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Attualità

Attualità, 2/2010

Benedetto XVI - Ebrei: un dialogo irreversibile. La visita del papa al Tempio maggiore di Roma

P. Stefani
La visita di Benedetto XVI al Tempio maggiore di Roma ha fornito un contributo decisivo a inscrivere nella prassi l’atto da parte dei papi di recarsi alla principale sinagoga della città di cui sono vescovi. La scelta della comunità ebraica romana (ricordata da rav Di Segni nel suo discorso) di allestire una mostra dedicata ai pannelli settecenteschi con cui gli ebrei erano costretti a salutare il pontefice appena eletto nel suo percorso verso San Giovanni in Laterano appare, perciò, felicemente simbolica. A partire dalla svolta conciliare, si è progressivamente affermato un rovesciamento grazie al quale tocca al vescovo di Roma dare un omaggio non forzato alla comunità ebraica della sua città.

Sinodo per il Medio Oriente: I Lineamenta

L. Prezzi
Il 19 gennaio sono stati pubblicati i Lineamenta in preparazione all’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi che il papa ha annunciato nel settembre 2009 e che si svolgerà dal 10 al 24 ottobre 2010. Il titolo per esteso è: «La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza. “La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32)». Se ne può sintetizzare l’intento complessivo leggendo due delle ultime domande che il testo rivolge ai suoi interlocutori e richiamandosi a quanto si afferma al n. 2. Le domande sono dirette: «Perché abbiamo paura dell’avvenire?»; «Crediamo di avere una vocazione specifica in Medio Oriente?».

Cina - Chiese e fedi: sete spirituale e risposte formali. «Controversia sui riti» e clandestinità

L. Prezzi
Non si può negare il fatto che i rapporti Cina-Vaticano siano entrati in un periodo di transizione»: l’espressione usata da alcuni vescovi e preti cinesi in una lettera resa pubblica dall’agenzia Fides (16.11.2009) mostra la consapevolezza diffusa della continuità del dialogo fra Santa Sede e governo cinese. Diversamente dai timori, espressi e non compiutamente superati, di un’implosione per gesti unilaterali difficilmente rimediabili (cf. Regno-att. 12,2009,382). Ciò che attualmente si persegue non è tanto il riconoscimento diplomatico quanto una serie di pratiche e norme condivise su alcuni punti della vita ecclesiale: dalla nomina dei vescovi alla configurazione di una Conferenza episcopale nazionale.

Bosnia Erzegovina - Mustafa Ceric: Capo dell'islam europeo?

L. Prezzi
Leader riconosciuto dell’islam ormai maggioritario in Bosnia Erzegovina, riferimento per le minoranze islamiche di Croazia, Kosovo, Macedonia e Serbia, interlocutore affidabile per le istituzioni politiche europee e internazionali: il reis-ululema Mustafa Ceric potrebbe candidarsi a rappresentare l’islam europeo, imponendosi alle divise minoranze islamiche ormai diffuse in tutti i paesi dell’Unione Europea.

Santa Sede - Federazione russa: Relazioni diplomatiche

A. Mennini
Il 9 dicembre 2009 la Santa Sede e la Federazione russa «hanno deciso di comune accordo di stabilire tra loro relazioni diplomatiche, a livello di nunziatura apostolica da parte della Santa Sede e di ambasciata da parte della Federazione russa». L’intenzione era stata già formalizzata nell’incontro di Benedetto XVI con il presidente della Federazione Dimitri Medvedev, avvenuto il 3 dicembre, e, a livello di auspicio, nella visita in Russia di mons. Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli stati nella Segreteria di stato vaticana, nel marzo scorso. In quell’occasione, mons. Mamberti aveva sottolineato l’importanza delle relazioni diplomatiche «sia perché la Federazione russa ha una posizione di primo piano nel quadro geopolitico del mondo, sia anche per la concordanza di posizioni tra Russia e Santa Sede su tutta una serie di punti in numerosi forum internazionali».

