D. Sala
Il Sinodo della Chiesa d’Inghilterra, che riunito a York dal 6 al 9 luglio avrebbe dovuto approvare definitivamente la legislazione sulle donne vescovo, ha invece deciso di prendere qualche ulteriore mese di tempo. Così la Camera dei vescovi si riunirà nuovamente in settembre, e la decisione finale slitta a un Sinodo generale straordinario fissato dal 19 al 21 novembre a Londra. A quella data, tra l’altro, è più che probabile sia già noto il nome del prossimo arcivescovo di Canterbury (cf. Regno-att. 10,2012,346). La Chiesa d’Inghilterra, che è la Chiesa-madre tra le 44 province nazionali o regionali che costituiscono la Comunione anglicana, aveva deciso nel 2005 di procedere con l’ordinazione delle donne vescovo (cf. Regno-att. 8,2005,267); già dal 1992 ordina donne prete, e dunque questa evoluzione era nelle cose. In altre province anglicane le donne hanno accesso all’episcopato da anni (USA dal 1989, Canada, Australia, Nuova Zelanda, oltre a Irlanda e Scozia che prevedono i vescovi donna ma non ne hanno mai ordinata una). Ma perché la questione è così rilevante quando si tratta della Chiesa d’Inghilterra?
Informazione, 15/07/2012, pag. 451