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Documenti, 17/2004

Verso un rinnovamento

Giovanni Paolo II all'Azione cattolica - Loreto
La «festa-pellegrinaggio» dell’Azione cattolica a Loreto (1-5.9.2004) è culminata la domenica 5 settembre con la beatificazione di tre aderenti all’associazione, Alberto Marvelli, Pedro Tarrés e Pina Suriano, durante la celebrazione eucaristica presso la Piana di Montorso (nelle vicinanze di Loreto) presieduta da Giovanni Paolo II. Nei giorni immediatamente precedenti (31.8-4.9) il papa aveva inviato un messaggio di saluto anche a un’altra iniziativa dell’associazione collegata alle giornate di Loreto: la celebrazione del congresso del Forum internazionale di Azione cattolica (FIAC), a cui hanno partecipato circa 150 persone provenienti da una trentina di nazioni. Il congresso ha dato alcune indicazioni programmatiche all’Azione cattolica, in particolar modo per ciò che riguarda il rinnovamento interno, la comunione con i movimenti e l’impegno missionario. Cf. ampiamente Regno-att. 16,2004,562.

Messaggio al congresso del FIAC

Giovanni Paolo II all'Azione cattolica - Loreto
La «festa-pellegrinaggio» dell’Azione cattolica a Loreto (1-5.9.2004) è culminata la domenica 5 settembre con la beatificazione di tre aderenti all’associazione, Alberto Marvelli, Pedro Tarrés e Pina Suriano, durante la celebrazione eucaristica presso la Piana di Montorso (nelle vicinanze di Loreto) presieduta da Giovanni Paolo II. Nei giorni immediatamente precedenti (31.8-4.9) il papa aveva inviato un messaggio di saluto anche a un’altra iniziativa dell’associazione collegata alle giornate di Loreto: la celebrazione del congresso del Forum internazionale di Azione cattolica (FIAC), a cui hanno partecipato circa 150 persone provenienti da una trentina di nazioni. Il congresso ha dato alcune indicazioni programmatiche all’Azione cattolica, in particolar modo per ciò che riguarda il rinnovamento interno, la comunione con i movimenti e l’impegno missionario. Cf. ampiamente Regno-att. 16,2004,562.

Omelia alla messa di beatificazione

Giovanni Paolo II all'Azione cattolica - Loreto
La «festa-pellegrinaggio» dell’Azione cattolica a Loreto (1-5.9.2004) è culminata la domenica 5 settembre con la beatificazione di tre aderenti all’associazione, Alberto Marvelli, Pedro Tarrés e Pina Suriano, durante la celebrazione eucaristica presso la Piana di Montorso (nelle vicinanze di Loreto) presieduta da Giovanni Paolo II. Nei giorni immediatamente precedenti (31.8-4.9) il papa aveva inviato un messaggio di saluto anche a un’altra iniziativa dell’associazione collegata alle giornate di Loreto: la celebrazione del congresso del Forum internazionale di Azione cattolica (FIAC), a cui hanno partecipato circa 150 persone provenienti da una trentina di nazioni. Il congresso ha dato alcune indicazioni programmatiche all’Azione cattolica, in particolar modo per ciò che riguarda il rinnovamento interno, la comunione con i movimenti e l’impegno missionario. Cf. ampiamente Regno-att. 16,2004,562.

All'Angelus

Giovanni Paolo II all'Azione cattolica - Loreto
La «festa-pellegrinaggio» dell’Azione cattolica a Loreto (1-5.9.2004) è culminata la domenica 5 settembre con la beatificazione di tre aderenti all’associazione, Alberto Marvelli, Pedro Tarrés e Pina Suriano, durante la celebrazione eucaristica presso la Piana di Montorso (nelle vicinanze di Loreto) presieduta da Giovanni Paolo II. Nei giorni immediatamente precedenti (31.8-4.9) il papa aveva inviato un messaggio di saluto anche a un’altra iniziativa dell’associazione collegata alle giornate di Loreto: la celebrazione del congresso del Forum internazionale di Azione cattolica (FIAC), a cui hanno partecipato circa 150 persone provenienti da una trentina di nazioni. Il congresso ha dato alcune indicazioni programmatiche all’Azione cattolica, in particolar modo per ciò che riguarda il rinnovamento interno, la comunione con i movimenti e l’impegno missionario. Cf. ampiamente Regno-att. 16,2004,562.