Turchia - Bartolomeo I: Crocifissi e cittadini

C. Monge
In un’intervista televisiva, diffusa domenica 20 dicembre 2009 dalla CBS americana, il patriarca greco ortodosso di Costantinopoli, Bartolomeo I è apparso particolarmente severo nei confronti della Turchia, spiegando che i membri della minoranza greca di questo paese erano trattati come «cittadini di seconda classe» e che non avevano l’impressione di godere della totalità dei loro diritti di cittadini turchi. Rincarando la dose, il patriarca ha chiosato: «Preferiamo restare in Turchia (piuttosto che ritornare in Grecia o integrare le comunità della diaspora extra europea; ndr), anche se siamo talvolta crocifissi».

Stati Uniti - Cattolici: La pace di Obama

D. Sala
Il discorso tenuto dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama in occasione del ritiro del premio Nobel per la pace, lo scorso 10 dicembre a Oslo (Norvegia), pur ispirato alla filosofia politica del «realismo cristiano» di Reinhold Niebuhr ha suscitato letture discordanti negli ambienti culturali cattolici progressisti, a indicare che sulle questioni della guerra e della pace è ancora aperta la sfida di elaborare una concezione moderna, che vada oltre la teoria della guerra giusta e che ne integri la tradizione con gli elementi che costituiscono la visione cattolica contemporanea della pace, ossia il rispetto dei diritti umani, l’impegno per lo sviluppo e per la giustizia negli affari internazionali e fattori più nuovi e recenti come la non violenza e il perdono.

Stati Uniti - Vaticano II: Collegialità visibile. Per rivitalizzare l'apostolicità dell'episcopato

M.S. Winters
A quarant’anni dalla conclusione del concilio Vaticano II, osservatori e giornalisti hanno sottolineato i cambiamenti a cui il Concilio è addivenuto. È facile capire il perché: il cambiamento fa notizia e cattura l’attenzione dei media in un modo ben più efficace della continuità. Papa Benedetto ha tentato di correggere quest’interpretazione, argomentando che anche il Concilio dovrebbe essere considerato a partire da quanto esso ha mantenuto della precedente tradizione della Chiesa. Secondo le parole del papa, a un’«ermeneutica della discontinuità» occorre rispondere con un’«ermeneutica della riforma» (BENEDETTO XVI, Discorso alla curia romana, 22.12.2005; Regno-doc. 1,2006,7).

Ecuador - Dalle contraddizioni, la speranza. Intervista a mons. L.A. Luna Tobar

M. Castagnaro
Mons. Luis Alberto Luna Tobar, carmelitano scalzo e arcivescovo emerito di Cuenca, è stato negli ultimi decenni una delle figure di spicco della Chiesa dell’Ecuador, «fedele seguace» di mons. Leonidas Proaño, vescovo di Riobamba e profeta della liberazione degli indios. Sfuggito in modo rocambolesco a un attentato durante il governo conservatore del presidente León Febres Cordero (1984-1988), mons. Luna Tobar è stato in prima fila nella promozione dei movimenti popolari, tanto da essere scelto nel 2000, a 77 anni, come presidente del Parlamento nazionale dei popoli dell’Ecuador, embrione autorganizzato di un governo rappresentativo della pluralità etnica del paese.

Honduras - Elezioni: La vittoria di Lobo

M. Castagnaro
Il 21 dicembre il Tribunale supremo elettorale (TSE) ha proclamato Porfirio Lobo, candidato del Partito nazionale (PN), vincitore delle controverse elezioni del 29 novembre, col 56% dei voti, contro il 38% di Elvin Santos, del governativo Partito liberale (PL), mentre meno del 2% a testa hanno raccolto Bernard Martínez, del Partito di innovazione e unità-socialdemocratico (PINU-SD), Felicito Ávila del Partito democratico cristiano dell’Honduras (PDCH) e César Ham di Unificazione democratica (UD). Il nuovo Congresso sarà composto da 71 deputati del PN, 45 del PL, 5 del PDCH, 4 di UD e 3 del PINU-SD, per cui Lobo, che si insedierà il 27 gennaio, conterà su un’ampia maggioranza parlamentare.

