Le elezioni europee del 2024, per effetto del voto in Francia e in Germania – i due paesi che tradizionalmente hanno retto l’Unione attraverso la loro decennale intesa strategica – registrano uno spostamento del baricentro politico del progetto europeo.
Il quinquennio 2019-2024 ha sconvolto il mondo. Prima il COVID-19 e le conseguenti politiche di contenimento, necessarie ma con costi sociali non indifferenti.
Sempre più giovani italiani cercano migliori prospettive di lavoro all’estero. Quest’esodo – che secondo l’ISTAT riguarda 377.000 unità tra il 2011 e il 2021 e per Banca d’Italia 525.000 tra il 2008 e il 2022 – indebolisce la dotazione di capitale umano del nostro paese.
In diversi Atti e Passioni dei martiri come anche in alcuni scritti che trattano del martirio. si ritrova la professione di fede del martire nella risurrezione, attraverso l’espressione formulare, ma non ritualistica.
Pubblichiamo qui di seguito l’intervento che il segretario di Stato, card. Pietro Parolin, ha tenuto il 21 maggio scorso al convegno «100 anni dal Concilium sinense.
Mi è stato chiesto d’offrire una riflessione sul ministero del prete come ministero di presidenza e per focalizzare meglio il tema parto da una frase di Gesù che non finisce mai d’inquietarmi benevolmente.
A colloquio con i vescovi brasiliani Steiner, Da Silva e Neto sul Sinodo dell'Amazzonia.
Nella Chiesa brasiliana amazzonica i laici sono protagonisti assoluti: sono le donne e gli uomini non ordinati a guidare e animare le comunità, a riunirle. Lo spaccato che esce dal dialogo con i vescovi (cf. qui sotto) è quello di Chiese rimaste per molti anni senza la presenza del presbitero e in cui i laici hanno assunto in proprio il compito di tramandare la fede.
Le vocazioni locali in crescita fanno ben sperare per il futuro della Chiesa amazzonica brasiliana. A São Gabriel da Cachoeira, dei 18 sacerdoti, i 5 locali sono tutti indigeni.
Molte sono le conferenze episcopali che hanno fatto sapere d’aver consegnato un testo di sintesi alla Segreteria generale del Sinodo, come materiale di lavoro in vista dell’Assemblea di ottobre.
L’arte della gioia di Goliarda Sapienza (1924-1996) è ora al cinema e da settembre in 6 episodi su Sky/Now. Il romanzo, terminato nel 1976, ebbe la sua prima pubblicazione integrale soltanto nel 1998, dopo la morte della scrittrice siciliana e grazie all’impegno del marito Angelo Pellegrino.
Nell’insegnamento dei papi del postconcilio – da Paolo VI a Giovanni Paolo II – il richiamo all’integralismo, talora anche espresso con il lemma «integrismo», viene in rilevo come uno degli opposti estremismi da cui la comunità ecclesiale è tenuta a guardarsi.
Un’antica testimonianza di Papia di Hierapolis (o Gerapoli, 70 circa dopo il 130) sostiene, rispetto a Gesù, che la trasmissione orale è da ritenersi più autorevole dei documenti scritti.
Poesia inattuale, quella della Serragnoli, e per questa ragione ancora più preziosa, in grado di rompere il cristallo della monotonia dei giorni.
Peter Sloterdijk, uno dei filosofi contemporanei più influenti, esplora il pensiero moderno e postmoderno con prospettive provocatorie.
Sono numerosi i motivi che hanno spinto a ripubblicare il breve saggio di Bonhoeffer Dieci anni dopo, ritrovato nascosto, con altri testi, sopra le travi dell’armatura della casa paterna a Berlin Charlottenburg, per sottrarlo alle indagini della GESTAPO.
Se c’è un atteggiamento che lega e accomuna molti personaggi della Bibbia, questo è la lotta con Dio.
Il libro raccoglie 27 lettere scritte da Pietro Rossano (1923-1991) a Paolo De Benedetti (1927-2016; cf. Regno-att. 20,2022, 645); non sono purtroppo conservate le missive di quest’ultimo che pur, si deduce, fu colui che diede sempre il la alle «chiamate».
Come è noto, esiste una quantità quasi infinita di ricerche sulla storia e sul pensiero degli ebrei. Si tratta di lavori che trattano soprattutto del passato, o che se si occupano del presente lo fanno sovente dal punto di vista delle norme codificate della religione ebraica.
La traiettoria che Ruggieri suggerisce è quella di ri-scoprire le varie forme dell’esperienza religiosa, opera di Williams James pubblicata nel 1902 che invita a porgere l’attenzione agli esiti dell’esperienza religiosa.
In tutte le religioni del mondo le parole «meditazione» e «contemplazione» sono impiegate con una tale molteplicità di significati che è indispensabile una chiarificazione del loro uso.
La conclusione è piuttosto sconfortata: dopo la Seconda guerra mondiale la situazione non è affatto andata in direzione di pace e giustizia, come si pensò anche dopo il 1989 e dopo le Primavere arabe del 2011.
La «sinodalità, come dimensione costitutiva della Chiesa, ci offre la cornice interpretativa più adeguata a comprendere lo stesso ministero gerarchico».
Ciò che il papa dice sull’informazione di oggi rappresenta un’analisi molto severa della deriva «corrente» che, con le dovute eccezioni, ci ha portato a questa crisi.
La storia dell’aborto qui tratteggiata è come un pendolo che per un certo periodo ha puntato sul feto e sulla sua salvaguardia in nome di una discendenza da preservare/nascondere.
L’autore ha come obiettivo di dare ragione della gioia del Vangelo, portando il lettore con un procedimento maieutico a incrociare passi biblici e a esplorare brandelli dell’esistenza umana.
L’arte, secondo la percezione convenzionale, rende visibile l’invisibile. Per Lucrezio, ma non solo per lui, potrebbe valere che la poesia è la visibilità leggibile e udibile dell’invisibile.
Sembrava che la pace fosse tornata a Cabo Delgado. I ribelli islamici si erano ritirati sotto la pressione congiunta dei soldati mozambicani e dei loro alleati ruandesi e della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (SADC).
Il Sudafrica naviga verso l’ignoto. Si potrebbe forse riassumere così l’inedito esito delle elezioni del 29 maggio, che dopo settimane di mediazioni e colloqui serrati hanno portato alla rielezione di Cyril Ramaphosa.
Se si vogliono porre correttamente i rapporti tra le religioni e la società è opportuno un loro ripensamento. È quanto il teologo protestante Pierre Gisel propone in questo saggio, che procede distintamente, ripensando la società in se stessa – a fronte di una tendenza contemporanea a intendere la laicità come mera neutralità e a non voler trattare le questioni umane fondamentali –, e allo stesso modo ripensando la religione in se stessa – a fronte di un’ideologizzazione di ciò che essa dichiara, autonomizzato e deculturato in maniera ingannevole, con spinte verso il radicalismo.
Le parole-chiave che attraversano il testo, come ad esempio laicità, politica, Stato, riconoscimento, religioni, radicalizzazioni, trascendenza, eccessi, differenze, genealogia, lasciano intendere che questo duplice ripensamento passa per le diramazioni di una storia lunga e differenziata. E può sfociare in una considerazione del sociale e del religioso che si apre alla produttività delle differenze, fonte di un rinnovamento utile per entrambe le realtà e capace di difendere, senza compromessi, la laicità.