Il 7 ottobre 2023 è una data scelta non a caso da Hamas. Cadeva di sabato ed era Simchat Torah («Gioia della Legge»), l’ultimo giorno della festa delle Capanne. Esattamente 50 anni prima era scoppiata la Guerra del Kippur. In quella circostanza l’attacco degli eserciti egiziano e siriano colse alla sprovvista le Forze di difesa israeliane (IDF). Dopo i primi rovesci, l’esercito israeliano si riorganizzò. La pressione attuata dalle due superpotenze di allora, USA e URSS, condusse, in 19 giorni, al cessate il fuoco.
L’antisemitismo c’è, anche se nascosto, come se la Shoah non fosse bastata. Così la denuncia di papa Francesco nell’intervista trasmessa al TG1 della RAI l’1 novembre scorso. A essere convinto di questo fenomeno, per cui la Shoah sarebbe in qualche modo ormai «digerita», è Sergio Della Pergola, demografo, docente emerito dell’Università ebraica di Gerusalemme.
Dai primi di ottobre ai primi di novembre il biblista Luca Mazzinghi ha vissuto a Gerusalemme per un periodo di studio all’École biblique. Per tenersi collegato con i propri parrocchiani toscani di San Romolo a Bivigliano ha tenuto un diario giornaliero on-line (https://bit.ly/3sFIJDx). Lì tratteggia la vita di Gerusalemme ma soprattutto, dal 7 ottobre, parla della guerra, delle parti in (eterno) conflitto e della fede nei luoghi santi. Ne pubblichiamo alcuni stralci, riprendendo in parte quanto apparso su Re-blog (M.E. G.).
Ignorando «deliberatamente l’esistenza degli ebrei e d’Israele, incitando al disprezzo e all’odio, alla glorificazione del jihad e del martirio, l’insegnamento dell’Autorità palestinese ha avuto le conseguenze più spiacevoli sulla sua gioventù. Ha contribuito a dare vita e ad ancorare in essa tutta una serie di stereotipi (…) Il conflitto con Israele è presentato in modo semplicistico, riduttivo, unilaterale.
Se le parole hanno un senso, l’Instrumentum laboris, il testo con cui si è arrivati all’Assemblea sinodale celebrata a Roma – poi, in corso d’opera trasformata in prima tappa che sarà ultimata l’anno prossimo dai medesimi partecipanti – aveva talmente tanti temi che su almeno uno l’aspettativa poteva ritenersi fondata. Altrimenti, perché chiedere a tutti di «dire la propria» con un’agenda non dettagliata?
Ai dubia già presenti sullo sfondo del panorama sinodale se ne sono aggiunti altri, a completamento dell’ambito morale ritenuto il più urgente dei fronti.
Mentre sta uscendo il suo Un nouveau concile qui ne dit pas son nom? (Salvator, Parigi), Christoph Theobald ci accoglie a Roma, durante il Sinodo sulla sinodalità, al quale partecipa come esperto. Un’occasione per discutere del presente e del futuro della Chiesa.
Il 19 settembre 2016 i cardinali Walter Brandmüller, Raymond Leo Burke, Carlo Caffarra e Joachim Meisner hanno scritto a papa Francesco una prima serie di dubia, chiedendogli, attraverso 5 domande, di chiarire la dottrina cattolica presente nell’esortazione postsinodale Amoris laetitia (cf. Regno-doc. 21,2016,686).
Il 1° dicembre compie 90 anni un personaggio importante della teologia italiana, «don» Giovanni Cereti, che abbiamo voluto celebrare incontrandolo a Roma qualche settimana prima del suo compleanno.
Il Rapporto del Difensore del popolo (780 pagine) è il frutto del lavoro di una commissione d’indagine indipendente presieduta da Gabilondo e costituita da qualificati esperti di varie discipline (psicologia e psicoterapia, filosofia, diritto, teologia), in maggioranza donne.
Seguire la cronaca di tutte le notizie riguardanti i casi di violenze e abusi che coinvolgono a qualche titolo anche la Chiesa cattolica è praticamente impossibile. Ciò che si può fare è tracciare un filo interpretativo utile a cogliere alcune tendenze che, in questo ambito come non mai, sono tutt’altro che lineari.
Nell’insegnamento di papa Francesco l’occorrenza del termine «colonialismo» si connette frequentemente all’aggettivo «nuovo» (qualche volta a «postmoderno»).
L’opera di Juan Carlos Scannone (1931-2019) rappresenta un’eredità consistente per la filosofia latinoamericana e occidentale. Essa è un invito concreto a ricercare la sapienza, sia filosofica sia teologica, ben oltre gli spazi geografico-culturali consueti, contribuendo a un ampliamento degli orizzonti intellettuali. Nel loro insieme, questi sforzi si collocano sulla scia di un «nuovo pensiero».
Con Ermanno Olmi ho contribuito a fare quello che sarebbe stato il suo ultimo film: Vedete, sono uno di voi. È Carlo Maria Martini il soggetto che in quel titolo si rivolge in modo diretto al pubblico, cercando di metterlo a suo agio, con una constatazione e anche un sorriso, familiare e ricorrente nel regista, meno nel cardinale soltanto perché più timido e introverso.
