L'affarismo e il predominio tecnologico commerciale. Il primato dell’uso della forza. La politica come pura espressione della volontà di potenza e di dominio, contro il diritto internazionale e l’autodeterminazione democratica delle nazioni. La pax americana imposta con ogni mezzo.
E dopo la fruttuosa approvazione del Documento di sintesi da parte della III Assemblea del Cammino sinodale italiano (cf. i commenti di S. Morandini e S. Noceti in Regno-att. 20,2025,569; e, per il testo, Regno-doc. 21,2025,631), si pone la domanda: che ne sarà?
Porta la data dell’8 dicembre l’attivazione della piattaforma digitale che traduce on-line l’Annuario pontificio. Ovvero quel volume annuale (esce in febbraio dalla Libreria editrice vaticana) di 2.500 pagine, caratteri piccoli ma con un’alternanza accurata del corpo, del corsivo e del grassetto, copertina rossa telata, titoli in oro, pagine in carta India e un segnacolo per separarle, che contiene «tutte» le informazioni ufficiali su «tutte» le istituzioni della Chiesa cattolica che dipendono dalla sede di Roma.
In occasione del 60º dalla chiusura del concilio ecumenico Vaticano II (8.12.1965), pubblichiamo la traduzione italiana dell’intervista che il direttore di Communio, Jan-Heiner Tück, ha rivolto al cardinale Walter Kasper, riandando con la memoria non solo al Concilio, ma anche a come è stato letto e interpretato in una lunga stagione di cinque diversi pontificati: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco (titolo originale: «“All diese Dokumente haben das Gesicht der Kirche verändert”. 60 Jahre Zweites Vatikanisches Konzil», in Communio, 8.12.2025, bit.ly/4pwpCUG).
Da Pechino a Taipei: compie 100 anni l’Università cattolica (in cinese Fu Jen), che per il viaggio carico di significati, da una sponda all’altra dello stretto di Formosa, può essere considerata la più peculiare tra le 192 istituzioni accademiche cattoliche operanti oggi a livello mondiale.
Il documento di Kairos Palestina – iniziativa cristiana ecumenica palestinese –, Un momento di verità: fede in un tempo di genocidio, datato 14 novembre 2025, in lingua araba (e inglese) si richiama, fin dalla prima riga, a un testo precedente: «Noi Iniziativa cristiana ecumenica palestinese, pubblicammo nel 2009 il documento Kairos Palestina. Una parola di fede, speranza e amore dal cuore della sofferenza palestinese».
Incontriamo mons. Pero Sudar a Parma il 15 novembre in occasione della due giorni dell’Azione cattolica che lo ha invitato a celebrare il 25° del gemellaggio tra le diocesi di Sarajevo, di cui è ausiliare emerito, e Parma.
Prima di partire per la 30a Conferenza delle parti (COP) di novembre in Brasile (dal 10 al 22), nessuno di noi aveva davvero chiaro quali sarebbero stati i temi chiave, oltre a un generico focus sulle foreste, come lotta alla deforestazione e politiche di adattamento.
Papa Francesco fin dall’inizio del suo pontificato ha richiamato la Chiesa a un cammino di rinnovamento e riforma missionaria e sinodale.
Nella visita compiuta ad Assisi il 4 ottobre 2013 papa Francesco – che nel marzo precedente, poco dopo l’elezione, aveva già spiegato ai giornalisti le ragioni che l’avevano indotto ad assumere, per la prima volta nella storia della Chiesa, il nome del Poverello – tenne un’impegnativa e articolata omelia sulle ragioni per cui l’esempio del santo di Assisi aveva fornito un modello d’interpretazione del messaggio evangelico di straordinaria attualità: permetteva infatti alla Chiesa odierna di comunicarlo agli uomini contemporanei.
Nel tardo Medioevo i presbiteri istruivano dal pulpito i fedeli sui temi economici? Se sì, dove e in che termini? A queste domande risponde il saggio di Luca Ughetti, assegnista di ricerca all’Università di Genova dopo prestigiosi studi a Firenze, Siena, Parigi.
Il volume raccoglie gli atti di un convegno della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale (novembre 2023; cf. Regno-att. 22,2023,701) dedicato a «Questioni storiografiche e indagine di genere» nella narrazione del sacro sul piccolo schermo.
Da quando nel 2022 il Governo Meloni decise di mutare nome al Ministero dell’istruzione chiamandolo Ministero dell’istruzione e del merito, quest’ultima parola è tornata a far discutere.
Questo libro è rivolto a tre categorie di lettori: a «studiosi non specialisti di Africa» che esaminando gli Stati e le popolazioni del continente «utilizzano i modelli e le categorie di analisi più diffuse avvertendone però l’astrattezza, e sono quindi interessati ad acquisire un punto di vista alternativo per comprendere i fenomeni che studiano»; a «insegnanti e giornalisti che, stanchi di ripetere i soliti cliché sulle cause dei conflitti armati e della povertà in Africa, intuiscono la necessità di “scavare” sotto la superficie degli avvenimenti»; a «coloro che, attivi nella cooperazione allo sviluppo, sentono l’esigenza di riflettere sui concetti e le priorità cui si fa costantemente riferimento nei programmi e nei progetti dei donatori internazionali, perché ne intuiscono la scarsa aderenza alla realtà in cui si trovano a operare».
Nel precedente contributo sulla Didachè si sono considerate la prima sezione, con l’istruzione morale delle Due vie, e la prima parte della seconda, incentrata nella liturgia, ossia battesimo, digiuno e preghiera (cf. Regno-att. 20,2025,577).
Ora dunque, per prima cosa, va analizzata la seconda parte della seconda sezione, l’eucaristia (cc. IX-X), per passare poi all’esame della terza, concernente la vita intracomunitaria (cc. XI-XV). L’opera si conclude con il capitolo XVI, leggermente incompiuto, d’argomento escatologico e di tono parenetico, nel quale è forte la preoccupazione di guardarsi dal «seduttore del mondo».
Carmen Lora, psicologa e pedagogista, lavora da decenni soprattutto coi movimenti per i bambini e di donne, dirige la rivista Páginas, fondata da p. Gustavo Gutiérrez, considerato il padre della teologia della liberazione, e pubblicata dal 1972 dal Centro de estudios y publicaciones (CEP), che promuove il dialogo tra pastorale, teologia e scienze umane.
Quale islam? È la domanda che attraversa questo testo – pronunciato da Olivier Roy in occasione dell’Incontro di studio organizzato a Camaldoli dalla rivista, la Comunità monastica e la COMECE (6-9 novembre) –, incentrato sull’arco di tempo che corre tra la guerra arabo-israeliana del 1967 e quella del 2023-2025. Gran parte dell’attenzione si rivolge alle dinamiche che riguardano l’ascesa, fino al 2006, e poi il declino di un’influenza dell’Iran che Roy qualifica come politica e militare più che religiosa, e al cui interno individua due svolte: quella della Primavera araba del 2011, che ha segnato la secolarizzazione della vita politica in Medio Oriente, e quella che s’apre il 7 ottobre 2023 e si conclude tra il 2024 e il 2025, quando, in pochi mesi, l’asse filoiraniano viene distrutto, o almeno perde la sua capacità militare. La conclusione è che oggi l’islam non è più un fattore di mobilitazione politica, gli islamisti «non riescono più a presentarsi come un’alternativa credibile, ma al massimo come partiti conservatori al pari di altri», mentre s’assiste, in particolare in Iran, a «una crescente secolarizzazione della società civile».