Mons. G.M. Bregantini
«Era una croce pesante, come la notte delle persone abbandonate, pesante come la morte delle persone care, pesante perché riassume tutta la bruttura del male». Le parole pronunciate da papa Francesco (cf. riquadro a p. 263) al termine della Via crucis al Colosseo, da lui presieduta lo scorso Venerdì santo, sono ben riflesse dalla composizione delle meditazioni, nelle quali mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano, ha inserito, per ciascuna stazione, un riferimento forte alle più pesanti «croci» delle donne e degli uomini contemporanei: la diffamazione pubblica, la disoccupazione, il rifiuto se immigrati, i rischi di morte che pesano sui figli, l’inumanità delle carceri,
la violenza subita dalle donne, la paura del futuro, la violenza sessuale
inflitta, anche all’interno della Chiesa, ai più piccoli, l’infermità cronica e terminale, il lutto per la perdita di una persona cara. Ma ha anche evocato la speranza che, alla sequela di Gesù, altre donne e altri
uomini si facciano prossimi delle sorelle e dei fratelli sofferenti e se
ne prendano cura.
Documento, 01/05/2014, pag. 259