Rafforzamento morale dell'ONU

G. Lajolo, C. Migliore alla 59a Assemblea generale delle Nazioni Unite
È in corso a New York la 59a Assemblea generale delle Nazioni Unite, in programma dal 21 settembre fino a metà dicembre. Intervenendo al dibattito generale per la prima volta da quando è stato definito il nuovo status di osservatore della Santa Sede (cf. riquadro a p. 526 e Regno-att. 14,2004,454), il segretario vaticano per i rapporti con gli stati mons. Giovanni Lajolo ha ribadito il sostegno della Santa Sede al lavoro delle Nazioni Unite su temi come povertà e sviluppo, disarmo e terrorismo, auspicando una riforma dell’organismo che ne rafforzi la capacità di prevenzione dei conflitti e di intervento umanitario. Entrando più nel merito della riforma stessa, uno dei temi principali di quest’assemblea e del mandato del segretario generale Kofi Annan, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU mons. Celestino Migliore ne ha espresso i «criteri essenziali»: «Per ciò che concerne le strutture: la rappresentanza e l’inclusione; per quanto riguarda i procedimenti: l’imparzialità, l’efficienza e l’efficacia; in materia di risultati: la responsabilità e la reazione» (intervento al joint debate dell’Assemblea generale, 6 ottobre).

Una particolare cooperazione

G. Lajolo alla 59a Assemblea generale delle Nazioni Unite
È in corso a New York la 59a Assemblea generale delle Nazioni Unite, in programma dal 21 settembre fino a metà dicembre. Intervenendo al dibattito generale per la prima volta da quando è stato definito il nuovo status di osservatore della Santa Sede (cf.? riquadro a p. 526 e Regno-att. 14,2004,454), il segretario vaticano per i rapporti con gli stati mons. Giovanni Lajolo ha ribadito il sostegno della Santa Sede al lavoro delle Nazioni Unite su temi come povertà e sviluppo, disarmo e terrorismo, auspicando una riforma dell’organismo che ne rafforzi la capacità di prevenzione dei conflitti e di intervento umanitario. Entrando più nel merito della riforma stessa, uno dei temi principali di quest’assemblea e del mandato del segretario generale Kofi Annan, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU mons. Celestino Migliore ne ha espresso i «criteri essenziali»: «Per ciò che concerne le strutture: la rappresentanza e l’inclusione; per quanto riguarda i procedimenti: l’imparzialità, l’efficienza e l’efficacia; in materia di risultati: la responsabilità e la reazione» (intervento al joint debate dell’Assemblea generale, 6 ottobre).

Santa Sede-ONU: una partecipazione rafforzata

C. Migliore; Risoluzione ONU
È in corso a New York la 59a Assemblea generale delle Nazioni Unite, in programma dal 21 settembre fino a metà dicembre. Intervenendo al dibattito generale per la prima volta da quando è stato definito il nuovo status di osservatore della Santa Sede (cf. riquadro a p. 526 e Regno-att. 14,2004,454), il segretario vaticano per i rapporti con gli stati mons. Giovanni Lajolo ha ribadito il sostegno della Santa Sede al lavoro delle Nazioni Unite su temi come povertà e sviluppo, disarmo e terrorismo, auspicando una riforma dell’organismo che ne rafforzi la capacità di prevenzione dei conflitti e di intervento umanitario. Entrando più nel merito della riforma stessa, uno dei temi principali di quest’assemblea e del mandato del segretario generale Kofi Annan, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU mons. Celestino Migliore ne ha espresso i «criteri essenziali»: «Per ciò che concerne le strutture: la rappresentanza e l’inclusione; per quanto riguarda i procedimenti: l’imparzialità, l’efficienza e l’efficacia; in materia di risultati: la responsabilità e la reazione» (intervento al joint debate dell’Assemblea generale, 6 ottobre).

I criteri per la riforma

C. Migliore alla 59a Assemblea generale dell'ONU
È in corso a New York la 59a Assemblea generale delle Nazioni Unite, in programma dal 21 settembre fino a metà dicembre. Intervenendo al dibattito generale per la prima volta da quando è stato definito il nuovo status di osservatore della Santa Sede (cf. riquadro a p. 526 e Regno-att. 14,2004,454), il segretario vaticano per i rapporti con gli stati mons. Giovanni Lajolo ha ribadito il sostegno della Santa Sede al lavoro delle Nazioni Unite su temi come povertà e sviluppo, disarmo e terrorismo, auspicando una riforma dell’organismo che ne rafforzi la capacità di prevenzione dei conflitti e di intervento umanitario. Entrando più nel merito della riforma stessa, uno dei temi principali di quest’assemblea e del mandato del segretario generale Kofi Annan, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU mons. Celestino Migliore ne ha espresso i «criteri essenziali»: «Per ciò che concerne le strutture: la rappresentanza e l’inclusione; per quanto riguarda i procedimenti: l’imparzialità, l’efficienza e l’efficacia; in materia di risultati: la responsabilità e la reazione» (intervento al joint debate dell’Assemblea generale, 6 ottobre).

