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Parole delle religioni

Parole delle religioni

Fuori dal tempio

Leggere il Libro, leggere i libri

Piero Stefani

Quando si è presi dal fascino della lettura, tra le pagine e il loro lettore si instaura un rapporto affettuoso e intimo. Leggere significa star soli con il proprio libro: gli occhi importano assai più della voce. L’espressione «i miei libri» riguarda la proprietà in larga misura solo nel caso del collezionista o del bibliofilo; per il lettore appassionato indica invece una collezione di esperienze, di ricordi e di immagini che poco hanno da spartire con il possesso materiale. Tutto ciò vale anche per la Bibbia? Questa prassi solitaria è applicabile pure al «Libro dei libri»? Per rispondere, iniziamo da una considerazione che suona, ma non è, un semplice gioco di parole: la Bibbia non è solo il «Libro dei libri», è anche un «Libro di libri (o di libretti)».

Nascita e conversione

L'ebraismo e i propri confini

Piero Stefani

Chi è un ebreo? Dall'antichità e fino a oggi, la distinzione tra appartenenza religiosa all'ebraismo e appartenenza etnica/nazionale al popolo ebraico ha avuto confini variabili e cangianti.

I monti di Abramo

Nell’ebraismo e nell’islam

Piero Stefani
Quando si parla di montagne in ambito religioso,1 il discorso potrebbe muoversi subito in un orizzonte molto esteso. Dietro lo scritto c’è senz’altro una simbologia effettivamente orografica, tuttavia a valle del testo l’alveo continua a presentarsi in forma scritta. Ciò vale anche per Abramo. Nella Bibbia il patriarca è legato (è il caso di dirlo, visto che nella tradizione ebraica il sacrificio di Isacco si chiama ’aqedah «legamento») al monte Mòria, mentre nel Corano al suo riguardo si fa un sintetico riferimento a più montagne.

La ricerca della pace

Il contributo dei quaccheri

Piero Stefani
L'uomo politico inglese quacchero John Bright fu un esponente della corrente radical-liberale. Nella sua lunghissima carriera parlamentare estesa dal 1843 al 1889, fu oratore molto efficace, difese il libero commercio, le riforme elettorali, la libertà religiosa. Fu la sola voce a opporsi all’intervento britannico nella guerra di Crimea e contribuì non poco a scongiurare la partecipazione inglese, a fianco degli stati del Sud, alla guerra civile americana.

Voli di rondini

Immigrazione e lingua poetica

Piero Stefani
Vi racconto una storia, la mia o, meglio, quella della mia famiglia. Ripercorrerò a volo di uccello, lo posso ben dire, sono una rondine, un po’ di fatti che ci riguardano. Si va indietro nel tempo. Siamo andati su e giù dall’Africa per secoli senza problemi. Nella seconda metà dell’Ottocento i miei antenati preferivano la Romagna. Avevano in simpatia quella gente. Per la verità non mancarono momenti difficili e tristi. Addirittura tragici.

Genitori e figli. Le colpe degli uni e degli altri

Piero Stefani
Secondo il racconto biblico, Mosè, riparatosi nella fenditura di una roccia, vede passare il Signore che, in prima persona, proclama le sue qualità più peculiari. Tra esse, accanto a quella di conservare il suo amore per mille generazioni, vi è la volontà di punire la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli, fino alla terza e quarta generazione (cf. Es 34,7). C’è un’eccedenza dell’amore, ma vi è pure una punizione che ricade su chi di persona non è colpevole. A noi oggi la procedura risulta inaccettabile. Tuttavia, per ritrovare testimonianze di un profondo disagio in tal senso, è dato risalire ben più indietro. In questa direzione si muovono, infatti, già le parole antiche di Geremia e di Ezechiele. Entrambi i profeti prospettarono un tempo in cui sarebbe stato consegnato all’assurdo il proverbio stando al quale i padri hanno mangiato uva acerba mentre a rimanere allegati sono stati i denti dei figli: dovrà giungere la stagione in cui a prevalere sarà la responsabilità personale (cf. Ger 31,29; Ez 18,2).

Beatitudini e giustizia

L'accadere del Regno

Piero Stefani

Si è soliti affermare che le Beatitudini rappresentano il rovesciamento della mappa dei valori consueti.1 È così. Chiamare beati i poveri, coloro che sono nel pianto, i miti, quelli che hanno fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per la giustizia (cf. Mt 5,3-10) equivale a proporre una realtà davvero altra rispetto al modo in cui si dipanano i nostri giorni; eppure, più di ogni altro discorso, quelle proclamazioni parlano alla nostra vita.

Ama l'immigrato. E' come te stesso

Piero Stefani

Scegliamo il punto di partenza per molti versi più ovvio; scavando in esso troveremo però aspetti meno scontati, fermo restando che, sul piano della prassi, anche il brano biblico di partenza è in se stesso ben impegnativo: è un banco di prova che ci interpella e da cui, troppo spesso, usciamo sconfitti. «Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio» (Lv 19,33-34; cf. Lv 19,18). Per comprendere meglio il passo dobbiamo rivolgerci all’ebraico.

"Neanche io ti condanno"

Misericordia e peccato

Piero Stefani

All’interno del Vangelo di Giovanni vi è una specie di masso erratico. Ci si imbatte infatti in una sezione isolata (cf. Gv 8,1-11) dedicata alla donna scoperta in flagrante adulterio e tradotta da scribi e farisei davanti a Gesù. Anche quando non si era presi da preoccupazioni filologiche, si colse il brano come qualcosa a sé. Non a caso da esso è derivato un detto proverbiale tuttora in uso: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra». Si tratta di una specie di ordine paradossalmente pronunciato per non essere eseguito. La formulazione letterale del detto è più articolata della sua versione corrente, tuttavia la differenza tra le due frasi non è fondamentale: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei» (Gv 8,7). La diversità più significativa è che il termine «primo» in Giovanni è riferito alle persone e non alle cose. Riguarda il potenziale iniziatore dell’azione, forse il personaggio più autorevole, cioè colui che è nelle condizioni di tirarsi dietro tutti gli altri.

Mensa divina

Paradossi del banchetto escatologico

Piero Stefani

Il banchetto escatologico simboleggia il congedo da quanto sia di positivo sia di negativo c’è nel mondo. In ciò sta la sua componente paradossale. Il mangiare e il bere sono la testimonianza inconfutabile della non autosufficienza umana. Nessuno può continuare a vivere senza dipendere quotidianamente dall’altro da sé: aria, acqua, cibo. A nessuno è dato di superare questo limite.