Durante l’estate la campagna elettorale per le presidenziali americane del novembre 2024 ha cambiato i suoi protagonisti grazie a una serie di eventi avvenuti in rapida successione.
L’articolo di Giovanni Guzzetta pubblicato sullo scorso numero (Regno-att. 14,2024,405) di questa rivista si presta a una serie di articolate riflessioni.
Il contesto culturale e politico del II secolo conosce uno scontro tra Chiesa e Stato romano circa la legittimità della fede cristiana.
Incontro padre Nikodemus Schnabel, abate benedettino dell’abbazia della Dormizione a Gerusalemme e del monastero di Tabgha sul lago di Genesaret.
ll 26 agosto scorso i patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme (cattolici, ortodossi e protestanti) hanno lanciato l’ennesimo, accorato appello per una tregua immediata.
La gestazione di quelli che oggi riconosciamo come «missionari digitali» o «influencer cattolici» (ma la distinzione è importante, come vedremo) è durata diversi anni, gli anni dei pionieri: fedeli laici, religiosi e religiose, presbiteri (qualcuno nel frattempo è diventato vescovo, come lo statunitense Robert Barron) che sperimentavano la possibilità d’annunciare il Vangelo, catechizzare, ascoltare e accompagnare i fratelli-follower con creatività nei linguaggi e con le tecniche proprie dell’ambiente digitale.
Questi e altri flash sono emersi nella 60a Sessione di formazione ecumenica del Segretariato attività ecumeniche (SAE) che si è svolta dal 28 luglio al 3 agosto presso il monastero di Camaldoli. Vocazione ecumenica, custodia sapiente della foresta, accoglienza fraterna ne hanno fatto un luogo eccellente per ospitare il tema «Una terra da abitare e custodire.
Dimostrare che è possibile vivere una vita felice, non perché senza problemi, ma perché «con un amore più forte delle avversità». Questo era il sogno di Baden-Powell, un educatore, un uomo segnato dall’esperienza della guerra.
A colloquio con il vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili, che si è rivolto ai 18.000 capi riuniti a Villa Buri per la Route nazionale dal 22 al 25 agosto.
Ad accogliere il XXX Congresso nazionale dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM), tenutosi dal 29 giugno al 2 luglio, è stato il seminario vescovile «Giovanni XXIII» di Bergamo, imponente come il tema che ha accompagnato lo studio di questi giorni: «Per il futuro della terra. Etica nell’Antropocene».
Nasce la Nuova rivista di teologia morale, che intende raccogliere l’eredità della gloriosa Rivista di teologia morale. Si tratta, a tutti gli effetti, di una nuova pubblicazione nella forma di rivista scientifica on-line a libero accesso, in modo da assicurare una più vasta diffusione.
La «Cina è impegnata su una via cinese di sviluppo dei diritti umani». Così Chen Xu, rappresentante cinese alla sede di Ginevra delle Nazioni Unite, prendendo la parola il 4 luglio scorso, durante la 56a sessione del Consiglio dei diritti umani dedicata all’Universal Periodic Review, appuntamento quadriennale di revisione per i paesi membri.
L’ultimo film di Marco Tullio Giordana deve tutto all’omonimo romanzo La vita accanto di Mariapia Veladiano (Premio Campiello 2010) e all’acquisto dei suoi diritti, ormai di anni fa, da parte di Marco Bellocchio, sedotto letteralmente dalla complessità sociale e psichica dei temi familiari al centro dell’opera.
Ancora una volta il Gruppo di Dombes ha prodotto un eccellente studio su uno dei tratti distintivi della Chiesa. Dopo aver studiato l’apostolicità della Chiesa, questo gruppo di pastori ha rivolto la propria attenzione alla caratteristica della cattolicità.
L’ansia sembra essere evasa dalla pagina scritta per impossessarsi dell’intero campo sociale: è dilagata diventando, assieme alla depressione, una delle cifre più diffuse e virulente del nostro malessere. Perché? Come spiegare questa diffusione epidemica?
L’autore assume come bussola la parabola gesuana del grano e della zizzania, riportata dal Vangelo di Matteo, per affrontare il tema della tolleranza in quanto straordinario invito fatto dallo stesso Gesù affinché quest’ultima non diventasse una vuota espressione.
Frutto di una ricerca ultradecennale, innescata da un lontano incontro della giovane religiosa con il maturo servo di Maria, il volume consta di 615 pagine, con l’aggiunta di Appendici di lettere e testimonianze che ripercorrono puntualmente le tappe della vita di Giovanni Vannucci.
Leggere questo iter significa leggere un pezzo di storia italiana, dei rapporti Chiesa-politica, dell’europeismo. Attento ai fermenti della società, il ruolo politico di Moro è tutto nutrito di prudenza e di rispetto per quanti combattono la battaglia per il bene del paese.
L'Italia, in uno dei suo molteplici paradossi, è al contempo il paese nel quale da secoli convivono il papa alla guida del cattolicesimo mondiale e la piccola ma caparbia Chiesa evangelica valdese, storicamente la più antica espressione ecclesiologica dell’intero mondo protestante.
Questo volume di Antonella Lumini s’afferma come un’opera di spiccata originalità nel panorama della spiritualità e della psicologia cristiana.
