Omelia del card. J. Ratzinger
«Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero (...). Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi invece abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo». Le ultime parole pubbliche del card. Ratzinger prima di essere eletto papa, pronunciate nell’omelia della messa «pro eligendo romano pontifice» che ha preceduto, il 18 aprile 2005, l’ingresso dei cardinali elettori in conclave, hanno colpito gli osservatori di tutto il mondo per la nettezza con cui egli ha difeso dall’accusa di «fondamentalismo» coloro che hanno «una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa».
Ritmata dai riferimenti alle letture appena proclamate, l’omelia del card. Ratzinger, che presiedeva la celebrazione in qualità di decano del Collegio cardinalizio, si è conclusa con un riferimento diretto al conclave imminente: «Il nostro ministero è un dono di Cristo agli uomini, per costruire il suo corpo, il mondo nuovo. Viviamo il nostro ministero così, come dono di Cristo agli uomini! Ma in questa ora, soprattutto, preghiamo con insistenza il Signore, perché dopo il grande dono di papa Giovanni Paolo II ci doni di nuovo un pastore secondo il suo cuore, un pastore che ci guidi alla conoscenza di Cristo, al suo amore, alla vera gioia. Amen».
Documento, 01/05/2005, pag. 204