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"Io non mi vergogno del Vangelo"

"Io non mi vergogno del Vangelo"

Incontrare Dio nella rete. L'esperianza di chi modera un blog

L. Accattoli
Nella rete incontro gli uomini e dunque in essa posso incontrare Dio. Navigando ci si imbatte in vantaggi e svantaggi per incontri veri esattamente come nella realtà: vi è più rapida la conoscenza e l’interazione con ognuno, ma più facili sono anche il fraintendimento e l’insulto. L’abbondanza delle occasioni moltiplica la tentazione dell’oblio. Del continente digitale prendo in esame la sola «blogosfera»: cioè lo spazio dell’interazione scritta più immediata tra i visitatori di un sito web. Il marzo scorso ho raccontato qualcosa della violenza che ribolle nella blogosfera: Confessioni di un povero blogger: nella rete c’è più odio che nella realtà era il titolo (Regno-att. 6,2009,215ss). Ora tratto l’altra faccia, perché nella rete ci va sia chi spregia sia chi cerca l’uomo. E chi cerca l’uomo – che lo sappia o no – cerca Dio e non è lontano dal trovarlo.

Cerco i miei figli nella Bibbia. Ed esulto quando li trovo

L. Accattoli
C'è una piccola donna in Atti 12 che va alla porta, riconosce la voce di Pietro – che tutti sapevano in carcere – e «per la gioia» invece di aprirgli corre a darne l’annuncio mentre Cefa là fuori continua a bussare. Chi non ha negli occhi una ragazzina che per la gioia corre dalla parte sbagliata? E la prontezza della «servetta ebrea» della moglie di Naamàn il siro, malato di lebbra, nel Secondo libro dei Re? E la concentrazione della sorella di Mosè che in Esodo 2 osserva «da lontano» che cosa accadrà al cestello di papiro in cui la mamma ha sistemato il fratellino? Io vedo i suoi occhi che guizzano di qua e di là sull’acqua del Nilo. Cerco le somiglianze tra la nostra umanità più genuina, che traspare dai ragazzi, e quella che anima i libri della Scrittura. Esse mi aiutano a intuire il gesto di Gesù che si «mette vicino» un bambino per spiegare chi sia «il più grande», o il suo cuore che non si trattiene quando gli portano un ragazzo che ha cinque pani e due pesci. Ci interesseremo anche a un giovanissimo nipote dell’apostolo Paolo che ha una parte breve ma brillante in Atti 23: è sveglio come i nostri ragazzi che partono con le borse per l’«Erasmus».

Rienzo Colla che si cibava di locuste. L'avventura di un editore coraggioso

L. Accattoli
Rienzo Colla, fondatore nel 1954 della casa editrice vicentina La Locusta, è morto sabato 18 luglio all’ospedale San Bortolo di Vicenza: aveva 88 anni ed era solo come solo era vissuto, orso e gentile, bambino ogni giorno della vita. Lo incrociai per sua iniziativa: mi scrisse dopo aver letto un mio libro e sei anni più tardi mi chiese di fargliene un altro «come pare a te» per La Locusta. Lo feci conoscere a miei amici vicentini che non l’avevano mai incontrato. Venne a sentirmi in occasione di una mia conferenza in Vicenza, presso il Movimento ecclesiale di impegno culturale (MEIC), e ci vedemmo a casa di conoscenti suoi e miei.

Giovanni Ferro. Come un «giusto» inerme riuscì a salvare un ebreo e tre Mussolini

L. Accattoli
Tra i «giusti delle nazioni » potrebbe entrare presto il padre somasco Giovanni Ferro, che fu arcivescovo di Reggio Calabria dal 1950 al 1977 e per il quale è avviata da un anno la causa di canonizzazione: egli accolse al collegio Gallio di Como, di cui era rettore, un ragazzo ebreo per tutto il tempo della persecuzione nazista. Ho conosciuto l’arcivescovo Ferro – uomo mite e inerme se mai ve ne furono – e sono amico del Gallio dove fui chiamato tre anni addietro per una conferenza. È dunque con esultanza che racconto questa storia, lasciando la parola all’ebreo che fu messo in salvo. «Mi chiamo Roberto Furcht, ho ottant’anni e sono qui per rendere omaggio alla memoria del padre somasco e vescovo Giovanni Ferro, che mi accolse al collegio Gallio, qui a Como, durante l’occupazione nazista e al quale debbo la salvezza della vita».

