburg, abbiamo già incontrato Orazio (Regno-att. 18,2022,587) e Ovidio (Regno-att. 20,2022,637). In questo articolo si prosegue la carrellata con Virgilio. Proposto in una nostra traduzione dal tedesco, è apparso sulla rivista Crimemag (www.culturmag.de) il 1° dicembre 2022. Ringraziamo l’autore e l’editore. (red.).
Il cinema dell’islandese Hlynur Pálmason non cerca, infatti, quel rapido appagamento che contraddistingue molta produzione contemporanea anche europea. La tentazione che si manifesta in quel desiderio di spiegare tutto riducendo una storia a brandelli non riesce a farsi largo nella sua filmografia eccellente, che mette in scena la bestialità umana a partire da contesti apparentemente ordinari e riconciliati.
Nonostante le preoccupazioni espresse dagli osservatori internazionali per le incerte condizioni di sicurezza nella zona, la sera del 14 gennaio 2012 sul palco del Festival au désert, uno dei più importanti eventi musicali dell’Africa organizzato a partire dal 2000 nei dintorni di Timbuctù in Mali, si stanno esibendo i Tinariwen, rock-band tuareg la cui fama ha ormai da decenni superato i confini del continente africano.
Il volume raccoglie gli atti di un incontro di studio organizzato ad Assisi dal 9 al 10 luglio 2021 dalla Società internazionale di studi francescani e dal Centro interuniversitario di studi francescani, allo scopo d’approfondire la conoscenza di Arnaldo Fortini. La rende ora possibile l’inventariazione delle sue carte depositate presso l’Archivio di stato di Perugia.
Come d’aria è prima di tutto un libro sui corpi. Il corpo di Daria, affetta dalla nascita da oloprosencefalia, una parola che l’autrice (e noi con lei) fa fatica a ricordare, una parola che ha il sapore di vetri rotti in bocca. Il corpo di Daria non si sostiene, ha bisogno di un’armatura per reggersi. È un corpo incapace di parlare, incapace di vedere.
Il «potere è sempre all’erta ed è capace di continue re-invenzioni come un ballo che nel tempo rinnova le mosse, il ritmo, i costumi, nonché la distanza tra i ballerini; e la storia è una loquace testimone delle sue perenni acrobazie». Ma quali sono le caratteristiche del potere nell’età della post-globalizzazione?
Maria-Luisa Rigato, biblista teologa, come lei amava definirsi non tanto per elencare titoli, ma per ribadire che l’esegesi della Scrittura è una disciplina teologica a pieno titolo e, come tale, a servizio della fede della Chiesa.
Allievo di Giovanni Miegge, Ricca si ricollega a quest’ultimo avendo presente il libro Per una fede che il suo maestro pubblicò nel 1952 con le Edizioni comunità e che, negli ultimi anni, è stato edito da Claudiana. Pur avendo la totale consapevolezza delle mutate condizioni storiche e della diversità dei contenuti proposti, l’intenzione di base che accomuna i due libri è la medesima: offrire, a tutti coloro che ritengono la questione religiosa ancora centrale nella vita individuale e collettiva, una difesa della fede cristiana.
Viviamo in un mondo digitalizzato, in cui non è possibile distinguere il naturale dall’artificiale, e ciò rende sempre più difficile prefigurare il futuro. I sostenitori del trans-umanesimo, o del post-umanesimo, sono entusiasti di questo cambiamento.
Un talento di Tomaso Subini, analogo a quello dei due ex religiosi del film, è quello di saper interrogare gli oggetti, svelando la natura ambigua del modo in cui essi comunicano: spesso un artefatto del passato, anche se sembra asserire una verità conclamata, nasconde in profondità un secondo significato che può essere rivelato, a distanza di anni, solo da chi conosce bene il clima culturale in cui è stato realizzato, oltre naturalmente al suo artefice.
Da anni i giovani italiani hanno la netta sensazione di vivere in un paese che offre meno opportunità rispetto ai coetanei degli altri paesi europei. La tendenza viene confermata da un’indagine internazionale realizzata da IPSOS tra dicembre e novembre 2021: il 35% degli intervistati (tra i 18 e i 22 anni) ritiene che l’Italia offra condizioni migliori o comparabili rispetto alla media europea, mentre quasi 2 su 3 hanno opinione contraria.
Gli storici Firpo e Alonge tracciano con rigore le vicende di questo testo capitale della Riforma italiana brutalmente eliminato dal nostro orizzonte etico delineando, al contempo, i tratti peculiari dell’eresia italiana, le sue notevoli originalità, le sue contraddizioni, gli scontri avvenuti al vertice della Chiesa di Roma.