Dibattito - Anglicani nella Chiesa cattolica: una fase di transizione. Riflessioni di un canonista

L. Orsy
La costituzione apostolica Anglicanorum coetibus, firmata da Benedetto XVI e resa pubblica lo scorso 9 novembre, offre un quadro giuridico nuovo di riferimento per gruppi anglicani che vogliano entrare «anche corporativamente nella piena comunione con la Chiesa cattolica». Il modello «ordinariato personale» potrà in futuro essere utilizzato anche per altri casi e situazioni, mentre al momento non si ha notizia di richieste ufficiali di ingresso nella Chiesa cattolica sulla base di queste nuove norme. Per tale motivo ci sembra utile, in questa fase sperimentale e tuttavia ancora teorica, saggiare da più punti di vista l’impianto ideato dalla Santa Sede per venire incontro alle numerose e insistenti richieste ricevute negli ultimi tempi. Dopo le considerazioni di natura teologica ed ecumenica pubblicate su Regno-att. 20,2009,657ss e 22,2009,746ss, ospitiamo le osservazioni di Ladislas Örsy sotto il profilo del diritto canonico, a partire dalle impressioni raccolte in un incontro sul tema organizzato dall’Università di Oxford, in Inghilterra.

Comunione anglicana: Le ragioni dell'unità

D. Sala
«Dopo diversi anni di lavoro, il Patto per la Comunione anglicana che era stato proposto ha ora raggiunto la sua forma definitiva e viene distribuito alle province per la discussione, e io spero che verrà adottato dal numero più alto possibile tra esse». Così il 17 dicembre Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury e primus inter pares della Comunione anglicana, ha presentato il Patto anglicano, la formula lanciata ormai cinque anni fa dal Rapporto di Windsor sulla comunione (ottobre 2004) per «esplicitare e rendere vincolanti la fedeltà e i vincoli di affetto che governano le relazioni fra le Chiese della Comunione», di fronte alla profonda divisione causata dalla scelta di alcune Chiese anglicane liberal di procedere a decisioni, interpretate da altre come estranee all’insegnamento della Scrittura.

Teologi del '900 - Edward Schillebeeckx: alla fine: la bontà di Dio. Domenicano e teologo felice

F. Strazzari
Edward Schillebeeckx si è spento serenamente alle 17.15 del 23 dicembre, assistito dalla religiosa domenicana, Dori Hadewijch, che da qualche tempo lo ospitava nella sua casa a Nimega (Paesi Bassi). «Se ne è andato contemplando il volto di Dio», mi ha confidato la religiosa alla vigilia delle esequie, che si sono tenute nella chiesa dei domenicani a Nimega, a due passi dall’Albertinum, il grandioso edificio costruito alla fine degli anni Venti del secolo scorso. Un tempo erano più di cento i frati domenicani che lo abitavano. Alla fine degli anni Settanta vi andavo spesso per incontrare Schillebeeckx; ma erano soltanto una trentina.

Da Tommaso al postconcilio: le due stagioni di Schillebeeckx. Come interpretare il Novecento

F.G. Brambilla
Conosciuto come il teologo olandese del Concilio e del postconcilio, Edward Schillebeeckx, cci ha lasciato dopo oltre 95 anni d’esistenza laboriosa. È stata una delle icone della teologia del Novecento. Chi si sofferma a considerare le date della biografia umana e intellettuale di Schillebeeckx resta colpito da una circostanza probabilmente fortuita, ma significativa. Il teologo domenicano nasce alla vigilia del primo conflitto mondiale (1914) e scrive la sua ultima opera nel 1989: Umanità, la storia di Dio (Queriniana, Brescia 1992). Dopo quell’anno la sua fatica conosce un lungo periodo di silenzio. Fino alla sua dipartita dal mondo prima di quest’ultimo Natale.

