Valdesi-metodisti-cattolici
Causa, in passato, "di forti contrasti tra le due Chiese, ma anche motivo di sofferenza per le famiglie coinvolte", i matrimoni misti "possono oggi essere visti nel loro aspetto positivo per l’apporto che possono dare al movimento ecumenico, specialmente quando ambedue i coniugi sono fedeli alla vocazione cristiana nella loro Chiesa". I motivi che avevano condotto cattolici, valdesi e metodisti alla sottoscrizione, nel 1997, di un Testo comune per un indirizzo pastorale dei matrimoni tra cattolici e valdesi o metodisti (Regno-doc. 13,1997,428ss), sono ribaditi nell'Introduzione di questo Testo applicativo.
Firmato solennemente a Torre Pellice il 25 agosto scorso da mons. Ablondi e da Maria Sbaffi Girardet, presidenti delle rispettive commissioni cattolica e valdese-metodista incaricate della redazione delle norme applicative, il documento è frutto di due anni e mezzo di lavoro e consta di otto capitoli, alcuni di impianto prevalentemente giuridico, altri con un certo impatto pastorale (cf. il c. V sui "Matrimoni misti interconfessionali in forma civile", cioè celebrati davanti all'ufficiale di stato civile ma "con il consenso della Chiesa cattolica", e dunque "validi" e "sacramento").
Il Testo applicativo si rivolge alle comunità locali, in particolare ai parroci e ai pastori; la pubblicazione sul Notiziario CEI, sul finire del 2000, ne ha avviato la diffusione presso le diocesi italiane (cf. riquadro a p. 109).
Notiziario CEI n. 10, 31.10.2000, 368-385.
Documento, 01/02/2001, pag. 108