Contro la fame e la povertà

L.I. Lula da Silva, card. A. Sodano
«Richiamare tutti i paesi donatori al loro impegno di portare l’aiuto pubblico allo sviluppo allo 0,7% del PIL» e «cercare anche forme innovative» per risolvere il problema della mancanza di fondi per far fronte a un programma di sicurezza alimentare mondiale: è la richiesta della Santa Sede, per bocca del segretario di stato card. Angelo Sodano, all’«Iniziativa contro la fame e la povertà» convocata dal presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva e ospitata dalle Nazioni Unite a New York (20 settembre 2004). Durante l’incontro i 110 paesi rappresentati hanno firmato una Dichiarazione sulle azioni contro la fame e la povertà. Tra i «meccanismi innovativi di finanziamento che potrebbero essere di complemento agli sforzi attuali e supplire alle note carenze di fondi per lo sviluppo», citando la relazione tecnica presentata da Francia, Cile, Spagna e Brasile, Lula ricorda «le tasse sulle transazioni finanziarie» (come la Tobin Tax) «o sul commercio di armi». «Non dimentichiamoci mai che la fame è l’arma di distruzione di massa più crudele che ci sia».

Convocati dalla coscienza

L.I. Lula da Silva
«Richiamare tutti i paesi donatori al loro impegno di portare l’aiuto pubblico allo sviluppo allo 0,7% del PIL» e «cercare anche forme innovative» per risolvere il problema della mancanza di fondi per far fronte a un programma di sicurezza alimentare mondiale: è la richiesta della Santa Sede, per bocca del segretario di stato card. Angelo Sodano, all’«Iniziativa contro la fame e la povertà» convocata dal presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva e ospitata dalle Nazioni Unite a New York (20 settembre 2004). Durante l’incontro i 110 paesi rappresentati hanno firmato una Dichiarazione sulle azioni contro la fame e la povertà. Tra i «meccanismi innovativi di finanziamento che potrebbero essere di complemento agli sforzi attuali e supplire alle note carenze di fondi per lo sviluppo», citando la relazione tecnica presentata da Francia, Cile, Spagna e Brasile, Lula ricorda «le tasse sulle transazioni finanziarie» (come la Tobin Tax) «o sul commercio di armi». «Non dimentichiamoci mai che la fame è l’arma di distruzione di massa più crudele che ci sia».

Dare l'indispensabile

Card. A. Sodano
«Richiamare tutti i paesi donatori al loro impegno di portare l’aiuto pubblico allo sviluppo allo 0,7% del PIL» e «cercare anche forme innovative» per risolvere il problema della mancanza di fondi per far fronte a un programma di sicurezza alimentare mondiale: è la richiesta della Santa Sede, per bocca del segretario di stato card. Angelo Sodano, all’«Iniziativa contro la fame e la povertà» convocata dal presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva e ospitata dalle Nazioni Unite a New York (20 settembre 2004). Durante l’incontro i 110 paesi rappresentati hanno firmato una Dichiarazione sulle azioni contro la fame e la povertà. Tra i «meccanismi innovativi di finanziamento che potrebbero essere di complemento agli sforzi attuali e supplire alle note carenze di fondi per lo sviluppo», citando la relazione tecnica presentata da Francia, Cile, Spagna e Brasile, Lula ricorda «le tasse sulle transazioni finanziarie» (come la Tobin Tax) «o sul commercio di armi». «Non dimentichiamoci mai che la fame è l’arma di distruzione di massa più crudele che ci sia».

Se uno non rinasce dall'alto...