In morte di Baget Bozzo. Elogio della contraddizione

L. Accattoli
Volevo bene a Gianni Baget Bozzo e anch’egli me ne voleva. Una volta ho polemizzato con lui in questa rubrica (Regno-att.18,2001,646ss; 20,2001,719s; e vedi la sua risposta in Regno-att. 22,2001,730s) e ora ne parlo in morte, lodandolo per i doni che da lui mi sono venuti – li dico alla fine – e ammirando la sua vocazione a contraddirsi che ha scandalizzato tanti. Essa era sorella della leggerezza, della passionalità e della vivezza d’anima che lo caratterizzavano. Penso che egli fosse guidato da un istinto orbitante che lo portava a cercare l’altra faccia di ogni realtà, come chi giri intorno al Colosseo facendo suoi tutti i punti di vista che viene sperimentando. Credo che abbia fatto questo sulla DC, sul Concilio, su Dossetti, sull’islam. Non sapevi mai dove l’avresti ritrovato, da un capodanno all’altro.

Il prete visto dalla piazza. Chi attacca discorso e chi lo rifiuta

L. Accattoli
Il prete lo puoi vedere in chiesa, sul sagrato, dalla piazza. Qui provo a guardarlo dalla piazza, in risposta a una domanda che mi è venuta dal Seminario regionale dell’Abruzzo e Molise che si trova a Chieti e che quest’anno compie cent’anni (l’incontro è avvenuto il 24 aprile). Azzardo una qualche risposta all’evangelico «chi dice la gente che io sia» e ne viene un «bestiario» aggiornato di chi cerca un prete, o solo l’apposta. Più o meno è l’umanità di sempre ad attaccare discorso o a rifiutarlo. Ma con qualche diversa proporzione: sono di più oggi i cananei, i samaritani e i centurioni romani, mentre vanno diminuendo gli israeliti. Ciechi e storpi sono sempre in maggioranza. Le domande trabocchetto forse oggi sono di meno, ma sembrano più insidiose.

Chi è oggi Maria di Màgdala? Prima non creduta e poi dimenticata

L. Accattoli
Cerco Maria di Màgdala e chiedo in giro chi l’abbia vista. Ho passato la Quaresima in questa ricerca, motivato dall’impegno a parlarne ai giovani della XII Prefettura della diocesi di Roma: di chi sia «tipo» oggi la discepola che Gesù aveva guarito da sette demòni, che per prima lo vide risorto e fu chiamata al ruolo fondativo di darne notizia agli undici. Apostola degli apostoli, la dissero i padri. Ma non fu creduta.

Confessioni di un povero blogger: nella rete c'è più odio che nella realtà

L. Accattoli
Da tre anni tengo un blog (www.luigiaccattoli.it) che è ora l’attività che mi impegna di più dopo quella delle conferenze. Considero anzi il blog una continuazione dei dialoghi che intreccio in occasione degli incontri pubblici ai quali sono invitato, con le domande e le risposte che ci si scambia al microfono e dopo, spenti i microfoni. Come nelle conferenze così nel blog io tratto un tema, i «visitatori » reagiscono e io, se posso, rispondo. Ma nei blog ciò avviene con due differenze principali: l’aggressività e la dominante di destra.

«La carità è magnanima». Se Paolo scrivesse oggi ai Corinti

L. Accattoli
A che penserebbe oggi l’apostolo Paolo dicendo «la carità è magnanima »? Allora era un richiamo ai cristiani di Corinto, che circa nel 53 d.C. si cavavano gli occhi sostenendo fazioni allo stato nascente: «Io sono di Apollo, io sono di Paolo». Proprio come noi che diciamo «o con Biffi o con Martini».

Bambini ebrei e leggi razziali. Nel racconto di Mirjam Viterbi e in altri casi

L. Accattoli
Durante il passaggio del piccolo corteo, alcuni ignari soldati tedeschi scattarono sull'attenti»: belli questi guerrieri ariani che salutano l'accompagnamento al cimitero di una donna ebrea morta ad Assisi nel monastero delle clarisse di San Quirico, dov'era rifugiata durante l'occupazione tedesca. Più bello ancora il fascistissimo podestà di Assisi, che per rassicurare gli ebrei che si sono messi sotto la sua protezione telefona in loro presenza al comando tedesco chiedendo se in zona ci siano dei «porci ebrei» e tira «un grosso respiro di sollievo» alla risposta negativa. Anche il lettore respira leggendo il racconto del salvataggio di un gruppo di famiglie ebraiche attuato ad Assisi da un'organizzazione clandestina che faceva capo al vescovo Placido Nicolini: M. VITERBI BEN HORIN, Con gli occhi di allora. Una bambina ebrea e le leggi razziali, Morcelliana, Brescia 2008 (Regno-att. 18,2008,629).