Poco meno di 76,5 milioni di americani hanno votato per Donald Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti (USA) del 2024. Si tratta di oltre 2 milioni di voti in più rispetto a quelli che lo stesso Trump ha preso nel 2020 e di quasi 3 milioni in più rispetto a coloro che nel 2024 hanno votato per l’avversaria democratica di Trump, Kamala Harris.
A tre settimane dalle elezioni, alla tradizionale cena di gala «Al Smith dinner» per la raccolta di fondi a favore delle associazioni di beneficenza cattoliche a New York l’America ha dato un’eloquente immagine di sé.
Il Documento finale della II sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi conclusasi a fine ottobre, non dicendo nessun «no», ma offrendo delle proposte e registrando i consensi ottenuti e i dissensi su cui lavorare ulteriormente, dà il quadro del punto nel quale si trova la Chiesa oggi.
Il «primo atto di riflessione teologica dopo la chiusura della II sessione dell’Assemblea del Sinodo» è quello che si è tenuto alla Pontificia università gregoriana dal 28 al 30 ottobre.
Conclusa a Roma la II sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione», si apre ora la fase della sua recezione.
Rese note le motivazioni della sentenza del maxi-processo vaticano (cf. qui sotto), Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione, ha scritto un articolo su Vatican news (30 ottobre, bit.ly/3YTpoee, ripreso anche dall’Osservatore romano).
Quasi 820 pagine per dare conto delle ragioni che hanno portato il 16 dicembre 2023 – al termine di 86 udienze nell’arco di due anni e mezzo di dibattimento in aula – alla condanna di 9 dei 10 imputati nel maxi-processo vaticano sulla compravendita del palazzo di Londra da parte della Segreteria di Stato.
Incontro Chiara Griffini il 18 novembre, proprio nella IV giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi che la Conferenza episcopale italiana dedica quest’anno a «Ritessere fiducia».
Il 12 novembre Justin Welby ha dato le dimissioni da arcivescovo di Canterbury, dopo la pubblicazione – a lungo rimandata – dell’indagine indipendente su come la Chiesa d’Inghilterra ha gestito le accuse di violenza fisica, psicologica, spirituale e sessuale su minori contro John Smyth.
Il 21 ottobre, altri 3 membri del SCV sono stati espulsi per abuso di autorità e nell’amministrazione di beni ecclesiastici, per violenze sessuali anche su minori.
Religiosa honduregna delle Figlie della carità di san Vincenzo de’ Paoli e Luisa de Marillac, suor María Suyapa Cacho Álvarez appartiene all’etnia garifuna, una popolazione frutto della mescolanza tra gli schiavi africani e gli indigeni arawak, oggi diffusa in tutta l’America centrale e nei Caraibi.
Mentre auspichiamo di non dover più discutere di parità di genere in ambito cinematografico in Italia e di raccogliere una sempre maggiore presenza competente femminile a ogni livello, risulta evidente e meraviglioso il contributo che alcune registe stanno consegnando al cinema d’autore (d’autrice) del nostro paese.
In una ormai remota intervista rilasciata nel 1986 al Journal of Palestine Studies il grande intellettuale israeliano Yeshayahu Leibowitz (1903-1994) prendeva posizione rispetto alla ripetuta prospettiva secondo la quale la vita nella diaspora ebraica sarebbe sempre esposta ai pericoli.
Il caso Mortara – la vicenda del bambino ebreo sottratto nel giugno 1858 ai genitori e inviato nella Casa dei catecumeni di Roma perché all’Inquisizione bolognese era giunta notizia che 6 anni prima era stato battezzato da un’inserviente della famiglia – è stato ampiamente trattato dalla storiografia.
La problematica di fondo è chiarita sin dall’incipit con cui si apre il saggio del teologo tedesco Jürgen Werbick: «In questo libro ci si occuperà di ciò che significa credere».
Concluso il Sinodo sulla sinodalità, dopo due sessioni di dibattito che non ha potuto ignorare le voci di chi chiedeva più attenzione al tema dell’ordinazione diaconale delle donne, prendere in mano questo libro consente di rivedere i nodi ancora problematici per la coscienza ecclesiale.