Anno sacerdotale-Identità presbiterale: il paradosso del ministero. La missione ridefinisce il prete

A. Torresin
Oggi il ministero vive una forte domanda di identità. Forse dovremmo dire che questa esigenza è anche eccessiva, e sembra in linea con un’ossessione che segna il nostro tempo. Si diventa estremamente sensibili al tema dell’identità proprio quando questa si fa incerta. A fianco di tale domanda sembra oggi che il ministero sia chiamato a una più forte coscienza di missione. Proprio questi due temi – identità e missione – vogliono essere il profilo di queste note.

Pio XI. La Chiesa cattolica e le legislazioni antiebraiche

P. Stefani
L'atteggiamento assunto nel corso degli anni Trenta da Pio XI nei confronti delle legislazioni antiebraiche nazista e fascista si conferma, specie dopo l’apertura dell’Archivio segreto vaticano relativo al suo pontificato (2006), un tema decisivo in relazione non solo a quanto è stato, ma anche a quanto avrebbe potuto essere. Al di là del piatto uso proverbiale, in base al quale la storia non si fa con i «se» e con i «ma», una concezione storiografica degna di questo nome è, infatti, chiamata a valutare anche alcune possibilità che non si sono dischiuse, specie se esse erano prossime a farlo.

Pio XI - Il documento del 1938: «Noi siamo spiritualmente semiti»

Pio XI
Abbiamo voluto riprodurre, in una nostra traduzione dal francese, quello che è ritenuto un testo fondamentale (e oramai difficilmente reperibile) nella ricostruzione del dibattito sull’antisemitismo cattolico.

Origene, Esegesi paolina. I testi frammentari

F. Ruggiero

A. Capitini, Le tecniche della non violenza

M.C. Rioli

La salute, compito spirituale nei libri di Anselm Grün

D. Sala

A. Cavadi, Il Dio dei mafiosi

A. Cavadi

Uganda . Legge «anti-omosessualità»: Per proteggere la famiglia

M.E. Gandolfi
Dopo un imbarazzato silenzio durato un paio di mesi, poco prima di Natale, in data 23 dicembre, è arrivata la posizione ufficiale della Chiesa cattolica su una controversa proposta di legge – l’«Anti-Homosexuality Bill» – presentata dal parlamentare – evangelico – David Bahati nell’ottobre scorso. L’imbarazzo è dato dal fatto che la proposta di legge intende inasprire drasticamente le pene già previste dal Codice penale per il reato di «sodomia» (art. 145), prevedendo l’ergastolo per ogni singolo atto omosessuale, fino a tre anni di carcere per chi non denuncia i casi alla Polizia e, soprattutto, individuando un nuovo reato, quello d’«omosessualità aggravata» (rapporti omosessuali con minori o con disabili; rapporti omosessuali ripetuti; oppure nel caso in cui chi spinge al rapporto omosessuale abbia l’HIV o faccia uso di droghe) per il quale la pena prevista è quella capitale.

Italia - Assemblea FCEI

D. Sala

Chambésy - Commissione preparatoria interortodossa

D. Sala

Il Patriarcato di Mosca e il primato di Pietro

D. Sala

Palestina - Documento Kairos

D. Sala

KEK - Nuovo presidente

D. Sala

Comunione anglicana - Presentato il Patto

D. Sala

Russia

L. Accattoli

Teologia della liberazione

L. Accattoli

Cambiamenti climatici

L. Accattoli

«Persone invisibili»