Mons. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna
«La finalità cui orientare tutto il nostro ministero pastorale è la ri-generazione del soggetto cristiano», scrive mons. Caffarra in apertura della sua Nota pastorale 2004, la prima che egli pubblica da quando è divenuto arcivescovo di Bologna. La pedagogia di tale ri-generazione viene sistematicamente esposta dal successore del card. Biffi lungo tutto il testo: prima spiegando cosa egli intende con questo termine; poi indicando nella famiglia, nella parrocchia e nella scuola i luoghi principali nei quali operare per tale fine; in seguito valorizzando con nettezza «alcuni strumenti» in mano alla Chiesa di Bologna per praticare questa «scelta pastorale» (tra cui appare centrale l’Istituto Veritatis Splendor); da ultimo individuando nell’eucaristia la sorgente della scelta pastorale dei prossimi anni. La Nota è stata pensata e scritta principalmente per i sacerdoti bolognesi, ai quali è stata presentata il 14 settembre 2004, nell’ambito dell’annuale «Tre giorni del clero». A conferma di questa particolare attenzione che ha voluto riservare al suo presbiterio, mons. Caffarra qualifica la Nota come «non definitiva», nel senso che le «eventuali osservazioni» dei sacerdoti potranno suggerirgli per il futuro ulteriori indicazioni pastorali.

A servizio delle persone

Fondazione «E. Zancan»
In una società in rapida trasformazione su tutti i piani (cultura, istituzioni, politica, economia) è sempre più difficile mettere concretamente al centro la persona e il bene comune; il processo di tutela e di cura efficace delle persone è sempre più complesso, e in esso interagiscono una pluralità di professioni, più vasta dei soli «professionisti del sociale e del sanitario». Per questo la Fondazione E. Zancan, in occasione del suo quarantesimo anniversario, ha elaborato una Carta etica delle professioni che operano a servizio delle persone. Il documento è stato presentato a Padova il 4 giugno scorso, nell’ambito del convegno di studio «Quarant’anni di politiche a servizio delle persone in Italia». Il suo obiettivo, ha spiegato Maria Dal Pra Ponticelli durante il convegno, è «avviare e promuovere una riflessione sulla centralità e l’irrinunciabilità del valore della persona e soprattutto della persona bisognosa di cura (...), mossi dal desiderio di richiamare l’attenzione sulle responsabilità che ogni operatore che entra in un rapporto di aiuto e sostegno con gli altri deve sapersi assumere per compiere bene il proprio compito».

Testimonianza missionaria

Card. Karl Lehmann, arcivescovo di Mainz
«Siamo rimasti un mondo vecchio. Ci siamo lasciati prendere dalla stanchezza… Occorre un radicale rinvigorimento missionario della nostra Chiesa. Non si tratta solo di riformare le strutture. Bisogna cominciare da ciascuno di noi. Se non siamo entusiasmati della profondità e della bellezza della nostra fede, non possiamo veramente trasmetterla né ai vicini, né ai figli, né alle generazioni future». Chiama energicamente la sua Chiesa a un rinnovato entusiasmo missionario il card. Karl Lehmann, nella lettera pastorale dal titolo Testimonianza missionaria, che scrive alle comunità cristiane in occasione dei 1250 anni dalla morte di san Bonifacio. L’arcivescovo coglie l’occasione delle celebrazioni in onore dell’«apostolo della Germania» (cf. anche la lettera di Giovanni Paolo II nel riquadro a p. 546) per ricordare quale sia il permanente mandato di tutti i cristiani: «Occorre anche guadagnare altre persone alla nostra fede cristiana e attirare i cristiani che hanno ceduto alla stanchezza o hanno persino abbandonato la Chiesa… Dobbiamo diffondere veramente il Vangelo di casa in casa, di cuore in cuore. Anche le nostre sorelle e i nostri fratelli evangelici sentono con rinnovata urgenza una tale necessità». Cf. Regno-att. 12,2004,386.

Bonifacio, apostolo della Germania

Giovanni Paolo II
Unendosi alle diocesi tedesche nella commemorazione della vita e delle opere missionarie di san Bonifacio (cf. qui a fianco), Giovanni Paolo II ha indirizzato al vescovo di Fulda mons. Heinz Josef Algermissen una lettera nel 1250° anniversario del martirio dell’«apostolo della Germania» (L’Osservatore romano 9.6.2004, ).

Dedicarsi alla vita

Vescovi d’Inghilterra e Galles
Quando si parla di morale, vi è il rischio che i cattolici appaiano «caricaturalmente» preoccupati del peccato, piuttosto che del perdono, ha affermato il card. Murphy-O’Connor, arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza dei vescovi d’Inghilterra e Galles presentando il documento Dedicarsi alla vita il 26 maggio scorso. Pensato dai vescovi come la naturale prosecuzione de Il bene comune e la dottrina sociale della Chiesa cattolica (cf. Regno-doc. 1,1997,34ss), in esso l’insegnamento morale viene presentato con «chiarezza» e «parole semplici». Ma a fronte del dovere della Chiesa di «proclamare la verità morale con chiarezza (…) il nostro documento – ha detto Murphy-O’Connor – è attento a mettere in luce che la Chiesa non deve, come scritto in Isaia, spezzare “una canna incrinata” o spegnere “uno stoppino dalla fiamma smorta”». Lungi quindi da erigere steccati, il testo è pensato come un contributo al «bene comune della nostra società» e come «fonte di speranza e ispirazione ben oltre i confini della comunità cattolica».

