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Documenti, 9/2014, 01/05/2014, pag. 259

Volto di Cristo, volto dell'uomo. Meditazioni per la Via crucis al Colosseo

Mons. G.M. Bregantini
«Era una croce pesante, come la notte delle persone abbandonate, pesante come la morte delle persone care, pesante perché riassume tutta la bruttura del male». Le parole pronunciate da papa Francesco (cf. riquadro a p. 263) al termine della Via crucis al Colosseo, da lui presieduta lo scorso Venerdì santo, sono ben riflesse dalla composizione delle meditazioni, nelle quali mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano, ha inserito, per ciascuna stazione, un riferimento forte alle più pesanti «croci» delle donne e degli uomini contemporanei: la diffamazione pubblica, la disoccupazione, il rifiuto se immigrati, i rischi di morte che pesano sui figli, l’inumanità delle carceri, la violenza subita dalle donne, la paura del futuro, la violenza sessuale inflitta, anche all’interno della Chiesa, ai più piccoli, l’infermità cronica e terminale, il lutto per la perdita di una persona cara. Ma ha anche evocato la speranza che, alla sequela di Gesù, altre donne e altri uomini si facciano prossimi delle sorelle e dei fratelli sofferenti e se ne prendano cura.

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Documenti, 2005-19

Omelia per Francesco Fortugno

Mons. G.M. Bregantini, vescovo di Locri-Gerace
Col delitto Fortugno la ‘ndrangheta «ha voluto dire che intende dominare e sottomettere proprio la politica, locale e nazionale, perché sia strumento docile ai suoi enormi interessi economici. Cerca perciò di spezzare i legami, preziosi, tra la classe politica e la gente, per ricondurli a sé, per meglio dominare e piegare entrambi. Per questo, ha voluto dare un macabro messaggio di umiliazione sociale, per intimorire e paralizzare ogni altra azione di bene e di sviluppo». È netta la lettura con cui il vescovo di Locri, mons. Bregantini, ha interpretato l’assassinio di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, avvenuto il 16 ottobre scorso mentre l’uomo politico, appartenente alla Margherita, si recava a votare per le «primarie» dell’Unione. Nell’omelia pronunciata alle esequie, il 19 ottobre, mons. Bregantini invoca, in risposta a questa tragedia, una «purificazione trasformante» a un triplice livello: spirituale, etico-culturale e politico. E di nuovo, chiama in causa la politica nazionale: «deve dimostrare che lo stato c’è. Non la polizia, ma gli investimenti e il lavoro lo dimostreranno realmente e renderanno credibile tale dichiarata presenza, di cui tutti abbiamo immenso bisogno».