L. Accattoli

Cuba

L. Accattoli

Viet Nam

L. Accattoli

Irlanda: preti pedofili

L. Accattoli

Berlusconi ferito

L. Accattoli

Milingo dimesso dallo stato clericale

L. Accattoli

Pacelli e Wojtyla: virtù eroiche

L. Accattoli

Susanna fa cadere il papa

L. Accattoli

Benedetto dai poveri di Sant'Egidio

L. Accattoli

Theobald e la teologia narrativa: i racconti di Dio

C. Theobald
Lo stretto legame che esiste fra l’interesse dei contemporanei per la narrazione e il racconto e la situazione culturale delle società postmoderne – abitate da una pluralità di visioni del mondo e da una crescente individualizzazione degli stili di vita – ha fatto sì che la teologia narrativa assumesse sempre maggior peso tra i diversi tipi di pensiero teologico. Tuttavia la fede in Dio, anche e soprattutto nella nostra epoca post-metafisica, ha ancora bisogno di essere «pensata», perché la teologia narrativa non rimanga semplicemente una moda, ma venga fondata da un punto di vista filosofico e teologico. Se ne incarica il teologo Christoph Theobald in questo saggio, dimostrando che il principio della concordanza tra la forma della memoria biblica e il suo contenuto teologico è quello che permette di collocare la narratività al suo giusto posto in una teologia cristiana adeguata a una società post-metafisica e postmoderna, cosciente della densità letteraria delle sue tradizioni.

Theobald e la teologia italiana

M. Neri
La proposta e l’impostazione teologica di Christoph Theobald hanno ricevuto un’attenzione non formale nel panorama della teologia italiana. Il dibattito si è concentrato su due snodi cardine del suo pensiero, che non solo propongono il riposizionamento del cristianesimo nella contemporaneità, ma ne suggeriscono una vera e propria riconfigurazione.

Gabriele De Rosa (24.6.17-8.12.09): il respiro lungo e la profondità. Come nasce e vive uno storico

G. Tassani
Quando muore uno storico la sua grandezza è misurata non solo dalla vastità e profondità della sua opera ma anche, se non altrettanto, dalla sua biografia, cioè dalla ricchezza di esperienze, idee, contraddizioni, amicizie accumulate nella sua esistenza terrena. E questo è certamente il caso di Gabriele De Rosa, vero patriarca della storiografia italiana e guida imprescindibile di quella di ispirazione cattolica, scomparso l’8 dicembre scorso a Roma all’età di 92 anni. Nel ricordarlo chi scrive non può non far riferimento alla formazione di De Rosa come storico, come a un vero capitolo anch’esso di storia culturale e politica italiana, prima di passare, in diretta continuità, all’opera dello studioso e dell’imprenditore di cultura.

Vignette e storielle. Umorismo e religioni

P. Stefani
Vi è stato un piccolo ritorno di fiamma del grande incendio legato alla vicenda delle vignette su Muhammad che nel febbraio del 2006 fece il giro del mondo (cf. Regno-att. 4,2006,73). Uno dei caricaturisti danesi è stato minacciato, si è dovuto barricare in casa ed è intervenuta la Polizia che del resto da tempo gli ha fornito una scorta. Sotto la cenere qualcosa continua a bruciare; le differenze culturali tra Occidente secolarizzato e islam ideologizzato sono infatti lungi dal placarsi. Entrambi i poli costituiscono un inedito rispetto alla storia che li ha preceduti: il confronto/scontro sarà ancora lungo. In relazione alla vicenda di quattro anni fa, questo punto specifico è stato ben sintetizzato da Jean Delumeau quando scrisse: «Il disaccordo profondo che chiarisce l’attuale affaire viene dunque da questo: i musulmani accusano di bestemmia delle persone per le quali essa non esiste affatto…».

Il Dio in cui crediamo

AA. VV.

«Ora sono in pensione, anzi, in albergo». Due o tre consigli a chi si ritira dal lavoro

L. Accattoli
È un anno che sono in pensione dal Corriere della sera e forse è il momento per una riflessione. Il cambiamento è stato frastornante ma infine mi pare di poter dire che sono contento della nuova condizione. Era a questo che miravo. «Cerco pensionati felici», scrivevo più di dieci anni fa a pagina 33 del libretto Io non mi vergogno del Vangelo (EDB, Bologna 1999), dal quale è nata questa rubrica che ne ripete il titolo. Mi interrogavo sulla mia capacità di restare fedele a questa idea «quando sarà il momento». Ora posso sciogliere la riserva: sto meglio di prima anche se non ho avuto – come chiedevo – un contratto di collaborazione con il Corriere della sera. All’attivo ci sono voci più importanti.

Il Regno Attualità 2 2010. La rivista completa

Redazione