Un racconto on the road – la traduzione italiana è di Claudia Bettiol – sul tessuto antropologico ucraino, formato da (almeno) 14 diverse minoranze, con storie di arrivi e partenze, di stabilità e fughe, di lingua parlate e poi dimenticate lungo le generazioni: armeni, cechi e slovacchi, ebrei, gagauzi, liptak, polacchi, rom, romeni, svedesi, tatari di Crimea, tedeschi, turchi mescheti, ungheresi, valacchi.
A Gilbert K. Chesterton si può tornare tante volte se s’intende seguire il filo della grande narrativa (cattolica) del secolo scorso. Nel 1930, quasi vent’anni dopo l’invenzione di quel detective improbabile, antieroico, simpaticamente cattolicissimo che è padre Brown (cf. Regno-att., 10,2021,316), esce questa raccolta di racconti, Quattro candide canaglie (Guida editori).
Che i primi cristiani, per propria vocazione (cito fra tutti Paolo: cf. Rm 1,14 e Col 3,11) tesi a una prospettiva universalistica vicina a quella di certe correnti stoiche coeve, si siano presto accorti dell’importanza delle realtà esterne al mondo greco-romano, è qualcosa di cui ci informa già la più antica letteratura cristiana.
Con la morte del papa emerito Benedetto XVI si conclude anche una stagione dei rapporti tra Santa Sede e Cina. Il saggio che qui pubblichiamo a firma di p. Gianni Criveller, missionario del PIME e sinologo, è una versione significativamente rivista e ampliata dell’articolo apparso su Asianews il 4.1.2023, https://bit.ly/3HNqwaK (red.).
I «nostri fratelli di tutto il Perù, di cui voi siete i rappresentanti al Congresso, vi interpellano. Li conoscete? Avete udito le loro domande?»: in questi termini, la presidenza della Conferenza episcopale peruviana (CEP) è intervenuta il 3 febbraio scorso con una lettera indirizzata ai 130 membri del Congresso a seguito della stagnazione della crisi in atto in Perù.
Il 27 gennaio è trascorso un anno dall’insediamento di Xiomara Castro alla presidenza della Repubblica dell’Honduras, prima donna e prima esponente di una formazione di sinistra (il partito Libertà e rifondazione-Libre) ad arrivare alla massima carica dello stato nella storia del paese.
Il 2023 si è aperto in Pakistan con decine di attentati terroristici. Essi hanno colpito centri militari e istituzionali provocando un gran numero di vittime e devastando anche luoghi di culto islamici, a partire dalla moschea di Peshawar, nel Nord-Ovest, prossima al confine afghano, dove un attentatore suicida appartenente ai talebani pachistani ha ucciso 101 persone riunite in preghiera.
A un anno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina è necessario fissare i caratteri salienti di questa guerra. «Tra le cose che [essa] ha riproposto ci sono l’intensità e la distruttività di uno scontro che gli esperti definiscono peer-peer o peer-near peer (tra eserciti alla pari o quasi)», ovvero «un conflitto che porta due nazioni a impiegare tutte loro stesse l’una contro l’altra», scrive Lorenzo Nannetti introducendo una documentata analisi della situazione militare. «È di per sé una guerra mondiale, la terza dopo il 1914, ed è una guerra che Putin ha dichiarato all’Occidente, segnatamente all’Europa», commenta Gianfranco Brunelli, che prosegue: «Si tratta di una guerra tra due opposti modelli d’organizzazione sociale e politica, che risponde a opposti valori di civiltà»: il modello dittatoriale e autocratico, che calpesta ogni libertà, e quello liberal-democratico, pur con tutte le contraddizioni che hanno le democrazie. Dal canto suo, «la giustificazione del patriarca russo ripete la narrazione che si trova anche nel discorso ufficiale» del governo russo: la guerra «è difensiva contro l’Occidente che cerca aggressivamente d’imporre i suoi valori e il suo stile di vita alla popolazione ortodossa dell’Europa orientale», osserva Thomas Bremer, traendone le gravi implicazioni sul versante dell’ecumenismo. Dunque, «in un senso o nell’altro le conseguenze di questa guerra hanno un esito globale. La questione è quale modello sociale e politico, quale modello di valori esce vincitore» (Brunelli).
Circa un anno è passato dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, un conflitto che ha influenzato profondamente molti aspetti della nostra vita. Tra le cose che questa guerra ha riproposto ci sono l’intensità e la distruttività di uno scontro che gli esperti definiscono peer-peer o peer-near peer (tra eserciti alla pari o quasi).
La Chiesa cattolica dovrebbe riconsiderare seriamente la sua posizione. In una situazione in cui la questione della colpa e della responsabilità è molto chiara, rimanere neutrali significa alla fine schierarsi con l’aggressore. E purtroppo questa è l’immagine che la Chiesa cattolica ora sta trasmettendo.