La risurrezione, mistero del desiderio

H. Verweyen, W. Pannenberg
«La nostra fede nella risurrezione quale “mistero del desiderio”… potrebbe rappresentare un contributo positivo nel nostro tempo, in cui la contrapposizione fanatica tra buoni, di cui Dio si compiace, e nemici cattivi, che non possono essere redenti, minaccia di distruggere il comune globo terrestre» (Verweyen). Le relazioni di H. Verweyen e W. Pannenberg al X Colloquio internazionale di filosofia e religione («La risurrezione, mistero del desiderio. Un dialogo interdisciplinare», Macerata, 27-29.5.2004), si pongono in modo critico contro alcune interpretazioni dell’evento della risurrezione di Gesù, che si prestano a derive teologiche con effetti negativi anche sul piano storico e «politico» in senso lato. Per una presentazione del colloquio, organizzato dal Dipartimento di filosofia e scienze umane dell'Università di Macerata, cf. Regno-att. 14,2004,457-459.

Ermeneutica dell'evento

H. Verweyen
«La nostra fede nella risurrezione quale “mistero del desiderio”… potrebbe rappresentare un contributo positivo nel nostro tempo, in cui la contrapposizione fanatica tra buoni, di cui Dio si compiace, e nemici cattivi, che non possono essere redenti, minaccia di distruggere il comune globo terrestre» (Verweyen). Le relazioni di H. Verweyen e W. Pannenberg al X Colloquio internazionale di filosofia e religione («La risurrezione, mistero del desiderio. Un dialogo interdisciplinare», Macerata, 27-29.5.2004), si pongono in modo critico contro alcune interpretazioni dell’evento della risurrezione di Gesù, che si prestano a derive teologiche con effetti negativi anche sul piano storico e «politico» in senso lato. Per una presentazione del colloquio, organizzato dal Dipartimento di filosofia e scienze umane dell'Università di Macerata, cf. Regno-att. 14,2004,457-459.

Speranza umana ed evento storico

W. Pannenberg
«La nostra fede nella risurrezione quale “mistero del desiderio”… potrebbe rappresentare un contributo positivo nel nostro tempo, in cui la contrapposizione fanatica tra buoni, di cui Dio si compiace, e nemici cattivi, che non possono essere redenti, minaccia di distruggere il comune globo terrestre» (Verweyen). Le relazioni di H. Verweyen e W. Pannenberg al X Colloquio internazionale di filosofia e religione («La risurrezione, mistero del desiderio. Un dialogo interdisciplinare», Macerata, 27-29.5.2004), si pongono in modo critico contro alcune interpretazioni dell’evento della risurrezione di Gesù, che si prestano a derive teologiche con effetti negativi anche sul piano storico e «politico» in senso lato. Per una presentazione del colloquio, organizzato dal Dipartimento di filosofia e scienze umane dell'Università di Macerata, cf. Regno-att. 14,2004,457-459.

La classicità e l'identità moderna

T. De Mauro
«Tagliare le radici che ci legano alla tradizione classica significa ridurre a guscio vuoto e sterile gran parte del vocabolario scientifico, morale, politico, intellettuale dell’Europa moderna». Le lingue europee, benché diverse, mostrano all’analisi del linguista una condivisione di sintassi e di lessico molto più profonda di quanto non appaia, e questo è dovuto alla secolare condivisone della cultura latina (in tutta la sua estensione, dall’età classica a quella moderna). E la lingua significa l’intero universo storico-culturale dell’Occidente. I dati della ricerca linguistica costituiscono per Tullio De Mauro, direttore del Dipartimento di scienze del linguaggio dell’Università La Sapienza di Roma e già ministro dell’istruzione, lo spunto da cui prende le mosse una riflessione su «La cultura classica patrimonio d’identità e metro di comprensione nell’era della globalizzazione», pronunciata lo scorso 20 febbraio in occasione delle celebrazioni per il 40° della Facoltà di lettere cristiane e classiche dell’Università pontificia salesiana. Capire gli altri mondi (Estremo Oriente, islam, Africa) «nella loro diversità significa essere consapevoli della nostra identità: questa… ci viene, nelle lingue e nelle idee, dal lascito di Atene, Alessandria e Roma».