Dopo Lorenzo de’ Medici (2016), Michelangelo (2017), Marco Polo (2018), Cristoforo Colombo (2020), Giulio II (2021), Gesù, il re ribelle (2023), tocca ora a Giovanni. A prima vista, anche tenendo conto dell’editore (Mondadori), si sarebbe tentati di pensare che l’autore sia un giornalista culturale con la passione per le biografie. Si tratta invece di uno studioso di fama internazionale, docente ordinario alla Freie Universität di Berlino, noto, in primis, per le sue competenze nel campo della mistica ebraica e della cabbala rinascimentale cristiana.
Di nani e di giganti ha detto Bernardo di Chartres, filosofo e grammatico del XII secolo: «Siamo come nani assisi sulle spalle di giganti, cosicché possiamo vedere più cose e più lontano di loro, non per l’acutezza della nostra vista o per l’altezza del nostro corpo, ma poiché siamo sollevati più in alto dalla loro statura».
Luhmann qualifica il cosiddetto sub-sistema religioso come una sorta di sottoinsieme sociale autonomo della società moderna, che possiede la caratteristica d’essere un vero e proprio medium comunicativo.
L’autore, direttore dell’Ufficio CEI per i problemi sociali e il lavoro e direttore dell’Apostolato del mare, è teologo morale e postulatore della causa di beatificazione di don Primo Mazzolari.
«Insieme» come forma del loro rapporto, di cui Marinella ci restituisce la toccante confessione: Michela in quel libro aveva posto una dedica con la quale si rivolgeva all’amica «con affetto e devozione di figlia».
Preghiera e impegno sociale possono coesistere? Non sono forse l’una l’opposto dell’altro? L’una non è tutta orientata a condurre al cielo, mentre l’altro a cambiare la terra?
Alle origini del pensiero occidentale si è consumata una vera e propria lacerazione. La filosofia ha smesso d’essere una stilistica dell’esistenza, ha smesso d’impastarsi con il reale per farsi, sempre più, speculazione, teoresi.
Le vite ferme sono quelle dei migranti che abitano le stanze e gli spazi di un centro di seconda accoglienza di Trento, che Paolo Boccagni, docente di Sociologia all’Università degli studi della stessa città, ha frequentato per 4 anni.
L’Ordo paenitentiae (1973) prevede per la riconciliazione, oltre al rito ordinario per i singoli penitenti, quello per più penitenti con la confessione individuale e quello per più penitenti con la confessione e l’assoluzione generale (terza forma).
Un dato è ormai acquisito: nel corso di tutto il Medioevo nessuno si è mai dichiarato eretico, semmai coloro i quali sono stati definiti in questo modo possono essere considerati eretici involontari.
Uno dei caratteri più interessanti e significativi del martirio cristiano antico è la sua trasversalità.
La bolla d’indizione del giubileo 2025, promulgata nel maggio scorso da papa Francesco (cf. Regno-doc. 11, 2024,321), prende il suo spunto iniziale dalla Lettera ai Romani 5,5, «la speranza non delude».
Un sognatore. Un utopista. Anche un uomo di fede. Tony Rinaudo è tutto questo e molto di più. Insignito nel 2018 del Right Livelihood Award, è divenuto noto in tutto il mondo come The Forest Maker, il creatore di foreste, dal titolo del documentario girato nel 2022 dal regista tedesco Volker Schlöndorff.
I risultati contestati delle elezioni generali stanno gettando il Mozambico nell’instabilità. Manifestazioni, dure repressioni, morti, polemiche incandescenti hanno generato un caos generalizzato.
Il «mondo è entrato in un territorio inesplorato»: un «passaggio epocale» da superare difendendo «le libertà individuali proprie delle democrazie occidentali». È quanto si afferma a conclusione di questo saggio dedicato a ricapitolare le vicende economiche, politiche e sociali che hanno caratterizzato la situazione internazionale dopo la Seconda guerra mondiale e, più dettagliatamente, nel periodo seguito alla caduta del Muro di Berlino. Muovendosi avanti e indietro tra le cause e gli effetti dei passaggi storici che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo, ed esaminando le principali aree geopolitiche, si compone un quadro incentrato sull’ordine internazionale liberale forgiato dagli Stati Uniti e interrottosi all’inizio di questi anni Venti «fra eventi traumatici». Successivamente ci si sofferma sui fenomeni contemporanei: l’emergere del populismo, la consapevolezza cinese del declino occidentale, il ritorno nella regione eurasiatica della geopolitica imperiale e, ultimo ma non meno importante, il configurarsi delle grandi aziende tecnologiche in forme simili agli Stati sovrani, a fronte del quale occorre essere consapevoli che «non ci sono automatismi tra innovazione tecnologica e progresso».