Benedetto XVI
«La giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo (cf. Rm 3,21-22)» è l’affermazione paolina su cui si sviluppa il messaggio per la Quaresima 2010 di Benedetto XVI, presentato il 4 febbraio presso la Sala stampa vaticana. Il papa, partendo da un’analisi del termine «giustizia», indica la «tentazione permanente nell’uomo», cioè quella d’«individuare l’origine del male in una causa esteriore», non accorgendosi invece che «l’ingiustizia, frutto del male, non ha radici esclusivamente esterne», ma «ha origine nel cuore umano». «Convertirsi a Cristo», allora significa «uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza» e quindi desiderare ardentemente il suo perdono e la sua amicizia. Solo «grazie all’azione di Cristo, noi possiamo entrare nella giustizia “più grande”, che è quella dell’amore, la giustizia di chi si sente in ogni caso sempre più debitore che creditore, perché ha ricevuto più di quanto si possa aspettare». Alla luce di questa conversione, «il cristiano è spinto a contribuire a formare società giuste, dove tutti ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini e dove la giustizia è vivificata dall’amore».
Documento, 01/03/2010, pag. 129