Consiglio Permanente della CEI
L'accesso alle chiese aperte al culto non può essere condizionato al pagamento di un biglietto di ingresso. Una Nota, approvata dal Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, intende riaffermare tale principio, tipico della tradizione italiana, in virtù del quale l’apertura delle chiese è gratuita, in quanto luoghi dedicati primariamente alla preghiera comunitaria e personale. Questa regola vale sia per le chiese di proprietà di enti ecclesiastici che per quelle dello Stato, di altri enti pubblici e di soggetti privati. Si applica anche alle chiese di grande rilevanza storico-artistica, interessate da flussi notevoli di visitatori: è fondamentale, infatti, che il turista percepisca di essere accolto nel luogo sacro e, di conseguenza, si comporti in maniera adeguata e rispettosa. Il principio generale non impedisce che si possa esigere il pagamento di un biglietto per la visita a parti del complesso chiaramente distinte dalla chiesa, quali, per esempio, la cripta, il tesoro, il battistero, il campanile, il chiostro o una singola cappella. Vi sono, di fatto, in Italia chiese con ingresso a pagamento: si tratta, comunque, di eccezioni numericamente assai contenute, rispetto all’ingente patrimonio complessivo. Da un’indagine condotta lo scorso anno dalla CEI sull’intero territorio nazionale, risultano infatti solo 59 chiese per accedere alle quali viene chiesto il pagamento di un biglietto. Non è rara, invece, la scelta – a fronte di frotte di turisti – di contingentare il numero delle presenze, imponendo una turnazione al fine di assicurare la conservazione e la sicurezza del bene. (Presentazione a cura della CEI)
Documento - Parte / Inserto, 01/03/2012, pag. 164