Documenti, 9/2005, 01/05/2005, pag. 199
Il testamento spirituale
«Accettando già ora questa morte, spero che il Cristo mi dia la grazia per l’ultimo passaggio, cioè la [mia] Pasqua. Spero anche che la renda utile per questa più importante causa alla quale cerco di servire: la salvezza degli uomini, la salvaguardia della famiglia umana, e in essa di tutte le nazioni e dei popoli…, utile per le persone che in modo particolare mi ha affidato, per la questione della Chiesa, per la gloria dello stesso Dio».
È una meditazione orante sul significato del proprio ministero il testamento di Giovanni Paolo II, steso dal papa Karol Wojtyla in lingua polacca a più riprese tra il 1979 e il 2000, nel corso degli annuali esercizi spirituali, e reso noto l’8 aprile 2005.
Nel documento brillano con particolare intensità i riferimenti spirituali dell’affidamento mariano («totus tuus»), della missione provvidenziale di «introdurre la Chiesa nel terzo millennio» e della gratitudine per «il grande dono del concilio Vaticano II, al quale insieme con l’intera Chiesa – e soprattutto con l’intero episcopato – mi sento debitore».
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