Una volta divenuto arcivescovo di Milano, non avendo più tempo da dedicare alla lettura di libri di teologia e Scrittura, il cardinale Martini si limitava in tarda serata a sfogliarli avidamente, a consultarne l’indice e darne una veloce scorsa alle note.
Il libro nasce dalle aule universitarie – «dal basso», sottolinea l’autore –, e a esse, in un virtuoso movimento circolare, aspira a (ri)tornare. I 24 capitoli (che sono per l’esattezza indicati come «lezioni») riprendono l’insegnamento di Diritto canonico dell’anno accademico 2021-2022.
Lo sforzo della famiglia religiosa dossettiana ha un indubbio valore: indicare come l’impegno di Giuseppe Dossetti non fu mai condotto in solitaria, ma nel quadro di un lavoro comunitario, con l’augurio che questo sarebbe divenuto preminente rispetto a punti di vista personali.
La preghiera di domanda è, nelle Scritture, tutt’altro che un tema marginale; essa, infatti, nell’essere un appello che il fedele rivolge all’Eterno risulta determinante nella tradizione biblica.
È un libro scritto volutamente in maniera semplice; privo di note anche se l’autrice, teologa di chiara fama, sarebbe stata facilmente in grado di presentare copiosi apparati documentari e bibliografici.
Pietro Rossano, vescovo e teologo cattolico nato in provincia di Cuneo nel 1923 e scomparso a Roma nel 1993. Una figura che è stata, prima del periodo di oblio successivo alla sua morte, d’alto profilo teologico avendo rivestito il ruolo di autentico punto di riferimento per la Chiesa postconciliare.
Il volume esamina il complesso intreccio tra omosessualità e fede cristiana nel XX secolo in Italia, con particolare attenzione alla Chiesa cattolica.
Il sacramento dell’altare ha un posto centrale nella riflessione di Lutero, che gli ha dedicato molte pagine della sua elaborazione teologica tanto da divenire il tema su cui ha più scritto.
Per tentare di comprendere le ragioni della persistenza della schiavitù nel mondo antico malgrado il cristianesimo, occorre prendere le mosse da due ordini di considerazioni: da una parte, indicare alcuni dati relativi al mondo romano, e dall’altra indagare, almeno nelle sue linee essenziali, la posizione di Paolo in materia, significativa anche per le epoche successive.
La mia esperienza di clinico ha voluto confrontarsi con la possibilità di un dialogo allargato, scrivendo qualche articolo per Il Regno (cf. 2,2021,51; 16,2021,492). Non ho rivelato nessun arcano; ho semplicemente scritto che oggi i preti esprimono molto «disagio». Questa parola ha avuto un’eco profonda.
A un primo sguardo le ricerche realizzate negli ultimi mesi in Italia dicono che gli adolescenti stanno abbastanza bene e sono mediamente soddisfatti della propria vita. Dichiarano di svolgere attività fisica regolare e di non aver mai subito episodi di bullismo o cyberbullismo.
La notizia è stata resa pubblica mentre l’aereo con destinazione Roma era già in volo. Attraverso un comunicato stampa, il 18 ottobre il governo del Nicaragua ha informato che, «dopo fruttuose conversazioni con la Santa Sede (…) si è arrivati a un accodo per il trasferimento in Vaticano di 12 sacerdoti che, per varie ragioni, erano stati processati».
Ci sono registi che in età avanzata hanno ancora tanto da raccontare; soprattutto è il come lo fanno ad attestare quanto abbiano appreso in termini di sensibilità e di sano decentramento lungo il vivere. Uno di questi è senza dubbio lo sceneggiatore e regista britannico Ken Loach.
«Nel Vangelo di Marco, il risultato dell’incontro al sepolcro si evidenzia come riferimento a un inizio mai deducibile né rappresentabile, su cui il Vangelo si edifica. Il Vangelo di Giovanni concretizza questo inizio come l’inizio dell’amore e della comunione di alleanza tra Gesù e Maria di Magdala, che – come il discepolo che Gesù ama – è a rappresentanza di tutti coloro che incontrano Gesù». Così l’autore Kurt Appel sintetizza, nel finale, questo saggio in cui analizza l’«incontro con l’Assoluto» della «discepola amata da Gesù» e «prima testimone del Risorto», dopo una rapida panoramica sugli incontri «non idilliaci» con Dio descritti nell’Antico Testamento. «È un incontro contingente perché non c’è una necessità esterna su cui gli incontri possano basarsi. Non ci si può mai aspettare di incontrare di nuovo un morto in questo mondo», conclude Appel. «Ma è una contingenza che si conclude nella libertà dell’amore. Non c’è nessuna costrizione esterna nell’andare con Gesù, incontrandolo come Risorto, né per Maria né per nessun altro dei discepoli. Si dà solo in quanto libero volgersi a seguire un amore, per finire in un progetto di vita comune – talvolta almeno e temporaneamente – nella gioiosa anticipazione di ciò che potrebbe ancora venire, perché di questa storia non s’è mai scritta la parola fine».
La notizia della scomparsa di Giannino Piana ha provocato un’ondata di commozione – che non esito a definire di profondo rispetto affettuoso – tra tutti coloro che lo hanno conosciuto direttamente o indirettamente, tramite i suoi scritti.