Chi si ferma è perduto, recita un proverbio popolare: ma il saggio Fermarsi fa capire che non sempre ciò è vero. In effetti i due autori, rispettivamente presbitero della diocesi di Padova e docente di Teologia morale alla Facoltà teologica del Triveneto, e religiosa dell’istituto Discepole del Vangelo, evidenziano degli aspetti per certi versi controintuitivi.
Prima della pandemia erano oltre 2 milioni le famiglie che versavano in stato d’insolvenza irreversibile, a condizioni invariate, «bloccate in condizione tecnica di fallimento economico per i debiti» contratti per effetto dell’inflazione, dei rincari e dell’incremento del costo della vita.
Il libro nasce come tesi di licenza in Psicologia dell’autore, prete della diocesi di Oristano, sostenuta presso la Pontificia università gregoriana.
Sergio Ventura, insegnante di religione e autore prolifico del blog collettivo Vino nuovo – affermatosi sempre di più negli anni come luogo d’elaborazione di coscienza ecclesiale – pubblica il suo primo libro sulla questione della sinodalità secondo papa Francesco e, di riflesso, in questo momento ecclesiale.
Il volume nasce dall’esperienza dell’insegnamento dei due autori e ne mantiene, positivamente, la qualità caratteristica: quella d’accompagnare i lettori mettendosi al loro passo, lungo la strada, niente affatto pianeggiante, dell’ermeneutica biblica.
La vicenda dell’editoria è la storia dell’emancipazione dalla professione del tipografo e da quella del libraio. Secondo Niccolò Tommaseo, è da considerarsi editore non colui che stampa un libro né colui che lo vende, bensì chi lo fa stampare per farne commercio.
La domanda che dà il titolo a questo libro di Hans Joas non è un interrogativo retorico, non appartiene al genere letterario delle titolazioni costruite unicamente per stuzzicare la curiosità dei lettori.
Questo «piccolo volume, che raccoglie le provocazioni che tre donne hanno offerto al Consiglio dei cardinali a proposito del ministero e dei ministri nella Chiesa, ha il pregio di non partire dall’idea, ma dall’ascolto della realtà, dall’interpretazione sapienziale dell’esperienza delle donne nella Chiesa.
Il Natale non dev’essere utilizzato «a fini propagandistici o politici particolari». È una festività «di carattere universale. Il modo e il tempo della sua celebrazione sono di competenza dell’autorità ecclesiastica».
Quella che era nata negli anni Ottanta del secolo scorso come una contesa originata dalle esigenze di confermare la particolare identità dei fedeli siro-malabaresi e di garantire l’uniformità liturgica universale da parte della Santa Sede si è trasformata in una frattura profonda, al punto da sollevare il rischio di uno scisma.
Viaggio spesso in Pakistan e mi è difficile immaginare una realtà più accogliente verso il visitatore straniero di questa repubblica islamica, un grande paese dai molti volti, dalle tante potenzialità e dai troppi limiti. Eppure i media ne diffondono nel mondo un’immagine negativa e stereotipi, anche se occorre dire con onestà che le problematicità non mancano.
Il «Signore mi ha creato, il Signore mi vuole con sé. Sono sereno». Così monsignor Giorgio Biguzzi, vescovo emerito di Makeni, Sierra Leone, si accingeva a vivere l’ultima tappa della sua vita nella casa madre dei missionari saveriani a Parma.
La sua formazione nella vivace Chiesa postconciliare di Brescia e di Bologna; gli studi umanistici in Filosofia e Storia cristiana; il lavoro da manovale e l’impegno sindacale; l’impegno formativo/educativo nelle periferie romane con i ragazzi e i più emarginati; insegnante di italiano per immigrati; collaboratore principale all’assessorato alle Politiche sociali del Comune di Roma ai tempi delle giunte Rutelli. E soprattutto giornalista, in vari e diversi momenti della sua vita. Ma il suo curriculum non basta per disegnarne una personalità ricca e multiforme
Dopo 4 anni in cui abbiamo superato crisi (non solo economiche) senza precedenti, il momento che stiamo vivendo si caratterizza – scrive Stefania Tomasini, senior partner di Prometeia – «per un eccezionale intreccio di questioni in gioco e, di conseguenza, di piani di analisi, che vanno oltre gli aspetti più congiunturali – come si uscirà dalla crisi inflazionistica – e abbracciano temi di medio-lungo periodo». Le principali sfide che l’Italia in modo particolare e l’area euro in generale si trovano davanti sono riassumibili con un acronimo: «5 D». Si tratta della «deglobalizzazione, demografia, digitalizzazione, decarbonizzazione e del debito». Ne consegue che «la dimensione della politica economica, o meglio della politica tout court, è essenziale» sia per il nostro paese sia per l’Europa. Tuttavia, «forse la consapevolezza dell’urgenza delle sfide non è così diffusa».
È quindi utile considerare alcune «importanti analisi – Isabel Schnabel, Enrico Letta e Mario Draghi – che conducono a concludere che senza un massiccio piano di investimenti deciso e coordinato a livello europeo il nostro continente rischia di rimanere spiazzato nelle potenzialità
di crescita e nella sicurezza».
Il giorno prima di morire il vescovo Bettazzi prende le mani del vescovo di Biella Roberto Farinella e di Enzo Bianchi, che sono da lui per l’ultimo saluto, le congiunge sul proprio petto e li benedice chiedendo loro d’operare per la riconciliazione tra la Comunità di Bose e i fratelli da essa allontanati.