Documenti, 9/2005, 01/05/2005, pag. 220
Il vicario di Cristo
«Collegialità e primato sono strettamente connessi l’una all’altro... Non si sciolgono però l’uno nell’altra (e viceversa) in modo tale da dissolvere, in ultima analisi, la responsabilità personale a favore di organi anonimi. Proprio grazie alla loro inscindibilità rappresentano un servizio a quell’unità che potranno tanto più favorire quanto più resteranno fedeli alla configurazione impressa loro dalla teologia della croce». Data all’ottobre 1977, cioè pochi mesi dopo l’elezione del prof. Joseph Ratzinger, ordinario di teologia dogmatica a Ratisbona, ad arcivescovo di Monaco e Frisinga e successivamente cardinale, questa riflessione teologica sul tema del papato, pronunciata in un simposio scientifico organizzato a Roma dalla Katholische Akademie della Baviera (11-14.10.1977).
Un forte accento è posto sul fondamento del primato petrino nel principio della responsabilità personale, strutturalmente intrinseco alla rivelazione cristiana, e sulla teologia del martirio e della croce che rappresentano la dimensione del vicariato di Cristo. Perciò «il papa continua a essere in termini personali il punto di riferimento d’una responsabilità sostenuta ed espressa di fronte al mondo in nome della parola della fede… in gioco è la ricerca d’una maggiore fedeltà a questa Parola. Egli rappresenta la sfida a lottare per l’unità e a farsi responsabilmente carico della mancanza d’unità».
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